In molti paesi si è adottato un regime di lockdown che ha consentito, con limitazioni, lo sport individuale all'aria aperta.
Il rischio contagio è pressoché nullo, del resto.
In Italia si è chiusa questa possibilità, per una sorta di battaglia social anti-ciclista (ma più ancora anti-runner), non del tutto spiegabile, se non con una caccia all'untore che doveva per forza avere un bersaglio. Ed in quest'ottica è stato abbastanza casuale che sian stati i runners o i ciclisti, semplicemente, in quel momento erano il bersaglio più facile.
Visto che addirittura l'OMS consiglia invece, entro determinati limiti, l'attiivtà all'aria aperta, mi auguro che nel momento in cui le misure anti-contagio potranno essere attenuate, il divieto assoluto possa cadere.
Vedo molto più difficile far ripartire attività come le palestre, pubbliche o private, o le piscine, etc... temo che a lungo, post epidemia, rimarranno per queste attività delle limitazioni, come contingentamenti numerici norme stretta a livello di igiene degli ambienti, il ché potrebbe favorire l'outdoor (= tutto l'outdoor, di cui il ciclismo è solo una modesta parte).
Per le attività indoor ci saranno cambiamenti, si penserà maggiormente all'attività individuale a scapito di quella di gruppo, potranno proporre moduli all'esterno, etc... Sarà una sfida anche quella che si troverà ad affrontare, per esempio, chi gestisce una palestra e dovrà reinventarsi rispetto ai metodi attuali.
Ci saranno dei cambiamenti nel nostro modo di vivere, e non sarano tutti negativi. Vedremo.