Un paio di considerazioni a freddo, dopo la sbornia prestazionale di ieri.
Storicamente, se c’è una “nuova risorsa” che fa andare più forte, la usano tutti, o almeno tutti quelli che, economicamente, si possono permettere l’esborso di accedere a quella risorsa e implementarla a livello di team.
Questo fa sì che il doping, in uno sport come il ciclismo, dove gli avversari passano decine di ore di gara all’anno fianco a fianco, sia come il segreto di Pulcinella. Se esiste lo sanno tutti e, tempo un paio di anni, la novità di turno è adottata da tutti.
E’ curioso, invece, vedere come i sospetti (vale per il Pogacar di ieri, ma anche per il Vingegaard del Granon, o della crono 2023) si accentrino sul vincitore di turno, e non si cerchi di capire come facciano TUTTI ad andare così forte.
L’UCI dal canto suo non si aiuta (o non vuole): per assurdo un gara su Zwift, con i dati di potenza e cardio in chiaro, è più trasparente di una qualunque competizione WT.