Calmi ragazzi, i bilanci si fanno alla fine. Finora però di sicuro Basso aveva dimostrato un maggiore spessore internazionale, scegliendo giustamente la vetrina del Tour de France e non limitandosi alle corse del pollaio che si fanno in Italia.
Cunego non mi era mai stato granché simpatico ma dopo il suo Tour di quest'anno (per me grandissimo) ho cambiato opinione: ha corso con lo spirito giusto, attaccando spesso, sbagliando anche (ma serve per imparare), piazzandosi nelle tappe dure e finendo in crescendo con una grande crono. Alla fine 11° in classifica e maglia bianca, proprio come fece Basso alla stessa età (25 anni) nel 2002. E tolto Armstrong il campo di partenti era più o meno dello stesso livello: Sastre e Kloden possono valere i Beloki e i Rumsas di allora.
Ora però il buon Damiano deve crescere come fece Ivan negli anni successivi (7°, 3° e 2°) prima di puntare alla vittoria. Mi sa che molte pagine entrambi le devono ancora scrivere.