E a questo punto gli sponsor manterranno il loro interesse?
No assulotamente Ser, intendevo una cosa diversa. Ammettiamo che il ciclismo perda di interesse per il pubblico, cosa ovviamente non scontata nonostante il malumore che queste notizie portano, per gli sponsor diventerebbe meno interessante?Agli sponsor interessa vincere oggi. Cosa vuoi che gli freghi di quello che succede tra 7-8-10 anni...
Tu ti ricordi il main sponsor della squadra di Cobo quando ha vinto la Vuelta?
Quindi se uno corre subjudice dovrebbero essere congelati tutti i contratti e in caso di squalifica andrebbero restituiti gli importi.Agli sponsor interessa vincere oggi. Cosa vuoi che gli freghi di quello che succede tra 7-8-10 anni...
Tu ti ricordi il main sponsor della squadra di Cobo quando ha vinto la Vuelta?
No assulotamente Ser, intendevo una cosa diversa. Ammettiamo che il ciclismo perda di interesse per il pubblico, cosa ovviamente non scontata nonostante il malumore che queste notizie portano, per gli sponsor diventerebbe meno interessante?
Quindi se uno corre subjudice dovrebbero essere congelati tutti i contratti e in caso di squalifica andrebbero restituiti gli importi.
Ma è difficile quantificare il vantaggio in termini di visibilità avuto da uno sponsor.
Per quel che riguarda i premi vinti da Cobo durante quella vuelta tot euro per tappe, maglie e vittoria finale, devono essere restituiti?
Si tratterebbe di una bella cifra.
Certo che per gli sponsor è impensabile, ma almeno i premi, visto che le gare sono gare UCI.Il vincitore della Vuelta prende 150.000eu, che oltretutto, da tradizione, condivide con la squadra. Il 3° guadagna 30.000...
Non vedo come si possa "congelare" un contratto di un sponsor verso un corridore o obbligare questo a restituire i soldi...chi lo glielo dovrebbe imporre poi? L'UCI? La federazione nazionale? Un tribunale?
Quando si mischiano le competenze le cose diventano assai complicate. Lo si vede da anni in materia antidoping, con le legislazioni nazionali sovrapporsi a quelle dell'UCI,e d in alcuni casi contraddirsi.
Basti pensare ad Armstrong: -fosse stato spagnolo avrebbe ancora 8 Tour in bacheca (uno bonus con la tessera a punti). Essendo americano ha dovuto soprattutto star molto bene attento a come muoversi perché il rischio più grande era finire in galera...
Probabile, ne sai sicuramente più di me che il Giro l'ho visto passare due volte, una a Roma l'anno scorso e una da militare a Campobasso. Però trovo irritante questa burocrazia dai tempi biblici, mi ricorda la Coppa America di trent'anni fa, uccisa dalla carta da bollo e dalle aule di tribunale.È un discorso fatto molte volte. Il ciclismo è uno sport molto differente dagli altri in questo senso. In particolare per il fattore durata.
La gara -importante- più corta, tipo le classiche monumento, hanno durata media di 6-7h.
I grandi giri durano 3 settimane praticamente no-stop.
Nessuna gara si svolge "in un posto", ma per definizione coprono un territorio.
Da questo ne deriva che anche lo sponsoring è piuttosto diverso rispetto altri sport. Il grosso degli introiti deriva da sponsorizzazioni legate al territorio, in particolare dall'indotto che deriva il passaggio o presenza di una grossa gara.
Tradotto: chi ci mette veramente tanti soldi non sono gli sponsor che poi vedi sulle maglie, ma quelli che vedi a bordo strada ad un Tour. Ad esempio Vittel (l'acqua) per un Tour spende più di quanto ci metteva la Sky per la squadra (e con la Ineos sarà uguale).
Ed a questi sponsor che vinca tizio caio o nessuno gli interessa zero.
Né temono cali di pubblico, perché, appunto, il grosso del pubblico che guarda un Tour, un Giro, o anche le classiche, non è un pubblico di "appassionati" a cui interessano i rapporti, la misura dei copertoni, o se Pinot si beva o cosa. È contento che il carrozzone passi nel paese, di farsi il selfie con dei colori sfocati che gli passano dietro o di correre come un deficiente dietro ai corridori in salita. O, in versione classica belga, di non sentire più il freddo e la pioggia a suon di birre accampato sui muri.
E questo spesso è dimenticato pure da chi critica le telecronache Rai et similia perché non abbastanza "tecniche": come se fosse possibile parlare per ore di FTP, Watt, doping e trasfusioni al nonno che pensa che la bici di Coppi pesava 20kg...
I premi sono divisi sempre con la squadra, quindi temo proprio non sia una strada percorribile.Certo che per gli sponsor è impensabile, ma almeno i premi, visto che le gare sono gare UCI.
Soprattutto se uno corre subjudice.
Magari fungerebbe da incentivo alle squadre per ulteriori controlli.
Esattamente, allo sponsor di Cobo, che oltretutto era in uscita dal ciclismo dopo un'esperienza fallimentare, interessava di monetizzare in quel momento. Ma poi anche gli sponsor che stanno nel ciclismo più a lungo se ne sbattono di cosa accade anni dopo. Gli sponsor che hanno lucrato 15 anni con Armstrong l'hanno scaricato in 10 minuti senza grandi problemi, e non hanno avuto alcun danno dalla revoca dei 7 Tour. Nel frattempo erano state vendute biciclette, occhiali, braccialetti e c.zzi vari... ed era tutto ciò che contava.Agli sponsor interessa vincere oggi. Cosa vuoi che gli freghi di quello che succede tra 7-8-10 anni...
Tu ti ricordi il main sponsor della squadra di Cobo quando ha vinto la Vuelta?
Probabile, ne sai sicuramente più di me che il Giro l'ho visto passare due volte, una a Roma l'anno scorso e una da militare a Campobasso. Però trovo irritante questa burocrazia dai tempi biblici, mi ricorda la Coppa America di trent'anni fa, uccisa dalla carta da bollo e dalle aule di tribunale.
Sul piano della giustizia c'è poco da dire, ha truffato tutti pesantemente e sistematicamente ed è stato giustamente punito. Sul piano emotivo è comprensibile che chi è cresciuto considerandolo l'eroe del suo tempo si trovi defraudato e tenda a rifiutarne la caduta o ad attribuirne la colpa ad altri, che potrebbero averne la loro parte.Il ciclismo al momento è cosi. In particolare nei casi in cui viene coinvolto il passaporto biologico, che prende per definizione un sacco di tempo nei controlli. Mi sorprende di più l'avversione degli appassionati per casi tipo quello di Armstrong, che di fatto, è stato un caso di giustizia ordinaria prima che sportiva, ed i tempi sono in linea (fosse stato in Italia anche abbastanza rapido va...).
Ai tempi dello scandalo Festina il proprietario, appunto, della Festina disse che non aveva mai venduto così tanti orologi come in quel periodo.Ma è difficile quantificare il vantaggio in termini di visibilità avuto da uno sponsor.
parla prima che venissero trovati positivi o scandalo del 98........era una grande squadra la festinaAi tempi dello scandalo Festina il proprietario, appunto, della Festina disse che non aveva mai venduto così tanti orologi come in quel periodo.
Questo lo dico io, ma forse se sapeva che avrebbe guadagnato così tanto da quello scandalo, li avrebbe denunciati lui stesso.
esatto......che se ne dica i soldi per le squadre non sono tantiTrovo corretto quanto scritto da @Ser pecora , però alla lunga anche quanto dice @andy_g sulla possibile fuga degli sponsor importanti dal ciclismo è a mio avviso un processo già in corso. Le squadre WT sono, tolti alcuni casi, sponsorizzate da aziende legate al settore, o da "entità statali" o "parastatali" o da aziende sconosciute al grande pubblico. Sponsor come Renault-Elf, Brooklyn, Deutsche-Telecom, Rabobank... temo che non li vedremo più nel ciclismo. Penso che per i grandi nomi il rischio di una pubblicità negativa legata ad un eclatante caso di doping li spinga a stare alla larga. Del resto l'ambiente è quello che è, i personaggi che girano sono quelli che sono, e a quanto pare anche tra appassionati e tifosi resiste un'ampia schiera di "permissivisti" e "scusantisti". Se si iniziasse dal basso a chiedere pulizia a gran voce forse qualcosa si potrebbe cambiare.
Appunto perché sono divisi all’interno delle squadre che forse le responsabilizzerebbe di più.I premi sono divisi sempre con la squadra, quindi temo proprio non sia una strada percorribile.
Esattamente, allo sponsor di Cobo, che oltretutto era in uscita dal ciclismo dopo un'esperienza fallimentare, interessava di monetizzare in quel momento. Ma poi anche gli sponsor che stanno nel ciclismo più a lungo se ne sbattono di cosa accade anni dopo. Gli sponsor che hanno lucrato 15 anni con Armstrong l'hanno scaricato in 10 minuti senza grandi problemi, e non hanno avuto alcun danno dalla revoca dei 7 Tour. Nel frattempo erano state vendute biciclette, occhiali, braccialetti e c.zzi vari... ed era tutto ciò che contava.
Non esistono permissivisti e scusantisti. Non ho sentito o letto nessuno che in qualche maniera permetta o scusi il doping....escludendo al limite chi, per provocazione, dice di liberalizzarlo non potendo combatterlo. Di contro esistono da una parte sciacalli forcaioli che parlano di pancia (o di tifo a seconda dei casi), e persone che fanno dei distinguo e delle analisi scindendo situazioni e situazioni, perchè la generalizzazione è una delle madri dell'ignoranza...... a quanto pare anche tra appassionati e tifosi resiste un'ampia schiera di "permissivisti" e "scusantisti". Se si iniziasse dal basso a chiedere pulizia a gran voce forse qualcosa si potrebbe cambiare.
ecco, era quello il discorso, non mi trovo d'accordo sul resto ma andremmo otSospendere un qualcuno in attesa di giudizio, di fronte a un giudizio che si prevede su tempi lunghi non si può. Il rischio di punire per molto tempo uno che poi viene assolto non lo si può correre. Concordo in toto che una volta punito, la condanna avrebbe dovuto scontarla tutta effettivamente. Così è stato come dire: ok ti do 2 anni di galera, ma valgono da 1 anno e mezzo fa, quindi facciamo finta che nell'ultimo anno e mezzo sei stato in galera e tutto quello che ha fatto non vale. Ma che è una barzelletta?
anche liquigas, ad esempio, aveva trovato una pubblicità che gli permetteva di raggiungere i posti che più interessavano alle loro vendite, non raggiunti dalla rete pubblica del gas. Hanno terminato semplicemente per una questione di tempi.Ai tempi dello scandalo Festina il proprietario, appunto, della Festina disse che non aveva mai venduto così tanti orologi come in quel periodo.
Questo lo dico io, ma forse se sapeva che avrebbe guadagnato così tanto da quello scandalo, li avrebbe denunciati lui stesso.
Era l'arrivo a Pena CabargaIo la Vuelta di Cobo me la ricordo benissimo e le sfide con Froome in salita furono memorabili. Ricordo in particolare un arrivo su una salita con pendenze assurde, mi pare la "Bola del mundo", girano ancora video su youtube di quella sfida incredibile.
Che Cobo fosse pieno in quella Vuelta non ho mai avuto dubbi ma per me non era l'unico.....