Mi piace molto questa discussione, vorrei condividere il mio pensiero, la mia esperienza, la mia "storia ciclistica".
Ho iniziato ad andare in bici principalmente perchè avevo bisogno di stare da solo...di isolarmi e conoscermi più a fondo perchè tempo fa venivo da un periodo difficile. Sono Riccardo, un ragazzo "giovane" che ha 30 anni. Circa 6 anni fa, nel 2010, decisi di "recuperare" la bici di mio padre, una Biemmezeta che stava appesa in cantina nella casa in campagna dei miei nonni. La tirai giù, la pulii per bene (era in perfette condizioni perchè mio padre la usò pochissimo) e la portai a casa dove abito con mia madre, a Rovigo. Incominciai a pedalarci la prima volta in compagnia di un amico, il quale mi aveva spronato ad utilizzarla per fare qualche giro assieme. Ricordo che andai da mio padre, gli chiesi in prestito i vestiti dell'epoca (primi anni 90, pieni di colori... ahah sembravo arlecchino, che ridicolo!) e feci la prima pedalata, un percorso di 80km fino a Ferrara (era un bel pomeriggio di aprile). Tornai a casa sfatto con le gambe che mi facevano un pò male e questo fu il mio battesimo con la bici da corsa. Uscii un'altra volta, sempre in compagnia di questo mio amico e feci un percorso più breve, arrivò così l'estate e accantonai la bici, la misi nella stanzetta giù da me, la pulii e la lasciai li per un bel pò di tempo. Nella primavera del 2012 la ripresi in mano, avevo proprio bisogno di usarla perchè stavo vivendo un periodo complicato, mi era passata la voglia di studiare, non sapevo che fare...ero in crisi profonda e in più avevo un rapporto pessimo con mio padre, la mia "ex" fidanzata e anche con gli amici... insomma un brutto periodo in cui tutto andava storto,non sapevo più chi ero, cosa dovevo fare nella vita, cosa volevo fare nella vita, mi sentivo incapace di far qualunque cosa e cercavo di isolarmi perchè pensavo di non essere in grado di stare con gli altri, di affrontare la vita di tutti i giorni, di vivere la mia età, vedevo tutto nero e incominciavo a chiudermi in me stesso, a guardarmi dentro per cercare di risolvere i miei problemi. Dicevo, nella primavera del 2012 tirai fuori la bici, incominciai a pedalare... a fare uscite sempre in solitaria... prevalentemente percorsi pianeggianti... le mie prime salite erano i cavalcavia
. Uscii in compagnia solo una volta, con un amico che conobbi grazie a mia madre, una persona che andava in bici e che faceva anche le Granfondo, insomma un vero ciclista. Feci un'uscita con lui e un altro suo amico, era settembre, andammo sui Colli Euganei (la prima volta per me) ma non facemmo la salita in programma perchè si mise a piovere, allora tornammo per la strada statale verso casa (ricordo che trovammo un trattore e io per la prima volta mi misi dietro cercando di sfruttare la scia...viaggiando a più di 40 all'ora... fu un altro "battesimo" particolare direi
). Arrivò così l'autunno e rimisi la bici in stanzetta, come sempre la pulii per bene e ancora una volta mi passò la voglia di usarla, forse perchè stava sopraggiungendo la stagione fredda e anche la pigrizia. La bici rimase ferma un altro anno, per quasi tutto il 2013 perchè a inizio giugno durante una partita di calcetto con amici mi infortunai alla caviglia dx e mi procurai una frattura, dovetti rimanere fermo per 2 mesi. Finì così l'estate, con il nuoto come unico sport praticato durante l'anno (apparte la breve e sfortunata parentesi del calcetto). Nel frattempo cercavo sempre di sistemare la mia vita, mollai l'università, lavorai in campagna nei mesi di agosto, settembre,ottobre e novembre...insomma cercai di mantenermi vivo... mi feci anche aiutare da uno psicologo..e non lo dico con vergogna eh. Arrivò così il 2014, anno in cui ripresi l'Università e mi laureai a Novembre portando a termine il mio travagliato percorso di studi. Nel frattempo in quell'anno decisi di trasferirmi a vivere in campagna dai miei (defunti) nonni materni, da gennaio a marzo...per trovare un pò di pace e serenità, dato che a me la campagna è sempre piaciuta moltissimo ed è in quel luogo che conservo i ricordi più felici...i ricordi d'infanzia. Mi portai la mia cara bici rossa, il Diavolo Rosso (come la chiamo io la mia Biemmezeta).. e feci delle pedalate per le strade di campagna...qualche volta sullo sterrato...qualche volta sull'asfalto. Nel frattempo incominciai ad appassionarmi al ciclismo...alla storia mitica e epica di questo sport...alle imprese dei grandi del passato...Coppi, Bartali i più famosi...poi mi appassionai moltissimo alla storia del povero Bottecchia, andai a leggermi i racconti delle straordinarie imprese epiche degli eroi di quel tempo... del ciclismo eroico....Ganna, Pavesi, Girardengo,Binda,Guerra "la prima vera Locomotiva" dopo Fabian
! Rimasi davvero tanto colpito dalle loro gesta. Seguii anche il ciclismo "contemporaneo" e mi appassionai ad un ciclista in particolare, un corridore svizzero di nome Fabian Cancellara. Mi colpì sin dalla prima volta che lo vidi in televisione, fu una replica della Parigi-Roubaix del 2010, la sua straordinaria progressione ai -50 km dall'arrivo mi fece venire la pelle d'oca, rividi anche il Fiandre e la Roubaix del 2013...altre belle emozioni! Il 2014 fu l'anno in cui Spartacus vinse per la terza volta il Fiandre e esultai, molto, anche qui sul forum
! Ritornando a me e al ciclismo solitario (sono troppo prolisso, lo so!!) , l'estate 2014 fu la prima estate in cui pedalai con buona frequenza, affrontando quasi sempre percorsi pianeggianti fin quando decisi di provare a fare qualche salita dei Colli Euganei (nel 2012 ebbi una difficile esperienza nell'affrontare la prima salita,la Panoramica di Calaone, una salita di 4km con pendenza media del 4,5 %, con i rapporti che avevo sulla bici in acciaio, 42-26 il più agile...ecco diciamo che poi non volli più affrontare salite per un bel pò, avevo anche un peso diverso venendo dalla pratica calcistica a livello dilettantistico/amatoriale per diversi anni...pesavo circa 87kg
) . Decisi così di provare a finire una salita, di arrivare in cima...pur mettendo il piede a terra.... e mi allenai sempre in solitaria...incontrando qualche ciclista o gruppo durante il percorso... e ebbi anche delle esperienze infelici, alcuni mi criticarono senza nemmeno conoscermi mettendosi a ridere perchè pedalavo con una bici vecchia e in acciaio...ai loro occhi sembravo ridicolo
! Un giorno in particolare ricordo che provai molta emozione; era un sabato mattina di inizio settembre 2014 quando decisi di uscire in bici, erano le 8 di mattina. Notai che c'erano due ciclisti che partivano come me da Rovigo, decisi quindi di "seguirli"... mi portarono fino a Baone... solo che non fecero il versante che conoscevo, ma decisero di fare via Chiesette Branchine (2 km al 10% di pendenza media con punte al 15)... fu parecchio tosta ma riuscii ad arrivare in cima...al loro ritmo...alla loro velocità...con una bici in acciaio... con il 42-26 e non con un 34-27/28 compact . Beh...decisi di seguirli ancora...fecero un'altra salita (io ero abituato a farne una soltanto e poi via verso casa)...poi ne fecero un'altra...e un'altra ancora... finchè io decisi di lasciarli...li salutai e li ringraziai e mi fecero i complimenti. Io tutto contento feci i 25km fino a casa con il sorriso stampato...con una felicità addosso che neanche mi immaginavo di avere! Li capii che potevo anche affrontare le salite...avevo la forza nelle gambe per affrontarle...avevo grinta e coraggio e avevo una cosa che molti di voi conoscono e sanno di avere: la voglia. Vorresti mollare, ma non puoi farlo, non devi farlo! A questo punto non ti serve avere la bici bella, il completo firmato, le gambe e il fiato, quello di cui hai bisogno è la VOGLIA... la voglia di dare un altro colpo di pedale e poi un altro e ancora un altro, finchè ti tornano le forze...ecco che cos'è la voglia...ce l'hanno tutti, basta trovarla. Allora il giorno dopo ritornai sui Colli...questa volta da solo.... e decisi di affrontarne altre di salite...spingendomi verso Teolo, Vò, Torreglia. La settimana successiva affrontai per la prima volta il Venda, poi il Roccolo e una domenica di settembre, sempre in solitaria, affrontai per la prima volta il Monte della Madonna,su a Teolo. Decisi di non condividere con nessuno queste emozioni se non scrivendo qui sul forum, perchè sapevo che potevo esser compreso...essendo questo un forum di utenti che condividono la mia stessa passione e che quindi capiscono. Arrivò Novembre e mi laureai, mio padre mi regalò la sua bici in carbonio, un Olympia, fu un regalo molto apprezzato ovviamente! La utilizzai subito il sabato successivo... in solitaria.... e notai le differenze, con il 34-27 e con un peso inferiore del telaio e anche del ciclista
, capii di essere in grado di andare ovunque! Avvenne poi successivamente il "battesimo" con il gruppo di ciclisti della mia città... le pedalate del weekend erano abbastanza tranquille anche se incominciai a prendere le mie prime "batoste"... il perdere le
ruote...il competere e perdere con gli altri compagni di pedalata... l'andare in crisi... il sapersi gestire... il saper pedalare in gruppo... il saper segnalare.... insomma tutte le "regole" del pedalare in gruppo. Aspetto che non mi affascinava fin da subito era la competitività...l'essere continuamente in competizione e il giudicare l'altro sempre e comunque. Perciò feci qualche pedalata in gruppo e qualche pedalata (molte di più) da solo... tra me e me...anzi...tra me e il paesaggio. Fino a quando decisi un bel giorno di giugno (era il 2 giugno, Festa della Repubblica) di spingermi un pò oltre al solito chilometraggio....andando a provare i 200 km in solitaria... e andai fino ai Berici... con la vintage però stavolta.... fu una difficile ma bella esperienza, tutto il giorno in bici...sublime...bellissimo...talmente bello che mi spaventava quasi...e questo per l'appunto è il significato della parola "sublime" . Poi arrivò l'estate e arrivarono i giri sopra i 200km (220-230 ....250 tutto il giorno in bici...10/12 ore... evvai...che ricordi magnifici!!!)... in compagnia di un utente del forum, Enrico (laste28) , una guida preziosa con cui mi son sempre trovato benissimo a pedalare e che mi ha permesso di vedere posti magnifici che io da solo mai e poi mai avrei pensato di poter raggiungere in bicicletta. Io quindi alla fine mi pongo a favore di entrambi i modi di pedalare, sia in modalità "solitaria" sia in modalità "compagnia". Tanto basta poco per sorridere e stare bene no? ..
P.S. ho scritto un poema, sono anche andato "fuori tema" come si diceva a scuola. Perdonatemi per stavolta