Ma il punto e' proprio questo. Chi ci dice che i tanto rinomati marchi producano i loro manufatti in composito rispettando tutti i crismi e adottando le migliori tecnologie/materiali, oppure finalizzano la produzione pensando ad un prodotto che sia vendibile a molto, costando in produzione poco? Per quella poca esperienza che ho vedo manufatti in carbonio di marca che si crepano/spaccano come se non di piu' di prodotti cinesi no brand....
La fibra di carbonio è per certi versi troppo delicata per le biciclette. Quando correvo io molte cose della bici le facevo io a casa, con quattro
attrezzi. E anche i meccanici del team credo usassero la dinamometrica per chiudere il corpetto o la serie sterzo. Oggi la devi usare per regolare la sella.
E quando dico troppo delicata lo è per noi appassionati, per i prof meno perché le loro bici sono decisamente più controllate e un telaio che si crepa per loro è una scocciatura o poco più. Ci sta che le loro bici siano più simili a prototipi e ci sta che le componenti che usano siano al limite o quasi sempre.
Detto questo I tanti rinomati marchi hanno delle responsabilità e devono rispettare parametri di sicurezza.
Specialized,
Trek,
Mavic,
Fulcrum e chi più ne ha più ne metta in caso di problemi seri e ricorrenti rischiano in determinati paesi cause importanti o class action. Sia chiaro l’errore scappa anche a loro, ma spesso il problema è da quando la bici lascia la fabbrica a quando si rompe nelle mani di un ciclista. Trasporti, uso improprio, mancato controllo approfondito dopo cadute o colpi….
I grandi brand però acquistano anche in Asia ma con specifiche e garanzie ben precise. E con tecnologie spesso impiantate in Asia ma collaudate in occidente dove ci sono le vere eccellenze nell’uso del carbonio.
I vari componenti no brand purtroppo spesso mancano di questa filiera di produzione e controlli. Un telaio o una ruota di un grande brand deve presentare caratteristiche di resistenza e costruttive certe o quasi. La stessa ruota deve uscire in migliaia di esemplari con minimi scostamenti di qualità e tolleranza che vengono verificati e certificati a campione.
Un telaio o una ruota no brand può essere eccellente, sono però certo che su 100 ruote Ican ne abbiamo con mille caratteristiche. Perché le trame di carbonio arrivano da fornitori diversi, con tessiture diverse. I macchinari utilizzati, spesso in capo a micro-aziende che poi cedono il prodotto al marchio principale non sono in grado di garantire uniformità per vetustà o semplicemente per inadeguatezza. Quindi va un po’ a fortuna e il tutto viene messo in conto dall’azienda. Sanno benissimo che una percentuale di prodotti potenzialmente tornerà indietro come non conforme.
Cosa che su Ican accetti, anche perché spesso dietro hai Amazon o altri che ti permettono di fare resi.
Mavic, Specialized, fulcrum o
Shimano non possono permettersi ritiri di massa di prodotti che non corrispondono ai loro standard E anzi spesso si tengono molto dalla parte della ragione. Così come non possono permettersi subappalti ai limiti della decenza e di ogni diritto del lavoratore o della sicurezza sul lavoro. Sfruttando chiaramente anche loro la manodopera a basso costo ma non come marchi prettamente orientali e pressoché sconosciuti.
Sono d’accordo sul fatto che una Ican o una top di gamma Fulcrum per un ciclista medio non fanno differenza. Comprando una Fulcrum paghi sicuramente il marketing, ma anche un prodotto di base più affidabile, meno soggetto a problemi di evidente scarsa attenzione che ti costringono a resi o cambi in garanzia con altissime frequenze.
Io non mi butterei mai su componenti così perché so benissimo che sto barattando tanta qualità e affidibilità con un prodotto che potrebbe essere buono identico ma anche molto meno buono