Giro d'Italia Donne 2024

sartormassimo

Apprendista Velocista
27 Aprile 2013
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TREVISO
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bella è bella...
Chi ama il ciclismo non può non amare una come Elisa Longo Borghini.
La adoro come atleta ma ancora di più mi piace anche quando è giù dalla bici.
Le sue interviste non sono mai banali, sempre umile anche dall'alto dei risultati con qui ottenuti.
Le auguro ancora tante soddisfazioni e spero che, un giorno lontano, quando smetterà possa rimanere nell'ambiente sportivo giovanile. Persone così sono preziose sempre.
 
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paolone8

Apprendista Passista
13 Giugno 2008
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Lago maggiore
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Casati laser chorus
Chi ama il ciclismo non può non amare una come Elisa Longo Borghini.
Concordo pienamente, Elisa è immensa come atleta, fantastica come persona. La incontri di persona ed è come trovare la vicina di casa. Mi viene facile pensare che nel suo futuro post agonismo, possa essere presente nell'ambiente giovanile con il pedale ossolano.
 
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bradipus

Vendicatore Mascherato e motore di ricerca
23 Luglio 2009
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Bugliano
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qualunquemente
Qualche considerazione generale sul Giro.... innanzitutto è stato un gran bel Giro, come non se ne vedeva da tempo nemmeno in campo maschile, deciso di fatto negli ultimi trecento metri.
Un finale così sarebbe stato difficilissimo da immaginare a priori, e questo grazie a due grandissime interpreti come ELB e Lotte Kopecky, due ragazze che hanno saputo, nel corso della loro carriera, migliorarsi continuamente rispetto alle loro caratteristiche di base.
Per l'ossolana si è già scritto, per la belga ricordo solo che, oltre all'iride su strada veste anche quelli dell'eliminazione e della corsa a punti in pista. Ed è arrivata sesta sul Tourmalet al TdF dello scorso anno. Aver battuto una tale avversaria aggiunge certamente valore alla vittoria di ELB.

Ma è stato un Giro con tante protagoniste, soprattutto giovani e giovanissime: a partire dal duo della Canyon - Sram, Neve Bradbury (vincitrice di una tappa e della classifica U23) e Antonia Niedermaier, seconda tra le giovani. E' una squadra che sta lavorando molto bene con le nuove leve, se teniamo presenti anche Ricarda Bauernfield, Zoe Backstedt, Maike van der Duin ed altre: in prospettiva, uno dei migliori team.

Bene anche Niamh Fisher-Black, una tappa ed una top ten, anche se è un po' calata nel finale è oramai nel lotto delle migliori scalatrici, a 24 anni ancora da compiere. Alla SD Worx forse è mancata una gregaria 'seria', al posto della gloriosa ma impalpabile Chantal var der Broek-Blaak.

Buon Giro anche per Pauliena Roojiakkers, quarta con uno dei risultati di maggior prestigio della sua carriera a trentuno anni, mentre un po' sotto le aspettative è stata Juliette Labous, seconda lo scorso anno e solo quinta in questa edizione.
Per Cecile Ludwig e Mavi Garcia difficile aspettarsi di più, a causa del rientro dall'infortunio per la prima e della inesorabile legge dell'età che avanza la seconda.
A proposito di rientranti, bene Liane Lippert, una tappa per lei dopo il difficile avvio di stagione; peccato per il ritiro.
Infine, tra le note positive, perdonatemi un'autocitazione: all'inizio dissi che ero curioso per quello che avrebbe potuto fare la ragazza di Mauritius, Kimberley (La Court) Pienaar: bene, direi che ha risposto alla grande, con una vittoria nella tappa finale, sempre presente in diverse fughe, direi promossa a pieni voti.
Una segnalazione anche per la giovanissima (18 anni) belga Lore De Schepper, che è stata con le migliori nelle prime tappe. Assieme a Ghekiere, qualcosa si muove in Belgio, oltre a Lotte...

Ora le note negative: parto con la ragazza su cui avevo puntato l'attenzione dallo scorso anno per vedere cosa avrebbe combinato di buono sull'asfalto, dopo le ottime prove nel ciclocross. Parlo di Fem van Empel, due volte iridata e dominatrice nell'ultima stagione del cross, che fa fatica a trovare una sua dimensione al di fuori della 'sua' specialità, contrariamente a quanto avvenuto per le sue connazionali e coetanee che si sono rivelate proprio nella disciplina invernale, ma che hanno trovato una dimensione di alto livello su strada (van Anrooij) e mtb (Pieterse).
La bionda Fem si è ritirata senza mai farsi vedere nelle posizioni di testa, disputando un Giro anonimo e deludente come quasi tutta la sua carriera su strada fin qui (per non parlare delle puntate in mtb). Peccato, perché il talento c'è.

Altra (per me) grande delusione è Silvia Persico: dov'è finita la ragazza che due stagioni fa portava a casa due bronzi mondiali (cross e strada), si prendeva il lusso di battere la Vollering in volata, ed era sempre tra le migliori, sia nelle classiche che nelle corse a tappe? Cosa le è successo? L'aver abbandonato il ciclocross può essere una causa, o c'è altro? Non mi risulta abbia avuto infortuni importanti, sono preoccupato e allibito da questa sua trasformazione in negativo.

In generale, per i colori azzurri non è proprio andata benissimo, al di là della vittoria di ELB: benino Gaia Realini, ma mi sembra ad un livello un po' inferiore allo scorso anno, abbastanza bene Chiara Consonni con la 'solita' vittoria di tappa, ma per il resto è buio.
Elisa Balsamo è in fase di ripresa dall'infortunio, Vittoria Guazzini non si è quasi vista (sesta a Foligno), entrambe ritirate: spero solo in chiave di preparazione olimpica, ma il tutto non mi fa essere molto ottimista.
A questo aggiungiamo che le tante giovani promesse che sembravano dovessere sbocciare da un momento all'altro (Masetti, Barale, Ciabocco, Gasparrini, Zanardi, Vigilia) ritardano la loro 'fioritura'; il futuro del nostro ciclismo femminile non mi appare così 'roseo'... si sente la mancanza di Salvoldi, della Valcar o di entrambe?
L'unica che per ora sembra manterere le promesse è Federica Venturelli (assente al Giro), ma ha solo diciannove anni...

Un cenno infine all'altra ragazza per cui avevo espresso curiosità alla partenza del Giro, e cioè Monica Trinca Colonel. Ha concluso ventitreesima ad oltre trentadue minuti, di cui ventitre accumulati nell'ultima tappa. Secondo me ha fatto un buon Giro, considerando che fino al Blockhaus era sempre tra le migliori, e che non corre per una squadra di prima fascia. Guardando la 'classifica avulsa' delle atlete non appartenenti a formazioni WT, meglio di lei hanno fatto solo le spagnole Ostolaza (campionessa nazionale) e quella vecchia volpe di Ana Santesteban, entrambe della Laboral Kutxa.
Io, fossi un dirigente di una formazione WT, una chance alla Trinca Colonel glie la darei, eccome.