Sono d'accordo. Come ciclisti amatoriali, come categoria, valiamo meno di zero ora. Non siamo noi, l'attività motoria che si potrebbe fare, il focus dei vari decreti che stanno uscendo uno dopo l'altro. Dobbiamo fare un passo indietro: c'è un'emergenza sanitaria in atto, che sta avendo ripercussioni forti a livello economico sulla nazione. Ci sono un governo ed un servizio sanitario nazionale che non erano pronti, e forse tutt'ora sono ancora in affanno, nonostante si sia focalizzato il problema e si sia intervenuti (ma con un ritardo che potremmo scontare, alla fine).
La realtà è che se va avanti così chiuderanno tutto davvero e finiremo tutti in quarantena forzata. La nazioni più in crisi per il virus come Cina e Corea del Sud che hanno attuato questi provvedimenti d'urgenza, ora vedono la fine del tunnel. Noi ci siamo dentro. In questa fase un errore di valutazione, di leggerezza, potrebbe essere fatale. Bisogna analizzare i dati e prendere spunto dai paesi che hanno affrontato e "risolto" l'emergenza.
La Federazione ciclista italiana, la UISP e gli altri enti suggeriscono di evitare il più possibile di uscire in bici. Chiaro che si potrebbe, perché il decreto non lo vieta. Ma questa volta dipende dal nostro buon senso. O vogliamo aspettare la quarantena forzata davvero?!?