Allenamento polarizzato

canserbero

Fremen
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la percezione che ho leggendo ma sicuramente sbaglio è che le cose sono un po’ viste al contrario.
ci sono due soglie (LT1 e LT2 ) da conoscere , valutare e su cui lavorare .
dopodiché si decide la metodica in base a più fattori già detti e ridetti
Sicuramente questo è un modo sensato di affrontare la questione e che è coerente con principi generali ;-)
 
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LIUL

Apprendista Velocista
2 Gennaio 2017
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bo
Sicuramente questo è un modo sensato di affrontare la questione e che è coerente con principi generali ;-)
ok però rimane la questione, per aumentare lt2, è preferibile tanto lavoro in lt 1 con sessioni molto intense sopra lt2 o tanto lavoro tra le due soglie? probabilmente la risposta è un mix delle due cose ma secondo me entrano in gioco caratteristiche le dell'atleta che fanno la differenza sulla risposta all'allenamento. cosa ne pensi?
 

pianpianello

Pedivella
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cancello a pedali
ok però rimane la questione, per aumentare lt2, è preferibile tanto lavoro in lt 1 con sessioni molto intense sopra lt2 o tanto lavoro tra le due soglie? probabilmente la risposta è un mix delle due cose ma secondo me entrano in gioco caratteristiche le dell'atleta che fanno la differenza sulla risposta all'allenamento. cosa ne pensi?

Nello sport credo che esista la regola della specificità, cioè per migliorare al massimo una cosa devi fare più o meno quella cosa e non una cosa completamente diversa. Quindi per migliorare al massimo la prestazione a LT2 dovresti stare nei dintorni di LT2.

Poi c'è anche chi dice che ad esempio lavorare in z2 ti dà benefici a intensità superiori (tipo Inigo San Millan se non sbaglio), per motivi complicati legati all'efficienza dei mitocondri, ma è anche vero che c'è chi dissente (avevo sentito uno su GCN ma non ricordo chi fosse).

Io personalmente ho parecchi dubbi che la z2 possa servire a migliorare i watt puri a intensità elevate, anche se è molto probabile che la z2 abbia un grosso impatto su quello che la gente chiama genericamente "durability" (maggiori capacità di recupero).
 
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canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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ok però rimane la questione, per aumentare lt2, è preferibile tanto lavoro in lt 1 con sessioni molto intense sopra lt2 o tanto lavoro tra le due soglie? probabilmente la risposta è un mix delle due cose ma secondo me entrano in gioco caratteristiche le dell'atleta che fanno la differenza sulla risposta all'allenamento. cosa ne pensi?
La risposta breve è che le fibre che fai lavorare in z2 (modello a tre zone) ad un livello di sforzo di agio/disagio (compatibile con medio/SS) sono quelle che probabilmente vengono usate in proporzione maggiore in lt2. A quelle intensità (medio/SS) sono chiamate a produrre energia ad un tasso inferiore rispetto a quello di lt2: si riesce a fare più lavoro per sessione, magari anche sessioni più frequenti, ma il lavoro è meno specifico. Va da sé che la coesistenza di grossi carichi in z2 “agio/disagio” e z3 può essere problematica e va gestita. Senza ombra di dubbio il lavoro in/sotto lt1, in ottica di lungo periodo, deve rappresentare la parte preponderante del piano di allenamento dal momento che crea le condizioni più favorevoli per poter svolgere del lavoro nelle altre zone (ma non solo).
 
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LIUL

Apprendista Velocista
2 Gennaio 2017
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bo
Io personalmente ho parecchi dubbi che la z2 possa servire a migliorare i watt puri a intensità elevate, anche se è molto probabile che la z2 abbia un grosso impatto su quello che la gente chiama genericamente "durability" (maggiori capacità di recupero).
questo secondo me vale anche per la z3, dubito che lavorando a 80 85% di ftp si possa alzare la soglia, è funzionale e prepara il fisico a ripetute più intense sicuramente si
 
22 Marzo 2007
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human-powered
Direi di riepilogare gli aspetti principali per non perdere il filo:
- il pregio è (potenzialmente) da ricercare in una distribuzione *più* polarizzata (*non* a due ambiti di intensità, eh), includendo *anche* quella piramidale, RISPETTO a una distribuzione "soglia-centrica", ovvero in cui ci sia molta (troppa?) zona intermedia (soglia, appunto, secondo la definizione usata) - ma non significa evitare di frequentare questo ambito di intensità;
- la composizione della quota più intensa non è rigorosamente definibile: dipende molto dal livello dell'atleta, dalle richieste dell'evento e la miscela cambia a seconda della fase della preparazione o dall'obiettivo ricercato nel particolare periodo - quindi seguire una suddividione standard non funziona;
- il pattern "giorni facili / giorni difficili" è importante almeno quanto la TID, ed è certamente aspetto legato al "troppo" citato prima: è possibile esercitarsi frequentemente a intensità soglia (secondo la suddivisione di riferimento), anche in giornate in cui non si potrebbero accumulare volumi adatti di esercizi più intensi, ma in generale sembra preferibile non ripetere a lungo questo schema;
- esercitarsi a intensità (relativamente) bassa può favorire l'accumulo di molto volume e il pattern del punto precedenza, quindi la distribuzione generale è più una conseguenza della ciclicità che viene adottata;
- ci sono troppi altri elementi da considerare, oltre alla distribuzione globale, per valutare come la capacità di prestazione migliora a seguito dell'allenamento: produrre la distribuzione voluta non è sufficiente a far rendere bene ciò che si sta facendo;
- promemoria: le zone sono definite tramite variabili che NON descrivono lo stimolo adattativo (cioè non basta l'intensità, servono anche le durate accumulate dei vari sforzi nelle singole sessioni).
Ciao :)
 
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