Palestra, che faccio mi fido....

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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Roma Eur
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Bici
BMC slr01 TREK Madone
Risp io...Si trasforma la forza aquisita con le macchine della palestra, si stimolano sia i muscoli che il cervello a utilizzare quella forza nel gesto della pedalata

beh un po semplicistico ....
x esperienza posso dire che la palestra porta appunto ad una espressione muscolare un po pigra , cioe senza un finalizzazione, la sensazione e' quella di avere della forza inespressa che sta li latente (sempre a sensazione) e il gesto della pedalata da un "senso "a questa forza.
 

FABIANO

Apprendista Cronoman
30 Giugno 2006
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Nave (bs)
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beh un po semplicistico ....
x esperienza posso dire che la palestra porta appunto ad una espressione muscolare un po pigra , cioe senza un finalizzazione, la sensazione e' quella di avere della forza inespressa che sta li latente (sempre a sensazione) e il gesto della pedalata da un "senso "a questa forza.

Semplicistico o no è come ho scritto....
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Bici
Colnago V1-r
Ho cominciato da poco a fare palestra perché mi serviva un allenamento ponte tra le due uscite domenicali.
All’istruttore ho dato come requisiti il potenziamento delle prestazioni in bici, una tonificazione generale che mi faccia riprendere il tono che avevo quando nuotavo e un po’ di dimagrimento visto che sono sù di cinque-sei Kiletti.
Il tipo mi ha fatto la seguente scheda per la prima settimana dicendomi che l’avrebbe modificata progressivamente in base alle mie sensazioni:
CROSS TRAINER: 10' difficoltà 4-5;
STEP: 8' dificoltà 4-5;
POWER PLATE (una specie di vibratore divertentissimo): 30" a 35Hz;
LEG PRESS ORIZZONTALE: 5 cicli 10/15/20/25/25, peso 40Kg, riposo 1';
POWER PLATE: 30" a 35Hz;
ADDOMINAL MACHINE 4 cicli da 15, peso 25Kg, riposo 30";
CRUNCH & OBLIQUE (sul tappetino) 4 cicli da 20 totale 60, riposo 30";
ROTAZIONE ASTA (per i fianchi) 3 cicli da 80, riposo 30";
TOP XT (per le braccia) difficoltà 3-4 velocità 55-60 RPM;
LAT CONVERGENT 3 cicli da 12 peso 25Kg;
VERTICAL CHEST: 3 cicli da 12 peso 25Kg;
ROWING: 3 cicli da 12 peso 25Kg.

Niente ciclette o spinning per trasformare, almeno al momento.
Sulle gambe ho già notato un maggior tono e anche una miglioria in salita specie negli strappi, sarà suggestione?
 

Camoscio delle Dolomiti

Apprendista Scalatore
21 Aprile 2004
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Nettuno (Roma)
www.omardifelice.it
Bici
Cervelo R3 - Shimano Dura Ace 2010
Trasformare, da quel che so io, significa "trasferire" la forza creata attraverso le macchine da palestra e i pesi da alcuni distretti muscolari, a quelli piu specifici per la bici.
In particolare vuol dire far fruttare gli esercizi in palestra e mettere a disposizione del gesto della pedalata, la forza creata in maniera diversa.
Ecco perchè, ad esempio, dopo ogni seduta di palestra bisognerebbe allenarsi in un certo modo. Fare anche "solo" un'ora e mezza, ma farla in un certo modo. Altrimenti è piu deleteria che altro la palestra..
 

rossifumi

Maglia Iridata
9 Novembre 2005
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30
Triangolo Lariano
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Bici
Cannondale SuperSix EVO
Si questo va bene, Emanuele, lo sapevo.
Vorrei solo sapere cosa vuol dire trasformare, tecnicamente, cosa succede, perchè si dice trasformare? Cosa si trasforma?

Sicuramente in questo articolo tratto da www.pianetamountainbike.it si trovano alcune risposte, sullo stesso sito si parla di tutti gli esercizi di potenziamento necessari ad un ciclista da effettuarsi in palestra:

CROSS TRAINING

Il periodo autunnale coincide abitualmente con il termine della stagione agonistica, ed è caratterizzato da un'interruzione degli allenamenti specifici.
Tale pausa, della durata di due o tre settimane, è indispensabile per ristabilire le condizioni ottimali per la successiva ripresa dell'allenamento invernale; l'atleta necessita, sia dal punto di vista fisiologico che da quello psicologico, un totale recupero, per evitare di giungere ad una situazione di 'sovrallenamento', o di totale mancanza di stimoli motivazionali.
Questa 'pausa' non deve però essere affrontata in modo completamente passivo per permettere al nostro organismo di mantenere una buona base aerobica, e per evitare un eccessivo aumento del peso corporeo.
Dopo un periodo iniziale di riposo assoluto, è quindi fondamentale trovare stimoli allenanti indiretti che permettano il mantenimento dell'efficienza cardiovascolare e respiratoria oltre che un buon tono muscolare.
Questa preparazione generale di carattere 'aspecifico' prende il nome di 'cross training'; essa prevede attività fisiche diverse da quella solitamente praticata dall'atleta, che dal punto di vista energetico e metabolico concorrono al mantenimento degli adattamenti centrali e periferici.
Il cross training è sempre stato utilizzato, fin dai tempi dell'antica Grecia, per mantenere o migliorare la performance atletica; è stato però l'affermarsi delle 'multidiscipline' come il triathlon ed il duathlon che ha portato ad uno sviluppo di studi e ricerche sull'allenamento incrociato.
Per meglio comprendere le caratteristiche del cross training è necessario partire dal concetto di 'transfer'. Sono diversi i significati che vengono assegnati, in ambito sportivo, a questo termine: possiamo intendere la possibilità di trasferire, nel medesimo periodo di allenamento, adattamenti che consentono di non perdere caratteristiche utili alla prestazione (transfer concomitante), oppure possiamo intendere la trasformazione, in tempi successivi, di modificazioni o adattamenti già avvenuti (transfer successivo).
In pratica, prendendo ad esempio in considerazione lo sviluppo della forza resistente nel ciclismo, possiamo intendere come transfer concomitante, l'allenamento contemporaneo delle qualità aerobiche e di quelle di forza del ciclista. Intenderemo invece come transfer successivo, una prima fase di allenamento che determini iperplasia ed ipertrofia delle fibre muscolari, ed una fase successiva che consenta di sviluppare le qualità aerobiche di tali fibre.
In questo caso è facile capire come il transfer concomitante, pur non permettendo significativi aumenti specifici sia della forza che della resistenza in senso assoluto, consenta di ottenere adattamenti più graduali compatibili con le espressioni di forza necessarie ad un'attività di tipo aerobico.
Il transfer successivo, che richiede dapprima un allenamento mirato allo sviluppo dell'ipertrofia delle fibre (diminuendo la densità dei mitocondri e dei capillari, e quindi diminuendo la capacità di lavoro aerobico), ed un successivo lavoro per modificare le caratteristiche delle nuove fibre adattandole al lavoro aerobico, renderebbe i tempi relativamente più lunghi ed il risultato molto più incerto (Duddley e Fleck in uno studio del 1987, riscontrarono che l'allenamento concomitante delle forza e della resistenza se da una parte può determinare un aumento parziale di entrambe le qualità, interferisce più direttamente con lo sviluppo della forza, senza interferire con lo sviluppo della massima potenza aerobica).
Tornando al concetto di cross training, possiamo intendere come allenamento incrociato, il transfer esistente tra esercizi differenti tra loro, al fine di determinare adattamenti comuni.
Questa preparazione generale aspecifica serve, in sintesi a mantenere gli adattamenti centrali delle discipline di endurance, e ad evitare contemporaneamente le conseguenze negative di un forzato periodo di inattività. E' quindi ideale sia nel caso della pausa invernale, ma anche come recupero post-traumatico, nel caso di monotonia e problemi a livello motivazionale, come terapia nei casi di sovrallenamento.
Diventa inoltre indispensabile per quegli atleti che, a causa delle ridotte ore di luce e di sfavorevoli condizioni climatico ambientali, non possono, per gran parte del periodo invernale, allenarsi direttamente in bicicletta (soprattutto nei giorni infrasettimanali).
E' fondamentale distinguere ora due differenti tipologie di allenamento incrociato. Da una parte abbiamo l'allenamento tramite discipline sportive affini, che quindi sviluppano ed utilizzano gli stessi metabolismi e possibilmente gli stessi distretti muscolari interessati al gesto specifico (come ad esempio il podismo ed il ciclismo), dall'altra l'allenamento tramite discipline sportive non affini, che cioè utilizzano diversi metabolismi e spesso anche differenti gruppi muscolari (come ad esempio il ciclismo ed il basket).
E' naturale che la prima tipologia di cross training appena citata è da preferirsi, in quanto consente il mantenimento dell'efficienza cardiovascolare e respiratoria.
Possiamo quindi analizzare i differenti mezzi allenanti maggiormente utilizzati dai ciclisti per gli allenamenti incrociati, citandone pregi e difetti.
Al primo posto troviamo la 'corsa a piedi' che rappresenta forse il mezzo migliore per mantenere o addirittura migliorare il proprio motore aerobico; è una delle discipline più faticose in quanto il peso corporeo dell'atleta è completamente supportato dagli arti inferiori, contrariamente al ciclismo, definita come 'attività in scarico', in cui parte del peso corporeo è sostenuto dalla bicicletta. I ciclisti devono quindi avvicinarsi alla corsa in modo molto progressivo adattando muscoli, legamenti e tendini a sopportare un carico maggiore, per evitare infiammazioni ed infortuni. Altro problema da non dimenticare assolutamente è la diversa tipologia di lavoro muscolare, presente nelle due discipline; mentre nel ciclismo sono presenti contrazioni muscolari esclusivamente di tipo concentrico, nella corsa abbiamo un'alternanza di contrazioni concentriche ed eccentriche, dovute alla fase di spinta del piede ed alla successiva fase di ammortizzazione.
E' proprio il lavoro eccentrico la causa numerosi dolori muscolari, che si avvertono dopo i primi allenamenti di corsa. Per cercare di ridurre al minimo tali inconvenienti è necessario correre su superfici morbide (erba, sabbia, strade sterrate e non afaltate), scegliere scarpe con intersuola morbida, specifiche per il tipo di appoggio del piede (in pronazione, supinazione o neutro), procedere con carichi di allenamento molto graduali e controllati, curare in modo particolare l'elasticità e la flessibilità articolare con esercizi di stretching.
Ottimo durante il periodo invernale è lo sci di fondo, in quanto consente di allenare, similmente alla corsa gli arti inferiori, evitando però parte del lavoro eccentrico, coinvolgendo inoltre gli arti superiori ed il tronco. E' molto utile per migliorare la resistenza, aiutato dal fatto che i lavori vengono eseguiti solitamente in altura. Necessità sicuramente una corretta gestualità tecnica, e la fondamentale presenza di neve (può essere eventualmente sostituito dallo skiroll).
Altra disciplina molto praticata è il nuoto; esso sviluppa l'equilibrio muscolare degli arti inferiori, di quelli superiori e della cintura addominale. Impegnando un elevato numero di distretti muscolare richiede inoltre un elevato impegno metabolico, aumentando quindi la potenza aerobica. A suo sfavore troviamo però la difficoltà tecnica del gesto, e la necessità, soprattutto durante l'inverno, di una struttura indoor per praticarlo.
Seguono poi tutte le discipline legate al fitness che si possono praticare nelle palestre; inconvenienti di tali attività sono il difficile controllo dell'intensità dell'allenamento e la non naturale sudorazione.
Concludendo è necessario ricordare che, se da un lato il cross training rappresenta quindi un mezzo di allenamento a livello di fitness generale, in quanto permette il mantenimento degli adattamenti generali, dall'altro non produce, su atleti già condizionati miglioramenti della performance. Numerosi studi hanno infatti evidenziato come gli effetti del cross training non superino mai quelli indotti dall'allenamento specifico, soprattutto in atleti di alto livello. Diverso è invece il discorso per la popolazione media che può trarre dall'allenamento incrociato notevole miglioramenti ed adattamenti
o-o
 

rossifumi

Maglia Iridata
9 Novembre 2005
12.138
30
Triangolo Lariano
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Bici
Cannondale SuperSix EVO
Qui evidenzio i concetti che dovrebbero esprimere cosa significa trasformare:

Per meglio comprendere le caratteristiche del cross training è necessario partire dal concetto di 'transfer'. Sono diversi i significati che vengono assegnati, in ambito sportivo, a questo termine: possiamo intendere la possibilità di trasferire, nel medesimo periodo di allenamento, adattamenti che consentono di non perdere caratteristiche utili alla prestazione (transfer concomitante), oppure possiamo intendere la trasformazione, in tempi successivi, di modificazioni o adattamenti già avvenuti (transfer successivo).
In pratica, prendendo ad esempio in considerazione lo sviluppo della forza resistente nel ciclismo, possiamo intendere come transfer concomitante, l'allenamento contemporaneo delle qualità aerobiche e di quelle di forza del ciclista. Intenderemo invece come transfer successivo, una prima fase di allenamento che determini iperplasia ed ipertrofia delle fibre muscolari, ed una fase successiva che consenta di sviluppare le qualità aerobiche di tali fibre.
In questo caso è facile capire come il transfer concomitante, pur non permettendo significativi aumenti specifici sia della forza che della resistenza in senso assoluto, consenta di ottenere adattamenti più graduali compatibili con le espressioni di forza necessarie ad un'attività di tipo aerobico.
Il transfer successivo, che richiede dapprima un allenamento mirato allo sviluppo dell'ipertrofia delle fibre (diminuendo la densità dei mitocondri e dei capillari, e quindi diminuendo la capacità di lavoro aerobico), ed un successivo lavoro per modificare le caratteristiche delle nuove fibre adattandole al lavoro aerobico, renderebbe i tempi relativamente più lunghi ed il risultato molto più incerto (Duddley e Fleck in uno studio del 1987, riscontrarono che l'allenamento concomitante delle forza e della resistenza se da una parte può determinare un aumento parziale di entrambe le qualità, interferisce più direttamente con lo sviluppo della forza, senza interferire con lo sviluppo della massima potenza aerobica).

Da quello che ho capito il metodo migliore per non aver ripercussioni sul gesto il bici è il tranfer concomitante che permette di trasferire progressivamente gli incrementi di forza acquisiti in palestra sulla bdc.

L'inconveniente è che non si hanno degli incrementi notevoli.

Se invece si ha la necessità di incrementare di molto la forza bisogna utilizzare il transfer successivo.

o-o
 

BOSE

Maglia Rosa
11 Settembre 2006
9.609
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www.robertogiannoni.com
Bici
CANNONDALE
Sapete dirmi chi è quel corridore che per vincere una classica ha usato o usa la palestra come allenamento per migliorare le sue prestazioni?
Ci sono studi medico/scintifici che dimostrano che la palestra migliora le prestazioni ciclistiche?
Meglio fare salite di forza resistenza o fare pesi in palestra?
sono dubbi che mi porto dentro o-o
Grazie per le vostre prossime delucidazioni in merito.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
21.119
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Roma Eur
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BMC slr01 TREK Madone
Sapete dirmi chi è quel corridore che per vincere una classica ha usato o usa la palestra come allenamento per migliorare le sue prestazioni?
Ci sono studi medico/scintifici che dimostrano che la palestra migliora le prestazioni ciclistiche?
Meglio fare salite di forza resistenza o fare pesi in palestra?
sono dubbi che mi porto dentro o-o
Grazie per le vostre prossime delucidazioni in merito.
la palestra in inverno viene privilegiata perke.
fuor fa freddo
si dovra pur staccare con qualsocaltro
anke il busto bisogna tonificarlo
i carichi che si ragiungono in palestra nn s'e' ripetuta che tenga
 

Emanuele

via col vento
16 Settembre 2005
10.403
68
53
www.borntorun.it
Bici
Tarmac S-Works
@folinhouse: ho letto i vari posto succesivi al tuo e devo dire che c'è tutto.
Non riporto altro, leggili con attenzione (come sono sicuro che farai!)

domani se riesco vado a prendere le Crocs.
 

danny

Apprendista Scalatore
27 Maggio 2004
2.628
50
Arezzo
www.danny.it
secondo me sepica andare in palestra fino a marzo è quasi un suicidio, a patto che tu non voglio cominciare a correre a maggio/giugno ma visto che di solito la stagione di MTB comincia già a febbraio o ai primi di marzo io non andrei in palestra oltre metà gennaio, questo è solo il mio punto di vista.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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BMC slr01 TREK Madone
secondo me sepica andare in palestra fino a marzo è quasi un suicidio, a patto che tu non voglio cominciare a correre a maggio/giugno ma visto che di solito la stagione di MTB comincia già a febbraio o ai primi di marzo io non andrei in palestra oltre metà gennaio, questo è solo il mio punto di vista.
si ma credo che 2 mesi di palestra possono poco oltre al fatto che dicembre sarebbe una tonificazione di tutto il corpo
in Effetti la sstagione mi comincia a febbraio ancke con tre gare importanti , ma tanto so di fare ben poco visto che fino ad allora nn potro allenarmi se nn nel WE , dunque avrei un bella scusa per giustificare i scadenti risultati :sborone:
 

danny

Apprendista Scalatore
27 Maggio 2004
2.628
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Arezzo
www.danny.it
guarda sepice ti capisco sono anche io nella tua stessa situazione, mi posso allenare solo dopo le 18,30 e in questo periodo uscire in bici di notte è dura, perciò fino a natale andrò in palestra poi da gennaio uscirò durante la settimana magari anche una volta, ma per quello che ho visto per noi l'allenamento migliore è il sabato e la domenica infatti se piove nei week end mi girano altamente.
 

sepica

Ammiraglia
10 Agosto 2004
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BMC slr01 TREK Madone
Ora io ho visto che dopo anni di programmazione mirata i risultati son sempre gli stessi alloar, vaffciulo stravolgo il tutto e come va va, tanto io il calo a giugno ce lho allor amejo posticipare un po magari sto calo avviene a luglioagosto quando le gare son poche
 

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