Quanti km fa un esordiente?

longjnes

Maglia Rosa
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la genetica l’alleni in modo limitato, altrimenti non si chiamerebbe genetica.
Remco ha iniziato ad andare in bici tardi eppure i numeri sono usciti…un mio compagno di squadra tra gli under, ha iniziato tardi eppure al secondo anno di attività era in nazionale e da under planava (passato poi in world tour).
ho ritrovato il riferimento.

che poi ci sia qualcuno che a 18 anni scopre di avere motore anche essendo vissuto sul divano, beh certo è possibile che ci sia. ma non ci costruisci un movimento, hai fatto 13 gia trovandone uno.
 

Ser pecora

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Domanda rivolta a chi ha corso da esordiente o ha figli che lo fanno, ho sentito di cifre importanti e vorrei capire quale potrebbe essere la media.

Mio figlio e quelli che corrono con lui (1° anno) fanno su per giù 6000km/annui*.

Le medie vanno dai 34kmh ai 38kmh di media, dipende da come si sviluppa la gara e quanti sono. Però con meno di 32kmh facile che vai fuori gara.

*io ovviamente spingo per i 15.000km in Z2 e lo ingolfo di zucchero anche mentre dorme. :mrgreen:
 

Brambo88

Novellino
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Recentemente guardando un video GCN ho sentito Giorgione sostenere che uno dei motivi della mancanza di ricambio generazionale dei ciclisti di livello in italia rispetto ad altre nazioni, è la mancanza di consapevolezza che il "motore" (o per lo meno alcuni aspetti e parametri del motore al netto dei parametri biologici/genetici) di un ciclista si sviluppa in età adolescenziale. e che se allenato e stimolato in modo approprioto in questa fase si possono ottenere i migliori risultati. passata questa eta, già a 16-17 anni la "cilindrata" è già fissata, puoi migliorare qualcosa ma il potenziale rimarrà quello.
In alcuni posti lo hanno capito e hanno metodologie di adozione, allenamento, coinvolgimento dei ragazzini in rispetto alla loro età/aspettative e tra i tanti riescono a formare/costruire nuovi talenti. in italia siamo rimasti un po' al palo. Ho ricercato il video sul canale GCN senza trovarlo forse annegato dentro altri titoli.
provo a citarlo ma sarà in giro a pedalare e a sgrassare :mrgreen: @Brambo88 se vuoi intervenire. la questione è interessante. non sono neppure sicuro di averla raccontata bene.
si, la penso esattamente così, ne avevo parlato in una puntata della squalo tv mi sembra. I problemi sono tanti nelle categorie esordienti e allievi, per ordine di importanza direi questi:
  • Si corre troppo e per periodi troppo lunghi. Non c'è modo di fare periodi di carico di allenamento seguiti da scarico e periodi agonistici se si corre tutte le domeniche. Fare allenamenti uguali tutte le settimane da marzo a settembre porta ad una stagnazione della crescita.
  • Non si lavora in modo adeguato sulla forza dalla pubertà in avanti
  • Non si lavora abbastanza su discipline differenti rispetto alla principale o si utilizzano in modo improprio
  • Non si analizza il modello di prestazione
  • Si considera il volume con i km e non con il tempo quando la velocità media in gara è quasi sempre superiore rispetto a quelle dell'allenamento
  • non ci si rende conto che cosa è divertente per molti ragazzini: andare a spasso durante la settimana per poi prenderle la domenica non è divertente. Il ciclismo è uno sport agonistico anche a questa età e i ragazzini sono i primi a saperlo, fare finta che non sia così e poi non capire perché in così tanti abbandonano è un atteggiamento miope. Se il ragazzino non ha velleità agonistiche può andare in bici come sport ricreativo senza la necessità di fare gare. Fa comunque bene alla salute e ci si diverte di più che ritirarsi tutte le domeniche dopo pochi chilometri
  • Attualmente si può vincere un Tour de France da under 23 e il picco di prestazioni si raggiunge molto prima che in passato. Dire ad un ragazzo che c'è tempo e che non deve avere fretta non ha senso se poi da un anno con l'altro gli si dice che è troppo vecchio e non può più correre. Serve una rimodulazione della progressione dei carichi negli anni con una pianificazione a lungo termine.
  • I soldi ci sono, come ci sono in tutti gli altri sport. Se si fornisce un offerta costruttiva/formativa adeguata alle necessità del ragazzo, la domanda, da parte del genitore, non tarderà ad arrivare e pagherà di tasca propria le spese di un preparatore competente. Il dramma è che attualmente vedo pochissime offerte decenti in Italia e nessuna davvero ben strutturata.
la genetica l’alleni in modo limitato, altrimenti non si chiamerebbe genetica.
Remco ha iniziato ad andare in bici tardi eppure i numeri sono usciti…un mio compagno di squadra tra gli under, ha iniziato tardi eppure al secondo anno di attività era in nazionale e da under planava (passato poi in world tour).

La genetica va stimolata, altrimenti i parametri non crescono. Remco giocando a calcio ad alti livelli ha stimolato in modo importante le sue capacità condizionali (in primis la forza) in un momento fertile della sua crescita. Il passaggio poi al ciclismo ha comportato solo un adattamento metabolico e coordinativo ma il motore era già bello che preparato.
 

Ser pecora

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si, la penso esattamente così, ne avevo parlato in una puntata della squalo tv mi sembra. I problemi sono tanti nelle categorie esordienti e allievi, per ordine di importanza direi questi:
  • Si corre troppo e per periodi troppo lunghi. Non c'è modo di fare periodi di carico di allenamento seguiti da scarico e periodi agonistici se si corre tutte le domeniche. Fare allenamenti uguali tutte le settimane da marzo a settembre porta ad una stagnazione della crescita.
  • Non si lavora in modo adeguato sulla forza dalla pubertà in avanti
  • Non si lavora abbastanza su discipline differenti rispetto alla principale o si utilizzano in modo improprio
  • Non si analizza il modello di prestazione
  • Si considera il volume con i km e non con il tempo quando la velocità media in gara è quasi sempre superiore rispetto a quelle dell'allenamento
  • non ci si rende conto che cosa è divertente per molti ragazzini: andare a spasso durante la settimana per poi prenderle la domenica non è divertente. Il ciclismo è uno sport agonistico anche a questa età e i ragazzini sono i primi a saperlo, fare finta che non sia così e poi non capire perché in così tanti abbandonano è un atteggiamento miope. Se il ragazzino non ha velleità agonistiche può andare in bici come sport ricreativo senza la necessità di fare gare. Fa comunque bene alla salute e ci si diverte di più che ritirarsi tutte le domeniche dopo pochi chilometri

Concordo in toto, ma sollevare obiezioni su questi punti rispetto la "vecchia guardia" finisce solo che ti prendi insulti.

La cosa più stupida personalmente trovo sia la sempiterna "l'importante è divertirsi", che al 99% è riferita ad uno che pascola e che al 99% dopo poco si rompe le palle e molla tutto.

E sono molto d'accordo che il ciclismo sia sempre e solo presentato ai ragazzini come agonismo e gare (e lo è perché nella testa degli adulti è cosi in primis). Anche se trasmettere la passione senza agonismo non è poi cosi scontato: la ciclabile non mi sembra attiri più che tanto. Trovare uno stimolo adeguato non è facile. In parte secondo me funziona pianificare un giro assieme, con dei punti di interesse, ma resta tutto molto legato alla voglia e tempo del genitore. Generalizzarlo non credo sia facile.
 

longjnes

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si, la penso esattamente così, ne avevo parlato in una puntata della squalo tv mi sembra. I problemi sono tanti nelle categorie esordienti e allievi, per ordine di importanza direi questi:
  • Si corre troppo e per periodi troppo lunghi. Non c'è modo di fare periodi di carico di allenamento seguiti da scarico e periodi agonistici se si corre tutte le domeniche. Fare allenamenti uguali tutte le settimane da marzo a settembre porta ad una stagnazione della crescita.
  • Non si lavora in modo adeguato sulla forza dalla pubertà in avanti
  • Non si lavora abbastanza su discipline differenti rispetto alla principale o si utilizzano in modo improprio
  • Non si analizza il modello di prestazione
  • Si considera il volume con i km e non con il tempo quando la velocità media in gara è quasi sempre superiore rispetto a quelle dell'allenamento
  • non ci si rende conto che cosa è divertente per molti ragazzini: andare a spasso durante la settimana per poi prenderle la domenica non è divertente. Il ciclismo è uno sport agonistico anche a questa età e i ragazzini sono i primi a saperlo, fare finta che non sia così e poi non capire perché in così tanti abbandonano è un atteggiamento miope. Se il ragazzino non ha velleità agonistiche può andare in bici come sport ricreativo senza la necessità di fare gare. Fa comunque bene alla salute e ci si diverte di più che ritirarsi tutte le domeniche dopo pochi chilometri
  • Attualmente si può vincere un Tour de France da under 23 e il picco di prestazioni si raggiunge molto prima che in passato. Dire ad un ragazzo che c'è tempo e che non deve avere fretta non ha senso se poi da un anno con l'altro gli si dice che è troppo vecchio e non può più correre. Serve una rimodulazione della progressione dei carichi negli anni con una pianificazione a lungo termine.
  • I soldi ci sono, come ci sono in tutti gli altri sport. Se si fornisce un offerta costruttiva/formativa adeguata alle necessità del ragazzo, la domanda, da parte del genitore, non tarderà ad arrivare e pagherà di tasca propria le spese di un preparatore competente. Il dramma è che attualmente vedo pochissime offerte decenti in Italia e nessuna davvero ben strutturata.


La genetica va stimolata, altrimenti i parametri non crescono. Remco giocando a calcio ad alti livelli ha stimolato in modo importante le sue capacità condizionali (in primis la forza) in un momento fertile della sua crescita. Il passaggio poi al ciclismo ha comportato solo un adattamento metabolico e coordinativo ma il motore era già bello che preparato.
Grazie Giorgione per l'intervento. preparato e con argomentazioni motivate e solide. Non credo di avere conoscenze per giudicare, ma mi pare evidente che la crescita di un movimento deve poggiare su conoscenza, metodo, e sulla capacità critica di valutazione di quanto adottato tra ciò che sta sta andando bene e cio che sta andando male e necessita di aggiustamenti. Oggi mi pare che ci sia ben poco di messo in discussione sulla modalità di far crescere i ragazzini. In italia esistono scuole di calcio servirebbe anche qualcosa di simile sul ciclismo per diffondere cultura metodo e socialità nella crescita dei talenti di domani. Ricordiamoci che i tesserati FCI e consulta sono tantissimi e l'indotto dei praticanti portato da questo sport è forse superiore a qualsiasi altro sport. Visto da un ignorante quella cattedra potrebbe essere tua, e non lo dico per leccare.
 

paolone8

Apprendista Passista
13 Giugno 2008
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Mio figlio e quelli che corrono con lui (1° anno) fanno su per giù 6000km/annui*.

Le medie vanno dai 34kmh ai 38kmh di media, dipende da come si sviluppa la gara e quanti sono. Però con meno di 32kmh facile che vai fuori gara.

*io ovviamente spingo per i 15.000km in Z2 e lo ingolfo di zucchero anche mentre dorme. :mrgreen:
Con i 32 è sicuro che vai fuori gara. Nella prima gara di quest'anno, nei primo anno sono arrivati in 17 e nel secondo anno in 27. Partiti in circa 130 ragazzi in entrambe le categorie.
 

paolone8

Apprendista Passista
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Da quello che leggo in questi post, deduco che mio figlio si allena nettamente meno degli altri visto che ha chiuso la scorsa stagione con circa 3800km. Pare sia invece normale il fatto che un primo anno di una squadra della zona abbia iniziato la stagione da primo anno con 2800km nelle gambe. Quello che mi chiedo è: con km quasi doppi, di quanto potrebbe incrementare le sue prestazioni?
 

paolone8

Apprendista Passista
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si, la penso esattamente così, ne avevo parlato in una puntata della squalo tv mi sembra. I problemi sono tanti nelle categorie esordienti e allievi, per ordine di importanza direi questi:
  • Si corre troppo e per periodi troppo lunghi. Non c'è modo di fare periodi di carico di allenamento seguiti da scarico e periodi agonistici se si corre tutte le domeniche. Fare allenamenti uguali tutte le settimane da marzo a settembre porta ad una stagnazione della crescita.
  • Non si lavora in modo adeguato sulla forza dalla pubertà in avanti
  • Non si lavora abbastanza su discipline differenti rispetto alla principale o si utilizzano in modo improprio
  • Non si analizza il modello di prestazione
  • Si considera il volume con i km e non con il tempo quando la velocità media in gara è quasi sempre superiore rispetto a quelle dell'allenamento
  • non ci si rende conto che cosa è divertente per molti ragazzini: andare a spasso durante la settimana per poi prenderle la domenica non è divertente. Il ciclismo è uno sport agonistico anche a questa età e i ragazzini sono i primi a saperlo, fare finta che non sia così e poi non capire perché in così tanti abbandonano è un atteggiamento miope. Se il ragazzino non ha velleità agonistiche può andare in bici come sport ricreativo senza la necessità di fare gare. Fa comunque bene alla salute e ci si diverte di più che ritirarsi tutte le domeniche dopo pochi chilometri
  • Attualmente si può vincere un Tour de France da under 23 e il picco di prestazioni si raggiunge molto prima che in passato. Dire ad un ragazzo che c'è tempo e che non deve avere fretta non ha senso se poi da un anno con l'altro gli si dice che è troppo vecchio e non può più correre. Serve una rimodulazione della progressione dei carichi negli anni con una pianificazione a lungo termine.
  • I soldi ci sono, come ci sono in tutti gli altri sport. Se si fornisce un offerta costruttiva/formativa adeguata alle necessità del ragazzo, la domanda, da parte del genitore, non tarderà ad arrivare e pagherà di tasca propria le spese di un preparatore competente. Il dramma è che attualmente vedo pochissime offerte decenti in Italia e nessuna davvero ben strutturata.


La genetica va stimolata, altrimenti i parametri non crescono. Remco giocando a calcio ad alti livelli ha stimolato in modo importante le sue capacità condizionali (in primis la forza) in un momento fertile della sua crescita. Il passaggio poi al ciclismo ha comportato solo un adattamento metabolico e coordinativo ma il motore era già bello che preparato.
Quindi iniziare a fare sul serio da allievo potrebbe essere tardi?
 

TheLordofBike

Apprendista Cronoman
4 Ottobre 2007
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si, la penso esattamente così, ne avevo parlato in una puntata della squalo tv mi sembra. I problemi sono tanti nelle categorie esordienti e allievi, per ordine di importanza direi questi:
  • Si corre troppo e per periodi troppo lunghi. Non c'è modo di fare periodi di carico di allenamento seguiti da scarico e periodi agonistici se si corre tutte le domeniche. Fare allenamenti uguali tutte le settimane da marzo a settembre porta ad una stagnazione della crescita.
  • Non si lavora in modo adeguato sulla forza dalla pubertà in avanti
  • Non si lavora abbastanza su discipline differenti rispetto alla principale o si utilizzano in modo improprio
  • Non si analizza il modello di prestazione
  • Si considera il volume con i km e non con il tempo quando la velocità media in gara è quasi sempre superiore rispetto a quelle dell'allenamento
  • non ci si rende conto che cosa è divertente per molti ragazzini: andare a spasso durante la settimana per poi prenderle la domenica non è divertente. Il ciclismo è uno sport agonistico anche a questa età e i ragazzini sono i primi a saperlo, fare finta che non sia così e poi non capire perché in così tanti abbandonano è un atteggiamento miope. Se il ragazzino non ha velleità agonistiche può andare in bici come sport ricreativo senza la necessità di fare gare. Fa comunque bene alla salute e ci si diverte di più che ritirarsi tutte le domeniche dopo pochi chilometri
  • Attualmente si può vincere un Tour de France da under 23 e il picco di prestazioni si raggiunge molto prima che in passato. Dire ad un ragazzo che c'è tempo e che non deve avere fretta non ha senso se poi da un anno con l'altro gli si dice che è troppo vecchio e non può più correre. Serve una rimodulazione della progressione dei carichi negli anni con una pianificazione a lungo termine.
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La genetica va stimolata, altrimenti i parametri non crescono. Remco giocando a calcio ad alti livelli ha stimolato in modo importante le sue capacità condizionali (in primis la forza) in un momento fertile della sua crescita. Il passaggio poi al ciclismo ha comportato solo un adattamento metabolico e coordinativo ma il motore era già bello che preparato.

Concordo, infatti ho specificato che "si allena in modo limitato"...ovvio che puoi essere potenzialmente il nuovo Pogacar, ma se resti sul divano e/o scegli di giocare a basket piuttosto che a biliardo, non lo diventerai mai :==
 

TheLordofBike

Apprendista Cronoman
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poi, aggiungerei un altro aspetto...le gare da esordiente sono per la stra grande maggioranza a vantaggio di ragazzini "veloci" e sono pressoche tutte in pianura (e se ce uno strappetto è quasi sempre di lunghezza quasi irrilevante).

Se sei un ragazzino con un fisico "alla Vingeegard" oppure "alla Contador" e non la vivi come un gioco (ok ti piace gareggiare ma non ne fai un caso di stato) finisce che ti demoralizzi e cambi sport.
 

paolone8

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poi, aggiungerei un altro aspetto...le gare da esordiente sono per la stra grande maggioranza a vantaggio di ragazzini "veloci" e sono pressoche tutte in pianura (e se ce uno strappetto è quasi sempre di lunghezza quasi irrilevante).

Se sei un ragazzino con un fisico "alla Vingeegard" oppure "alla Contador" e non la vivi come un gioco (ok ti piace gareggiare ma non ne fai un caso di stato) finisce che ti demoralizzi e cambi sport.
Concordo, se tendenzialmente sei uno scalatore negli esordienti avrai vita dura. Lo vedo con mio figlio, per lui la gara va benissimo fino a 100m dal traguardo, poi gli manca quello spunto in velocità e si deve accontentare. L'anno scorso ha trovato solo una gara con l'arrivo in salita e l'ha corsa con il raffreddore, quando la sfiga si mette di traverso...
 

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Concordo, se tendenzialmente sei uno scalatore negli esordienti avrai vita dura. Lo vedo con mio figlio, per lui la gara va benissimo fino a 100m dal traguardo, poi gli manca quello spunto in velocità e si deve accontentare. L'anno scorso ha trovato solo una gara con l'arrivo in salita e l'ha corsa con il raffreddore, quando la sfiga si mette di traverso...

per quel che può valere, consiglio di pensare a divertirsi fintanto che è esordiente...da Allievo avrà modo misurarsi su gare un po' più variegate e su distanze leggermente più interessanti...si svilupperà anche a livello fisico e in quella fase concordo che "fare le cose per bene" può dare un impulso importante.

Poi, oltre alla dote, anche avere un pizzico di fortuna nel percorso non guasta (ahimè un infortunio "sbagliato" su questo questo sport può metterti fuori dai giochi "per sempre")
 

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per quel che può valere, consiglio di pensare a divertirsi fintanto che è esordiente...da Allievo avrà modo misurarsi su gare un po' più variegate e su distanze leggermente più interessanti...si svilupperà anche a livello fisico e in quella fase concordo che "fare le cose per bene" può dare un impulso importante.

Poi, oltre alla dote, anche avere un pizzico di fortuna nel percorso non guasta (ahimè un infortunio "sbagliato" su questo questo sport può metterti fuori dai giochi "per sempre")
Io e mia moglie, siamo noti per salutare nostro figlio alla partenza con un "divertiti!". Facciamo del nostro meglio per smorzare i suoi eccessi di entusiasmo tipici di chi è in fase adolescenziale. C'è da dire che anche se non è mai riuscito a centrare la vittoria, le sue soddisfazioni se le è prese. Si è qualificato per partecipare al campionato regionale e all'italiano e si è piazzato nei 10 nel primo e nei venti nel secondo. I suoi compagni di gara (avversari) lo conoscono e lo stimano, stessa cosa per alcuni ds di altre squadre. Gli ho fatto capire che viste le sue caratteristiche per lui è più importante imparare a correre che fare risultato, e su questo posso dire che mi ha ascoltato, corre bene, cosa per cui ha ricevuto i complimenti anche da persone esterne alla squadra. Intanto aspetta con ansia una gara con il finale in salita e una bella discesa tecnica. L'abbandono ancora non lo sfiora nemmeno.