Che ricordi queste discussioni (scusa il momento amarcord) :)2024... qualcuno usa ancora questa metodologia o l'avete abbandonata tutti? :-)
Che ricordi queste discussioni (scusa il momento amarcord) :)2024... qualcuno usa ancora questa metodologia o l'avete abbandonata tutti? :-)
Male non fà, può essere tranquillamente inserita in una panoramica variegata di allenamenti specifici .2024... qualcuno usa ancora questa metodologia o l'avete abbandonata tutti? :-)
È stat interessante leggere le prime pagine e fare un tuffo nel passato, ancor prima dell’avvento del PM; in qualche caso, ho letto, si aveva pure il problema di non disporre di un conta pedalateChe ricordi queste discussioni (scusa il momento amarcord) :)
Appena ho tempo provo (per mio esercizio mentale privato) a rianalizzare l'esercizio alla luce di ciò che ho nel frattempo appreso (mi era capitato di partecipare a una lezione/aggiornamento sul metodo alla casa madre, c'era uno spunto interessante ma basato sulla misura di una grandezza -col senno di poi- non del tutto significativa) :)È stat interessante leggere le prime pagine e fare un tuffo nel passato, ancor prima dell’avvento del PM; in qualche caso, ho letto, si aveva pure il problema di non disporre di un conta pedalate
Ritrovato documento di 10 anni fa, c'era già la suddivisione in 3 tipologie. Che come approccio può sicuramente avere un razionale - differenziare le "ricette" in base a cosa si deve correggere maggiormente, e creare una progressione. Probabilmente ha più rilevanza questo che non l'esercizio in sé e per sé.Ho ascoltato distrattamente, ma devo dire che, pur nei limiti, è abbastanza completo e tocca molte delle questioni che ci si pone a primo approccio
Stessa impressione, pur avendo ascoltato solo qualche pezzetto qua e là. Se trovo il tempo completo l'ascolto.qua e là ho sentito delle cose discutibili
Sì, diciamo che la determinazione della tipologia di atleta “assomiglia”, almeno per come è stata raccontata, a qualcosa di già visto e che si basa su CP e W’.Ritrovato documento di 10 anni fa, c'era già la suddivisione in 3 tipologie. Che come approccio può sicuramente avere un razionale - differenziare le "ricette" in base a cosa si deve correggere maggiormente, e creare una progressione. Probabilmente ha più rilevanza questo che non l'esercizio in sé e per sé
Ho pensato a qualcosa di simile anch'io, considerando il riferimento alla sostenibilità oltre la "soglia" (almeno nel documento).Sì, diciamo che la determinazione della tipologia di atleta “assomiglia”, almeno per come è stata raccontata, a qualcosa di già visto e che si basa su CP e W’.
“In acido” suonava meglioHo pensato a qualcosa di simile anch'io, considerando il riferimento alla sostenibilità oltre la "soglia" (almeno nel documento).
Mi ha fatto venire l'orticaria“In acido” suonava meglio
ho anche io la tua opinione, affermazioni talvolta molto diverse da quello che sono le mie conoscenze, poi ci sta che ognuno dica la sua.Ho ascoltato distrattamente, ma devo dire che, pur nei limiti, è abbastanza completo e tocca molte delle questioni che ci si pone a primo approccio
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Tra le mie note: i) sono rimasto abbastanza scioccato che nella versione base le f&o vengano svolte, rispettivamente, in z2/z3/z4 (ma devo dire che secondo me non c’è stata molta chiarezza si questo punto); ii) qua e là ho sentito delle cose discutibili, ma questo non dovrebbe intaccare le spiegazioni legate all’esecuzione dell’allenamento :)
Se ne è parlato molto nella discussione dedicata. Solitamente la forza (media efficace) in quell'ambito di intensità (da FTP a CP) è da 1/4 a 1/3 della massima forza media efficace alla stessa cadenza (ragiona sui cari vecchi quadranti sul diagramma forza-velocità). Se raddoppi sei comunque abbastanza lontano dal massimo (te lo conferma il fatto che il gesto lo ripeti un gran numero di volte), quindi potrebbe non essere un gran stimolo per migliorare il massimo. Se è questa ("massimo") l'idea che associ a "forza". Un effetto neuromuscolare ovviamente c'è, visto che recluti in modo differente le fibre e probabilmente i singoli muscoli coinvolti. Tendenzialmente è più significativo un effetto legato a compressione intramuscolare e modifica del flusso sanguigno (qui parlavano di ipossia), ma andrebbe valutato.quindi se faccio le SFR al 90% della frequenza cardiaca di soglia, significa farle al 90% della FTP, quindi dubito proprio che a 45rpm, che sono la metà di quelli che uno usa solitamente, significa mettere il doppio della forza che normalmente mettiamo sui pedali. Dire che questo non sviluppi la forza mi lascia qualche dubbio.
Sulle zone c'è da dire che si faceva riferimento ad una soglia da laboratorio; come/cos/perché non precisato immagino non solo per non sciorinare i punti salienti del metodo ma anche visto il taglio/livello che ha avuto la discussione. Se già uno si colloca agli estremi superiori delle zone allora effettivamente verrebbero fuori delle ripetute non troppo impegnative e che consentirebbero di accumulare un bel po' di volume in un range di zone di potenza abbastanza ampio e tutto sommato "utile". Probabilmente in una fase preparatoria ci potrebbe anche stare per poi andare ad intensificare portando le zone in z3/z4/z5. Resta però il fatto che anche con questa possibile interpretazione la parte di "forza/ipossia" sarebbe abbastanza blanda e senza specificità (insomma, io spero che chiunque riesca ad andare a 40/50 pedalate in Z2 senza particolati patemi).ho anche io la tua opinione, affermazioni talvolta molto diverse da quello che sono le mie conoscenze, poi ci sta che ognuno dica la sua.
A me non è diventato chiaro la potenza che uno deve utilizzare, perché anche dire z2, z3 z4 è dire tutto e dire niente, come dire che uno è alto o basso.
Diciamo che questa è la parte che più mi interessa - perché dovrei cercare di integrare nel mio piano - ma, come dicevo sopra, trovo poco utile ricercare quella condizione a potenze basse: mi parrebbe più utile farlo a potenze che sono di interesse e di diretta utilità. In questo senso mi trovo decisamente più propenso ad un protocollo in cui si fanno ripetute a potenza (di interesse) costante facendo variare la cadenza.Tendenzialmente è più significativo un effetto legato a compressione intramuscolare e modifica del flusso sanguigno (qui parlavano di ipossia), ma andrebbe valutato.
Ma questo genere di esercizio non si è evoluto in quello che adesso chiamano "Torque"? Quindi allenamenti a bassa cadenza, ma non a 40 rpm, visti in funzione di allenare quello che poi è il gesto specifico in salita. Di fatto se si affronta una salita ripida difficilmente si riesce ad andare a 90 rpm. Ho visto che è un tipo di allenamento che fanno un po' tutti, recentemente ho provato questo, fatto da Matthew Riccitello:Sulle zone c'è da dire che si faceva riferimento ad una soglia da laboratorio; come/cos/perché non precisato immagino non solo per non sciorinare i punti salienti del metodo ma anche visto il taglio/livello che ha avuto la discussione. Se già uno si colloca agli estremi superiori delle zone allora effettivamente verrebbero fuori delle ripetute non troppo impegnative e che consentirebbero di accumulare un bel po' di volume in un range di zone di potenza abbastanza ampio e tutto sommato "utile". Probabilmente in una fase preparatoria ci potrebbe anche stare per poi andare ad intensificare portando le zone in z3/z4/z5. Resta però il fatto che anche con questa possibile interpretazione la parte di "forza/ipossia" sarebbe abbastanza blanda e senza specificità (insomma, io spero che chiunque riesca ad andare a 40/50 pedalate in Z2 senza particolati patemi).
Diciamo che questa è la parte che più mi interessa - perché dovrei cercare di integrare nel mio piano - ma, come dicevo sopra, trovo poco utile ricercare quella condizione a potenze basse: mi parrebbe più utile farlo a potenze che sono di interesse e di diretta utilità. In questo senso mi trovo decisamente più propenso ad un protocollo in cui si fanno ripetute a potenza (di interesse) costante facendo variare la cadenza.
Sulle zone c'è da dire che si faceva riferimento ad una soglia da laboratorio; come/cos/perché non precisato immagino non solo per non sciorinare i punti salienti del metodo ma anche visto il taglio/livello che ha avuto la discussione. Se già uno si colloca agli estremi superiori delle zone allora effettivamente verrebbero fuori delle ripetute non troppo impegnative e che consentirebbero di accumulare un bel po' di volume in un range di zone di potenza abbastanza ampio e tutto sommato "utile". Probabilmente in una fase preparatoria ci potrebbe anche stare per poi andare ad intensificare portando le zone in z3/z4/z5. Resta però il fatto che anche con questa possibile interpretazione la parte di "forza/ipossia" sarebbe abbastanza blanda e senza specificità (insomma, io spero che chiunque riesca ad andare a 40/50 pedalate in Z2 senza particolati patemi).
Bravo ad aver recuperato questi dati (poi qualcuno dirà di non guardare i pro, ma alla fine quello che cambia è il valore assoluto della FTP non la tipologia di allenamento): 60-65rpm a 90-105% FTP. Guarda caso, il 90% FTP in cui erano nate le SFR. All'epoca di facevano a 45RPM probabilmente perché non esistevano rapporti che permettessero cadenze maggiori, e in salita si andava molto "duri". Ora invece si tende ad andare un filo più agili, ma la %di FTP rimane quella.Ma questo genere di esercizio non si è evoluto in quello che adesso chiamano "Torque"? Quindi allenamenti a bassa cadenza, ma non a 40 rpm, visti in funzione di allenare quello che poi è il gesto specifico in salita. Di fatto se si affronta una salita ripida difficilmente si riesce ad andare a 90 rpm. Ho visto che è un tipo di allenamento che fanno un po' tutti, recentemente ho provato questo, fatto da Matthew Riccitello:
7x
- 5'@83% FTP 55rpm
- 1'@100% FTP 65rpm
- 1'@55% FTP
Oppure c'è questo fatto da Caruso
- 2'@105% FTP 60-65rpm
- 10'@90% FTP 60-65rpm
Froome e team Sky
- Sprint 20"@z7
- 10'@z3 60-65rpm
oppure in Steady State
5 x
- 5'@90% FTP 60-65rpm
- 2'30"@55% FTP
Se fosse così sarebbe semplice, ma non è solo così :)ma alla fine quello che cambia è il valore assoluto della FTP non la tipologia di allenamento