Le Tour de France 2018

Chi vincerà il TDF 2018?


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Alien

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Non serviva nemmeno una prova del genere.....sarebbe bastato chiedersi, prima di postare (mi riferisco ai media) dubbi del genere in rete, cosa cavolo avrebbe mai dovuto farsene di una bici col motorino uno che è leader della maglia a pois in una tappa in cui gpm non ce ne sono. :yoga:

Appena visto il video ho pensato alla stessa cosa che è stata poi riportata dalla Gazzetta.
Basta essere andati un paio di volte in bicicletta per capire a cosa fosse dovuto quel movimento della ruota, ma ormai ci sono motorini ovunque si veda una ruota girare (senza preoccuparsi di accertare cosa sia successo un attimo prima)
 

carmysco

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Non comprendo l'assenza di tappe oltre in 230 km con molta permanenza in quota dove prevalgono le doti di fondo. C'è solo una tappa poco oltre i 200 km con due colli pirenaici. Non so se un corridore come Thomas in una tappa over 200 con salite come lo Stelvio sia in grado di fare ciò che ha fatto ieri. Trovo corridori come Nibali, Quintana, Froome e Doumilin penalizzati da percorsi con tappe di montagna sotto i 200 km.
 
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Doppiomisto

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Non comprendo l'assenza di tappe oltre in 230 km con molta permanenza in quota dove prevalgono le doti di fondo. C'è solo una tappa poco oltre i 200 km con due colli pirenaici. Non so se un corridore come Thomas in una tappa over 200 con salite come lo Stelvio sia in grado di fare ciò che ha fatto ieri. Trovo corridori come Nibali, Quintana, Froome e Doumilin penalizzati da percorsi con tappe di montagna sotto i 200 km.

Concordo totalmente. Si sta sempre più snaturando uno sport che ha nel fondo una delle sue principali caratteristiche in nome di un presunto spettacolo.
 

samuelgol

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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Non comprendo l'assenza di tappe oltre in 230 km con molta permanenza in quota dove prevalgono le doti di fondo. C'è solo una tappa poco oltre i 200 km con due colli pirenaici. Non so se un corridore come Thomas in una tappa over 200 con salite come lo Stelvio sia in grado di fare ciò che ha fatto ieri. Trovo corridori come Nibali, Quintana, Froome e Doumilin penalizzati da percorsi con tappe di montagna sotto i 200 km.
Quelle tappe lì sono una noia mortale e nel ciclismo moderno si sono sempre ridotte a una battaglia negli ultimi km dell'ultima salita. Le temono troppo e gli restano troppo nelle gambe a tutti.
Quelle più divertenti e scoppiettanti sono quelle come la tappa di ieri. Ok un filino più lunghe, ma guai a farle over 200.
Concordi @Airone del Chianti? ;-)
 
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Airone del Chianti

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Quelle tappe lì sono una noia mortale e nel ciclismo moderno si sono sempre ridotte a una battaglia negli ultimi km dell'ultima salita. Le temono troppo e gli restano troppo nelle gambe a tutti.
Quelle più divertenti e scoppiettanti sono quelle come la tappa di ieri. Ok un filino più lunghe, ma guai a farle over 200.
Concordi @Airone del Chianti? ;-)
Concordo benissimo.
Fosse per me ridurrei a 200 km anche le Grandi Classiche, soprattutto la Milano-Sanremo.
 

carmysco

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Quelle tappe lì sono una noia mortale e nel ciclismo moderno si sono sempre ridotte a una battaglia negli ultimi km dell'ultima salita. Le temono troppo e gli restano troppo nelle gambe a tutti.
Quelle più divertenti e scoppiettanti sono quelle come la tappa di ieri. Ok un filino più lunghe, ma guai a farle over 200.
Concordi @Airone del Chianti? ;-)
Il ciclismo è uno sport di fondo. Stiamo parlando di campioni, professionisti. È giusto che atleti di tale livello si cimentino in competizioni con un chilometraggio oltre i 200 km e che emergano le differenze tra i più forti, anche a costo di vedere tappe a medie di 30 all'ora. I grandi campioni del passato, con le bici e le strade di 70 anni fa hanno scritto la storia in tappe di oltre 300 km. Quelle di cui parlate voi sono le Gran Fondo, corse per cicloamatori.
 

samuelgol

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la tua speranza è destinata a rimanere tale. Sei tu che vuoi una randonnè visto che a 30 non ci si va nemmeno nelle gran fondo. La gente vuole emozioni e quelle le danno solo le corse più brevi. È un fatto non una opinione.
 

Gamba_tri

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Il ciclismo è uno sport di fondo. Stiamo parlando di campioni, professionisti. È giusto che atleti di tale livello si cimentino in competizioni con un chilometraggio oltre i 200 km e che emergano le differenze tra i più forti, anche a costo di vedere tappe a medie di 30 all'ora. I grandi campioni del passato, con le bici e le strade di 70 anni fa hanno scritto la storia in tappe di oltre 300 km. Quelle di cui parlate voi sono le Gran Fondo, corse per cicloamatori.
Se si vuole la selezione sul fondo, visto grado di preparazione e tecnologia attuale, bisogna portare la tappa ad almeno 400 km, così,forse, qualcuno si stacca per selezione naturale. Visto che sarebbero come guardare in TV un Ironman di triathlon, interessante come veder l'erba crescere, come lo definirono i primi organizzatori alla TV che si era offerta di trasmetterlo, direi che è meglio vedere tappe corte, ma combattute.

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Airone del Chianti

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la tua speranza è destinata a rimanere tale. Sei tu che vuoi una randonnè visto che a 30 non ci si va nemmeno nelle gran fondo. La gente vuole emozioni e quelle le danno solo le corse più brevi. È un fatto non una opinione.
La sua speranza sarebbe la morte del ciclismo professionistico.
Un prodotto così non è vendibile, nemmeno televisivamente. E senza diritti tv qualunque sport professionistico muore.
 

Rubz

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Il ciclismo è uno sport di fondo. Stiamo parlando di campioni, professionisti. È giusto che atleti di tale livello si cimentino in competizioni con un chilometraggio oltre i 200 km e che emergano le differenze tra i più forti, anche a costo di vedere tappe a medie di 30 all'ora. I grandi campioni del passato, con le bici e le strade di 70 anni fa hanno scritto la storia in tappe di oltre 300 km. Quelle di cui parlate voi sono le Gran Fondo, corse per cicloamatori.

70 anni fa appunto.
Se non te ne fossi accort Il ciclismo come tutti gli sport (o quasi) si evolve, sia come tecnica che come percorso.
Fare tappe di più di 300 km è un idiozia.
 

carmysco

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70 anni fa appunto.
Se non te ne fossi accort Il ciclismo come tutti gli sport (o quasi) si evolve, sia come tecnica che come percorso.
Fare tappe di più di 300 km è un idiozia.
Non ho scritto che vorrei tappe di oltre 300 km. Ho scritto che se i corridori di 70 anni fa su quelle strade e con quei mezzi facevano tappe di 300 km, i corridori odierni possono affrontare tappe di oltre 200 km. Non si possono far affrontare tappe da 9 ore ma da 6 ore mi pare adeguato per dei professionisti di una disciplina di fondo.
 

carmysco

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la tua speranza è destinata a rimanere tale. Sei tu che vuoi una randonnè visto che a 30 non ci si va nemmeno nelle gran fondo. La gente vuole emozioni e quelle le danno solo le corse più brevi. È un fatto non una opinione.
30 era un paradosso al ribasso, per sottolineare la consapevolezza della possibilità che senza un doping pervasivo e performance atletiche "umane" ci si deve aspettare prestazioni limitate nelle medie orarie.
 

carmysco

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Se si vuole la selezione sul fondo, visto grado di preparazione e tecnologia attuale, bisogna portare la tappa ad almeno 400 km, così,forse, qualcuno si stacca per selezione naturale. Visto che sarebbero come guardare in TV un Ironman di triathlon, interessante come veder l'erba crescere, come lo definirono i primi organizzatori alla TV che si era offerta di trasmetterlo, direi che è meglio vedere tappe corte, ma combattute.

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La selezione si ha con una tre giorni alpina di tappe il cui chilometraggio oscilla sui 200 km per singola tappa (180 - 210 - 230). Non è un caso che ci si ricordi di tappe di 20 o 30 anni fa con le crisi di grandi campioni.
 

Alessiuccio

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Bianchi Sempre Pro Ultegra - Bianchi Impulso Veloce
I grandi campioni del passato, con le bici e le strade di 70 anni fa hanno scritto la storia in tappe di oltre 300 km.

L'altro giorno mi sono guardato La Course femminile, 119 km con due salite. Era tanto che non mi emozionavo così per il cicilsmo visto in tv, me la ricorderò a lungo questa gara. Non sempre la storia si scrive sulle stesse pagine.
 

carmysco

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L'altro giorno mi sono guardato La Course femminile, 119 km con due salite. Era tanto che non mi emozionavo così per il cicilsmo visto in tv, me la ricorderò a lungo questa gara. Non sempre la storia si scrive sulle stesse pagine.
Però vedi, anche qui, le donne, per lo meno negli ultimi anni, hanno sempre avuto come limite un chilometraggio che oscilla tra i 110 e i 130 km. Sinceramente non ricordo ai tempi d'oro della Luperini o della Canins se le corse o le tappe fossero più lunghe.
Sarebbe come voler abbassare il chilometraggio delle tappe o corse in linea femminili a 70 - 80 km. Invece La Course è stata, appunto, di 119 km.
 

Alessiuccio

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Però vedi, anche qui, le donne, per lo meno negli ultimi anni, hanno sempre avuto come limite un chilometraggio che oscilla tra i 110 e i 130 km. Sinceramente non ricordo ai tempi d'oro della Luperini o della Canins se le corse o le tappe fossero più lunghe.
Sarebbe come voler abbassare il chilometraggio delle tappe o corse in linea femminili a 70 - 80 km. Invece La Course è stata, appunto, di 119 km.

La mia domanda è: ma perché i tempi d'oro devono per forza essere quelli del passato remoto? Perché ci deve essere sempre questa esaltazione del ciclismo eroico, specialità tutta italiana, in cui il beppe conti di turno deve andare a ripescare per la settontocentesima volta il tappone esoterico del 1915 con arrivo sul col des morts vivants sotto la bufera di grandine appuntita? Io davvero, non lo sopporto più questo costante vivere nel passato che non serve a nulla e nessuno, se non a far lamentare i vecchi dentro e fuori che "non è più come una volta" e a continuare a far vedere all'esterno lo sport che amo e pratico come uno sport per anziani, mentre in Australia è uno degli sport più praticati dai giovani.
 

carmysco

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La mia domanda è: ma perché i tempi d'oro devono per forza essere quelli del passato remoto? Perché ci deve essere sempre questa esaltazione del ciclismo eroico, specialità tutta italiana, in cui il beppe conti di turno deve andare a ripescare per la settontocentesima volta il tappone esoterico del 1915 con arrivo sul col des morts vivants sotto la bufera di grandine appuntita? Io davvero, non lo sopporto più questo costante vivere nel passato che non serve a nulla e nessuno, se non a far lamentare i vecchi dentro e fuori che "non è più come una volta" e a continuare a far vedere all'esterno lo sport che amo e pratico come uno sport per anziani, mentre in Australia è uno degli sport più praticati dai giovani.
Non è una questione di esaltazione del tempo d'oro fine a se stessa. È una esaltazione di un tempo in cui le corse erano più lunghe e, inevitabilmente, emergevano i campioni con doti di fondo. Se le tappe di oltre 230 km (senza scomodare le anacronistiche tappe interamente sterrate degli anni '20 di 350 km) si corressero anche nel 2018 farei riferimento anche al 2018. Si tratta di una questione meramente fisiologica. su certi percorsi, oltre i 200 km emergono determinati soggetti favoriti dalla loro genetica. Sotto i 200 km, il potenziale gap prestazionale si assottiglia. Non è una questione storico temporale ma genetica e fisiologica.
 
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