Riporto la mia esperienza: prima partecipazione, mia prima Gf alpina in assoluto, nessuna conoscenza se non sulla carta delle salite e del percorso, la prendo piuttosto scanzonato senza troppi calcoli o aspettative se non quella di finire il lungo, fermandomi a tutti i ristori: tempo: 6:40.
Seconda e terza partecipazione fatte con qualche velleità in più di provare a fare leggermente meglio: mi sono riguardato i tempi dell'anno precedente, ho provato a forzare leggermente di più dove mi sembrava di essere andato più piano, ho saltato qualche ristoro (anche se non sono mai arrivato alla perversione di calcolare i millilitri di liquido mettere nelle borracce ).
Risultato: quel 6:40 è rimasto il mio best.
Quindi, se posso permettermi, il mio consiglio (non richiesto) è: andate e divertitevi, guardate i sontuosi panorami se vi va oppure dateci dentro a più non posso se ne avete, ma evitate possibilmente di perdervi troppo in calcoli, tabelle, wattaggi, VAM, soglie e sogliole varie.
Il ciclismo è anche, anzi soprattutto, cuore, fantasia, libertà, istinto, errori da cui trarre insegnamento. Questa deriva di dover farsi suggerire da un computerino come pedalare la trovo francamente insopportabile, tanto più nel ciclismo amatoriale.
E lo dice uno che coi numerini applicati alla fisiopatologia umana ci lavora tutti i giorni.
I nostri maestri ci hanno sempre insegnato: guardate si i numeri, ma prima di tutto guardate sempre la persona. Potreste avere delle sorprese!
Buona Maratona a tutti.
Seconda e terza partecipazione fatte con qualche velleità in più di provare a fare leggermente meglio: mi sono riguardato i tempi dell'anno precedente, ho provato a forzare leggermente di più dove mi sembrava di essere andato più piano, ho saltato qualche ristoro (anche se non sono mai arrivato alla perversione di calcolare i millilitri di liquido mettere nelle borracce
Risultato: quel 6:40 è rimasto il mio best.
Quindi, se posso permettermi, il mio consiglio (non richiesto) è: andate e divertitevi, guardate i sontuosi panorami se vi va oppure dateci dentro a più non posso se ne avete, ma evitate possibilmente di perdervi troppo in calcoli, tabelle, wattaggi, VAM, soglie e sogliole varie.
Il ciclismo è anche, anzi soprattutto, cuore, fantasia, libertà, istinto, errori da cui trarre insegnamento. Questa deriva di dover farsi suggerire da un computerino come pedalare la trovo francamente insopportabile, tanto più nel ciclismo amatoriale.
E lo dice uno che coi numerini applicati alla fisiopatologia umana ci lavora tutti i giorni.
I nostri maestri ci hanno sempre insegnato: guardate si i numeri, ma prima di tutto guardate sempre la persona. Potreste avere delle sorprese!
Buona Maratona a tutti.
Ultima modifica: