Bici come "pomo della discordia"?

Sono fermo a pagina 3, conto di leggere il resto in seguito.
Problemi non ne ho mai avuti tranne che con mio padre. Lavoravamo assieme e ogni occasione era buona per rimproverarmi che andavo in bici. Solo che non ho mai anteposto la bici al lavoro e andavo il sabato e la domenica e nei giorni feriali dopo le 17 (quindi, quando c'era l'ora legale). Non aggiungo altro.

Invece, un piccolo siparietto nel 2016. Ero in ospedale per un problema e mia madre disse al medico, tutta allarmata: «Fa 100 chilometri in bicicletta.». Lui restò impassibile e mi chiese: «Ma dove mangia?» «A casa, parto la mattina e torno per pranzo.»
Capii che per lui era impensabile che uno potesse fare così tanti chilometri in poco tempo. Poco, si fa per dire.

Il topic della discussione si è un po' perso ma tant'è....

Si sente sempre dire dagli imprenditori "i giovani non hanno voglia di lavorare" e i giovani "non è vero, sono gli imprenditori che non pagano e vogliono schiavi".....come sempre la virtù sta nel mezzo, è vero che gli imprenditori non vogliono pagare per il reale valore di una persona ma dall'altra parte non è che i giovani non vogliano lavorare, non vogliono "fare sacrifici"......lo dice mia moglie che lavora in ipermercato....vogliono lavorare ma non di sabato o domenica, lo dico io che quando fanno i colloqui la prima domanda è "quanto si prende?" dimenticando che prima bisogna vedere cosa sai fare......