Come allenano il VO2max i professionisti?

pedalone della bassa

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(advanced pro nox, argon 18 gallium), ora Cervèlo S3

Se mi ritaglio un buco di tempo (impossibile quindi), stasera lo provo (che poi, avendo rulli basici, per me, vo2 è andare a tutta e basta )
Se non svengo direttamente sul rullo, poi domani ti dico com'è
 

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tipo quello proposto da Gaffuri nel video di GCN se non erro
 

pedalone della bassa

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(advanced pro nox, argon 18 gallium), ora Cervèlo S3
ho presente il video ma non ricordo cosa avesse proposto comunque molto probabile, il primo step da 1:30' volendo lo puoi fare poi a 105-110 rpm per far salire subito il cuore.


indicava poi, appunto, di aumentare, passando a 3x10, 4x10, 4x12.......con 2'-3' minuti di recupero tra le serie
 

LIUL

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sono d'accordo ma in teoria il fine è permanere il massimo tempo possibile nella zona che si desidera, il metodo intermittente è probabilmente il migliore per ottenere questo risultato
 

mlv

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Io una volta al mese faccio il test FTP ed ogni volta mi devo preparare psicologicamente perché è massacrante ... e di solito a metà inizio a pensare "ora mi fermo ... No, tengo duro ... ora mi fermo ... No, tengo duro ...".
 

LIUL

Apprendista Passista
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bo
Io una volta al mese faccio il test FTP ed ogni volta mi devo preparare psicologicamente perché è massacrante ... e di solito a metà inizio a pensare "ora mi fermo ... No, tengo duro ... ora mi fermo ... No, tengo duro ...".
esatto, la bravura di un preparatore si vede da qui, rendere un lavoro il più tollerabile e ripetibile possibile mantenendo gli stessi adattamenti. Un 3X5 a z5 per esempio è molto diverso a livello psicologico da un 2X10' di 30/30 anche se si lavora nella stessa zona
 
22 Marzo 2007
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sono d'accordo ma in teoria il fine è permanere il massimo tempo possibile nella zona che si desidera, il metodo intermittente è probabilmente il migliore per ottenere questo risultato
Concordo assolutamente sul fatto che con esercizi intermittenti aumenti il tempo di permanenza a certe intensità (cosa peraltro abbastanza intuitiva). Però il fine, più che massimizzare il tempo in una certa zona, è creare uno stimolo sufficiente per ciò che vuoi modificare. Che in generale è un po' diverso a seconda del periodo e della fase, nonché delle capacità precedentemente acquisite. Quindi anche nell'ambito degli esercizi ad elevata intensità puoi dare maggiore enfasi a certi aspetti rispetto ad altri, che è poi il razionale dietro ai differenti modi di eseguire, suddividere e accumulare. Non era una critica agli intervalli, anzi :)
 

bad

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Io una volta al mese faccio il test FTP ed ogni volta mi devo preparare psicologicamente perché è massacrante ... e di solito a metà inizio a pensare "ora mi fermo ... No, tengo duro ... ora mi fermo ... No, tengo duro ...".
senza critiche, solo per parlare

ma quello da 1h o quello da 20'?
perchè fare 1h a tutta è bello tosto, oltre a trovare salite da 1h da fare in inverno...
ma quello da 20' io non trovo tutta questa difficoltà, magari è più lo stress di fare un test che la fatica

il 50% dei ciclisti (anche i ragazzini) nel giro in compagnia si tirano il collo e fanno salite a tutta ma non si preparano psicologicamente il giorno prima
 

canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Nessuna
Concordo, però fatta chiarezza sulla finalità e, grosso modo, sulle componenti coinvolte che si vogliono allenare la scelta potrebbe essere se non altro ragionata. Personalmente quando si reintroducono lavori a vo2max tenderei a privilegiare la componente di trasporto anche perché così c’è maggiore possibilità di ripetere le sessioni con maggior frequenza. Tarerei quindi gli allenamenti in modo tale che la FC sia dove “deve essere” più che tarare gli allenamenti a %ftp o guardando la curva di potenza. In un secondo momento tenderei a raggiungere una riconciliazione delle due componenti e un ottimo globale.

Onestamente per quest’anno ho reintrodotto i lavori a vo2 con un semplice 5x3’ ad alta cadenza (100-110), recupero inferiore ai 60”, così almeno nelle ultime 3 ripetute la FC entra nel range desiderato entro il primo minuto; nel seguito posso sempre tenere il 5x3’ giostrando cadenza, potenza e recupero. In questa seconda fase potrei anche considerare lavori più intermittenti, anche se non li amo, ma di certo e per ovvi motivi non nella prima
 

pedalone della bassa

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mannaggia a me ed a quando vi ascolto

raccattato 50' liberi ieri sera........
Sarà che avevo fatto un 8 km di corsa al mattino, sarà, soprattutto, che avendo un rullo basico, non avevo riferimenti di watt, nè di velocità, nè di altro, avevo solo il cardio
Beh, arrivato sfinito. Anche perchè, se i 3 minuti ed i 2 li ho fatti spingendo bene, a tempo inferiore li ho fatti "a brutto muso". Mi è bastata una serie
 
22 Marzo 2007
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human-powered
Anche qui sono d'accordo (ammesso che il mio parere abbia qualche rilevanza, eh )
Era un discorso molto generale: esercitandoti in ambito severo enfatizzi per definizione la componente di trasporto, visto che è l'unico ambito di intensità che ti porta velocemente a VO2max (o comunque a % elevate, se ragioniamo per intervalli).
Il discorso potrebbe essere: enfatizzo molto il trasporto, ma potrei essere più limitato lato utilizzazione? (I pro tendenzialmente no, io in questo momento sicuramente). Quindi potrei trovarmi ad applicare uno stimolo che, pur spostando sicuramente quel limite, lo fa con una resa non così favorevole. Avrebbe forse più senso utilizzare esercizi intervallati più brevi che stimolino di più questo aspetto periferico prima di dare maggior enfasi altrove (è solo un esempio). Se invece è più utile massimizzare la permanenza a % elevata del massimo devo necessariamente scegliere intervalli un pochino più lunghi, tipo quelli che citi. Quanta enfasi dare a una cosa o all'altra dipende dal contesto (ne han scritto molto, su libri e articoli, Laursen e Buchheit).
(Senza dimenticare, ad esempio, che un pro ha poco/pochissimo margine di aumento per VO2max, quindi con questi sforzi modificano altri aspetti che gli permettono di aumentare la potenza nel range che li porta a VO2max - efficienza lorda?- piuttosto che la sostenibilità oltre a contribuire ad aumentare il carico sostenibile).
Non si fa ciò che piace, ma ciò che è necessario
 

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