Però con un solo parametro diventa difficile capire capacità aerobica ed anaerobica, dal cui sviluppo relativo dipende quanto e quanto a lungo (per quanto tempo) può essere consigliabile applicare un certo stimolo. E non è scritto da nessuna parte che si debba usare uno schema 80:(0):20, potrebbe non essere la scelta più ragionevole (a prescindere dal discorso periodizzazione). Chiaro che gli adattamenti si sviluppano in modo così articolato ed interconnesso che un risultato lo si ottiene comunque, ma magari non è la scelta più ragionevole per impostare uno sviluppo sul lungo periodo. Magari le tue qualità ti permettono di sopperire senza grossi problemi (tipicamente se sei più aerobico), ma magari no.
Inventare non è difficile, ma deve essere ragionevole
Premesso che non può che essere un’indicazione di massima, a mio parere la questione è: la quantità di esercizio “zona III” che mi servirebbe per aderire allo schema è fattibile nel caso particolare? Mi permette di svolgere qualitativamente bene e rendere produttiva la restante parte in “zona I”, andando nel frattempo a correggere i miei fattori limitanti? Altrimenti è ragionevole che ci possa essere una scelta di miglior compromesso, che ricadrà in una distribuzione meno polarizzata.
In fondo, se si suppone che ci siano limitate possibilità di allenarsi, si sarà comunque più distanti dal massimo fitness accumulabile / massima capacità esprimibile rispetto a chi ha a disposizione il doppio delle ore, per esempio. E il fatto che l’utilità del volume a intensità “media“ (ma anche “alta”) necessario per evolvere tenda a ridursi man mano che un atleta è più evoluto, magari anche perché c'è meno margine per evolvere in senso assoluto, è indicazione abbastanza diffusa e coerente.
Sebastian Weber ha fatto notare che spesso un ciclista amatore ha una capacità anaerobica “troppo” sviluppata rispetto alla propria capacità aerobica, se confrontato con un
elite dell’endurance: il che non significa che bisogna limitarsi alle basse intensità, ma che i due casi generali (amatore vs elite, pur essendo una suddivisione troppo categorica) possono avere necessità piuttosto differenti, che dipendono ovviamente da quanto è il “troppo”. Il che equivale a cercare uno stimolo (combinazioni di volume e intensità, suddividendo i due aspetti rispetto ad una unica informazione di carico complessivo), anche di alta intensità, che permetta di andare nella direzione cercata (vedi Olbrecht).
E’ appunto “meglio” se sei in una fase in cui quello rappresenta un obiettivo ragionevole. Altrimenti non è detto
In generale sono d’accordo, anche se ovviamente non puoi fare la stessa cosa con tutti proprio perché non tutti dispongono della stessa capacità di tollerare e rendere produttivi certi stimoli.