Infatti questo è un punto secondo me focale a cui si gira intorno: ci sono le responsabilità dell'organizzatore, ma soprattutto degli enti preposti a controllare che l'organizzatore abbia fatto le cose a norma: e questi enti sono l'UCI e la CPA, che hanno delegati incaricati di controllare queste cose e farle rispettare.
L'equilibrio però è sottile, perché l'esistenza di questi enti dipende dalle corse, e per gli organizzatori -per la specificità del ciclismo che non si corre in strutture apposite, ma su strade aperte e facendo affidamento a strutture (transenne) messe a disposizione da enti locali- diventa spesso molto difficile trovare alternative. O coprire i costi. Facendo le cose "a puntino" in gare come le classiche monumento servirebbero centinaia di persone per controllare ogni punto pericoloso, intersezione, cancello, etc.. per evitare episodi come quello di Schachmann al Lombardia (o altri finiti peggio nel passato). O per "mettere in sicurezza" chilometri di guardrail del tipo sul quale la Dygert ad esempio si stava amputando una gamba. Etc.
Quindi alla fine meglio dare una bella punizione esemplare al corridore e poi fare un po' lo scaricabarile, un po' lo gnorri, e tutto continua come prima.