E' presto detto: il marketing, soprattutto in settori che sconfinano nel collezionismo e godono della compulsività dei clienti, tende a imporre standard via via mutevoli e, possibilmente, sempre più costosi. In questa che voi disk jokey
chiamate
solita diatriba c'è la tristezza di veder rivoluzionati i cataloghi e spariti tanti componenti rim, a fronte delle seguenti novità:
1) allo stato attuale dell'arte, che è notevole ormai, una migliore frenatura che su strada proprio non serve, mentre serve certamente in mtb anche per la presenza di sporcizia;
2) complessità strutturali del telaio e dei montaggi (alloggiamenti e complessità delle gauine interne, riempimento circuito idraulico) che definirei talvolta imbarazzanti;
3) maggior peso;
4) ulteriore gravame economico dovuto all'impiego di altre ruote rispetto alla "vecchie" ruote rim;
5) sostituzione frequente delle piastrine, quando è tanto se i pattini si cambiano ogni 2 anni;
6) ruote che per la presenza dei dischi devono rivedere il loro assemblaggio (fine dell'anteriore simmetrico e fine delle raggiature radiali sul posteriore non drive);
7) impossibilità di rovesciare la bici senza sversare l'
olio (non so quanti lo sanno);
8) rimontaggio delle ruote più complesso;
9) delicatezza dei dischi che solo a guardarli si piegano.
... e sono certo che qualcuno ha da aggiungere...
In questo quadro, forse non è vano fare resistenza a questo che, ritengo, alimenta un atteggiamento ingenuo da parte di chi vede solo la novità per la novità, senza accendere un dubbio sulla fondatezza di certe proposte.
Anche a me le novità piacciono, ma devono convincermi, sennò mi sento preso per il culo.