Direi di riepilogare gli aspetti principali per non perdere il filo:
- il pregio è (potenzialmente) da ricercare in una distribuzione *più* polarizzata (*non* a due ambiti di intensità, eh), includendo *anche* quella piramidale, RISPETTO a una distribuzione "soglia-centrica", ovvero in cui ci sia molta (troppa?) zona intermedia (soglia, appunto, secondo la definizione usata) - ma non significa evitare di frequentare questo ambito di intensità;
- la composizione della quota più intensa non è rigorosamente definibile: dipende molto dal livello dell'atleta, dalle richieste dell'evento e la miscela cambia a seconda della fase della preparazione o dall'obiettivo ricercato nel particolare periodo - quindi seguire una suddividione standard non funziona;
- il pattern "giorni facili / giorni difficili" è importante almeno quanto la TID, ed è certamente aspetto legato al "troppo" citato prima: è possibile esercitarsi frequentemente a intensità soglia (secondo la suddivisione di riferimento), anche in giornate in cui non si potrebbero accumulare volumi adatti di esercizi più intensi, ma in generale sembra preferibile non ripetere a lungo questo schema;
- esercitarsi a intensità (relativamente) bassa può favorire l'accumulo di molto volume e il pattern del punto precedenza, quindi la distribuzione generale è più una conseguenza della ciclicità che viene adottata;
- ci sono troppi altri elementi da considerare, oltre alla distribuzione globale, per valutare come la capacità di prestazione migliora a seguito dell'allenamento: produrre la distribuzione voluta non è sufficiente a far rendere bene ciò che si sta facendo;
- promemoria: le zone sono definite tramite variabili che NON descrivono lo stimolo adattativo (cioè non basta l'intensità, servono anche le durate accumulate dei vari sforzi nelle singole sessioni).
Ciao :)