Si, è un altro caso come quello di Erica Magnaldi, ma parliamo comunque di venticinquenni (non ultratrentenni) che, in un modo o nell'altro, ruotavano già intorno all'ambiente (in senso lato; magari nella palestra della belga ci andavano ciclisti, preparatori o gente in qualche modo legata ai team).
Poi, si parlava espressamente di ciclismo professionistico, che in ambito femminile è di fatto limitato ai quindici team WT (con le loro squadre devo) più ai sette / otto
continental di rilievo (per lo più emanazioni delle squadre maschili).
E' un ambito molto ristretto, dove comunque le risorse non abbondano e vengono gestite in maniera oculata.
Tutt'al più la trentaduenne in questione, se ha i numeri, potrebbe tentare con le altre conti italiane come K2, Isolmant o Mendelspeck, potrebbe magari venir tesserata e partecipare a qualche gara, ma dubito che queste squadre possano investire (leggi: dare una sorta di retribuzione, requisito fondamentale per essere definita professionista) su una ragazza già così 'matura'.