Secondo me stai facendo un po' di confusione.Ortopedici che si occupino di sport. Per la mia esperienza ho notato che se vai da uno bravissimo ma che non sa un accidente di ciclismo lui ti curerà come curerebbe mia madre che il ciclismo non lo pratica.
Lo stesso mio medico di famiglia, ciclista a tempo perso, quando vado da lui per segnalargli problemi che mi derivano dall'attività sportiva ha la tendenza a curarmi come un paziente normale e non come uno sportivo.
Non è che se non sono un professionista non devo avere le cure adeguate ad uno sportivo, fermo restando che non ho più l'età per essere pro' e che, di conseguenza, i tempi di recupero si allungano.
Se hai un tendine infiammato, immagino che il protocollo di cura sia uguale sia per te come per tua madre (così come per una polmonite).
L'importante è che la diagnosi sia esatta e qui sta il vero valore dello specialista.
Al limite si guarda l'età del paziente, il suo stato di salute, il suo tono muscolare, ma non il fatto che tu sia o no un ciclista.
Diverso il discorso di comprendere le cause; qui ti do ragione che un medico esperto di sport (e di ciclismo in particolare) possa esserci molto utile.
Però, come ben sai, le variabili di un infortunio articolare sono molte e possono anche essere l'accumulo di più offese diverse subite dall'arto. Non è semplice capire causa-effetto, salvo che vi sia un evento traumatico importante, tipo caduta.
Magari ci si concentra sulla bici, sul millimetro di tacchetta in più o in meno e ci si dimentica bellamente delle ripetizioni di leg extension fatte in palestra un po' "alla carlona", oppure di quelle volte che col gruppo degli amici si parte a tutta con i muscoli ancora un po' freddi.
Magari ci si scorda di quella partitella a calcetto con i colleghi di lavoro, condita con qualche sgambetto di troppo o molte altre cose...
Inoltre ognuno di noi ha i suoi punti deboli: c'è chi si tuffa nell'acqua ghiacciata e non prende neanche il raffreddore e chi gli viene la febbre al primo colpo di freddo...