Diciamo che ho riflettuto sul passato e l’approccio “classico” che è un po’ un approccio da gamberi :)
Credo sia di fatto impossibile evitare del tutto di basarsi (in parte) su bias di ragionamento: lo faccio perché lo facevo e funzionava (dandolo per scontato senza verificare se e quanto funzioni ancora, magari perdendo occasioni), lo faccio perché è l'approccio usato di solito (magari in contesti diversi in cui si fa anche molto altro), lo faccio credendo che il vantaggio che apporta sia di un certo tipo (mentre in realtà magari è diverso, tipo: è la bassa intensità in sé, o il fatto che inserire bassa intensità previene le risposte indesiderate legate ad applicare troppo frequentemente intensità più elevate?).
Se si ragiona in termini di ricerca di una capacità di prestazione l'obiettivo di fondo (non del fondo
) sarebbe comunque quello di creare un sovraccarico progressivo nel tempo (quindi limitando i periodi di scarsa resa, per non perdere occasioni). Bisogna *solo* capire come farlo, senza dare cose per scontate.
Troppo filosofico, scusate :)