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Dal sito Granfondonews.
15 marzo 2012 Il caso che ha coinvolto l'UDACE la settimana scorsa non si complica, ma si ingarbuglia.
Una situazione che ha messo in crisi il sistema fondistico nazionale per alcuni giorni, con l'ansia da parte dei ciclisti, ma soprattutto da parte degli organizzatori, su come potere arginare il problema del veto alla partecipazione ai tesserati UDACE e alle manifestazioni organizzate dall'Unione.
Fortunatamente a togliere le castagne dal fuoco è arrivato Renato Di Rocco, presidente FCI, che, grazie ad un decreto presidenziale urgente, ha concesso una deroga alla delibera della Consulta dello scorso 29 febbraio, permettendo di fatto il regolare svolgimento delle manifestazioni dello scorso 11 marzo.
E' invece del 12 marzo il comunicato della Consulta che concede un'ulteriore deroga fino al 25 marzo allo scopo di tutelare i legittimi interessi e diritti degli organizzatori e di tutti i praticanti.
Non una soluzione, assolutamente, ma un attimo di fiato per UDACE al fine di sistemare le cose, tenendo il pensiero rivolto a ciclisti e organizzatori ai quali delle beghe politiche non può interessare di meno.
Intanto UDACE non è certo rimasta a guardare.
Con ben tre comunicati ufficiali, di cui due dalla Presidenza e uno dal Presidente ACSI, Antonino Viti, tende a chiarire la situazione. Dichiara infatti il v.presidente UDACE, Negri, nel comunicato del 12 marzo le manifestazioni sono organizzate da A.S.D. inserite nel circuito UDACE ma iscritte, al di là di eventuali forme improprie, allACSI, come è pure iscritto a questo Ente ogni tesserato UDACE, che è in possesso di cartellino con il logo ACSI a cui è aderente.
Quindi, viene certificato che le ASD sono affiliate ACSI (e di questo ogni ASD ne ha la prova in quanto la registrazione al CONI è stata effettuata proprio dall'Ente), così come i tesserati UDACE, sono di fatto tesserati ACSI. Purtroppo ne è un po' meno convinto il CONI il quale specifica nel suo comunicato del 9 marzo che "devono considerarsi NON APPROPRIATE forme di comunicazione (es. i cartellini attestanti il tesseramento) che riportano sigle di altre organizzazioni oltre a quello dell'Ente di Promozione Sportiva, tali da alimentare confusione circa l'effettivo organismo di affiliazione". Quindi i cartellini UDACE sono NON APPROPRIATI, quindi non validi.
Pertanto alla luce dei fatti cosa ci sembra di capire?
Che la Consulta, o meglio il CONI - in quanto la Consulta non detiene nessun tipo di potere istituzionale, ma è solamente una forma consorziale delle sezioni ciclismo dei vari EPS/FCI - non gradisce vedere sui tesserini, in bella mostra sul fronte il logo UDACE e relegato nel retro il logo ACSI, così nella modulistica legata alle gare, ma vorrebbe vedere l'esatto contrario. Il CONI quindi chiarisce che UDACE non essendo un EPS non deve fare sembrare che lo sia.
Ad ogni modo questo aspetto lo chiarisce bene il vicepresidente Negri che nel comunicato dichiara: Nellambito dellACSI, lUDACE è destinata a diventare, con la struttura già presente nellEnte, il riferimento per lattività ciclistica amatoriale, e continuerà, come settore ciclistico dellACSI, a organizzare le manifestazioni (oltre il 60% delle agonistiche, delle gran fondo, medio fondo e cicloturistiche effettuate nel nostro Paese, quindi unattività di promozione sportiva, nel settore del ciclismo amatoriale, imponente e che non ha eguali, sono organizzate da società sportive della nostra associazione) che, come in passato, consentiranno a tutti i cicloamatori e cicloturisti di praticare lattività sportiva a cui sono appassionati.
Quindi sembrerebbe che la questione si stia muovendo verso una soluzione.
Da una parte il CONI chiede che UDACE sia un'associazione in supporto ad ACSI, ente riconosciuto e che non faccia sembrare di essere essa stessa un ente, dall'altra parte UDACE informa che l'Unione sarà il riferimento per il ciclismo amatoriale di ACSI, così come confermato anche dal presidente Viti.
Non resta quindi che sistemare l'apparenza: cambiare la grafica dei cartellini e della modulistica delle gare e il gioco è fatto.
A ulteriore conferma che UDACE è di fatto la sezione ciclismo di ACSI viene ancora da Negri che fa chiarezza sulla posizione dell'Unione in Consulta, non come Ente, ma come rappresentante di ACSI: Era accaduto che il Presidente ACSI aveva informato, per il rispetto del principio dellautonomia e dei rispettivi ruoli, il Presidente UDACE che vi era la necessità di indicare alla Consulta uno dei rappresentanti dellEnte, che sarebbe stato giusto scegliere in ambito UDACE.
Poiché in alcuni ambienti, e tra questi lUDACE, vi è labitudine, prima di decidere, di scambiarsi delle opinioni (è un principio base della democrazia), il Presidente UDACE si è riservato di riferire al Presidente ACSI il nominativo che doveva essere segnalato alla Consulta, non mancando di sottolineare che lattuale rappresentante dellACSI in Consulta non poteva parlare anche a nome dei circa sessantamila cicloamatori che stavano entrando nella famiglia ACSI tramite lUDACE, per lovvia possibilità di interessi e vedute diverse.
Per terminare e mettere dei paletti certi, possiamo asserire che:
- UDACE non vuole essere un ente a sé stante, ma vuole gestire la sezione ciclismo di ACSI;
- UDACE rappresenterà, tramite un proprio nominativo, l'ACSI all'interno della Consulta;
- UDACE dovrà cambiare cartellini, moduli e tutto ciò che può creare confusione;
- la Consulta ha derogato fino al 25 marzo il veto alla partecipazione UDACE.
Chiudendo con un'assicurazione per i ciclisti: fino al 25 marzo non createvi dei problemi. Tutti potranno correre ovunque, senza limitazioni alcune.
Non mi resta quindi che augurare a tutti quanti un in bocca al lupo.
Enrico Cavallini