Buongiorno a tutti.
Perdonate l’intrusione in questa lunga ed articolata discussione; premetto che NON ho partecipato alla Maratona 2011, né ad alcuna delle edizioni precedenti; tuttavia, non nego di aver seguito con molto interesse lo sviluppo di questo thread, sia nei mesi precedenti alla manifestazione stessa (quando si discuteva di sorteggi, pre-iscrizioni e percorsi) sia nelle settimane successive al suo svolgimento, quando, ahimè neppure per la prima volta, si è cominciato a disquisire di pratiche illecite, risultati sospetti e classifiche da riscrivere. Leggendo e rileggendo le pagine di questa discussione, confesso di provare emozioni piuttosto contrastanti: passo dall’ammirazione (ed anche un po’ sana “invidia”… per chi è riuscito a schierarsi in griglia a Corvara completando una granfondo tra le più affascinanti del panorama internazionale, all’angoscia più profonda per quanto si apprende negli ultimi giorni dal tam-tam mediatico che peraltro da sempre accompagna un evento tanto importante e popolare, successivamente approfondito anche in questo stesso forum. Confesso di fare parte della tipologia di ciclisti “pane-e-salame” o “pane-e-speck”, per usare una fortunata espressione di un forumendolo che mi ha preceduto; non conosco nessuno dei protagonisti delle vicende trattate negli ultimi post, se non per averne letto più volte le imprese compiute attraverso i numeri delle classifiche e le cronache delle gare. Mi viene anche piuttosto difficile, in questa sede, scindere l’indiscutibile valore atletico di queste prestazioni da considerazioni sullo spessore “umano” di questi esempi di alta INciviltà. Da paracarro-cicloturista quale sono, non posso che manifestare tutto il mio sdegno per quanto stà avvenendo, ed ancor più per la mentalità che pare essere anima di “quel” mondo: l’intervento dell’utente @Beppetv è davvero emblematico: mi pare quasi di intravedere un moto di solidarietà verso i sospettati (si è pur sempre tutti innocenti, fino a prova contraria), quando sarebbe magari auspicabile un sentimento di sdegno almeno pari, se non superiore per ovvi motivi “agonistici”, a quello di noi comuni granfondisti della Domenica. Ad inizio stagione, in occasione della Gf Laigueglia, scoppiò un putiferio in seguito alla scoperta di imbrogli e tagli di percorso, e la classifica finale finì per essere riscritta. Ricordo una appassionata campagna di sensibilizzazione portata avanti da @Clodovico anche attraverso le pagine di questo forum: si parlò di mancanza di rispetto verso chi si comporta lealmente, dentro e fuori corsa, ovvero la maggioranza, ovvero tutti noi che amiamo il nostro mondo. Ecco, in queste pagine intravedo nuovamente un sincero, magari a volte un po’ imprudente e “de’panza”, sentimento di disprezzo verso chi si è macchiato di una tale vergogna ed ha aggiunto un ennesimo capitolo ad una campagna di distruzione del nostro mondo, oramai quasi quotidiana. Stavolta la novità pare consistere nel fatto che si sia noi a voler rovinare il ciclismo amatoriale (così, almeno, mi è parso di capire leggendo l’intervento di @Beppetv): riflessione interessante, ed anche inquietante, che svela forse quanto il baricentro del sistema-ciclismo si stia forse spostando: ovvero, da una parte, appunto, il “sistema” propriamente detto, oligarchico e tremendamente ricco; dall’altra invece, il popolo, la maggioranza silenziosa ma anche un po’ incacchiata. Non è questa la sede per discutere dell’esasperazione del mondo-gf (potremmo parlare per settimane di quanto sia ridicolo vedere in televisione una granfondo, ovvero una manifestazione nata come “amatoriale”, dove si vedono cortei di moto, ammiraglie e perfino corridori con le radioline): la mia riflessione nasceva solo dal fatto che, a mio modo di vedere, la mentalità-@Beppetv (non so chi sia, non mi interessa, mi permetto solo di prenderlo ad esempio; lungi da me insultarne la posizione o l’opinione espressa) sia solo una conseguenza della degenerazione in atto. Mi sento molto offeso da tutto questo: ciò che più amo, la bici, ed ancor di più il gusto di fare bici in compagnia, è sempre più a rischio.
Pochi post fa, un utente auspicava la trasformazione della Maratona nel “modello-Pinarello”: bene, in realtà è la Gf Pinarello ad essere per prima tornata alle origini, quando le Gf erano cicloturistiche, senza classifiche. Andrea Pinarello, un signore vero del nostro mondo, aveva capito che la strada da seguire era proprio questa: la riscoperta del ciclismo amatoriale come battito del cuore, e non come beep su un tappetino. In questi giorni così tristi, la sua lezione (come quella di tanti come lui: noi liguri abbiamo recentemente perduto il grande Aldo Musso, Presidente dell’UDACEsavona ed anima del ciclismo amatoriale nella mia regione) và recepita ancora di più; e a @Clodovico e a chi ha le spalle larghe per combattere in questa direzione, dico di continuare, nel nome di chi vive credendo in questi valori ed anche di chi, pur non essendo più con noi, ci lascia il proprio credo nel cuore e nelle gambe. FORZA!
Grazie e scusate lo sfogo
Manu
Perdonate l’intrusione in questa lunga ed articolata discussione; premetto che NON ho partecipato alla Maratona 2011, né ad alcuna delle edizioni precedenti; tuttavia, non nego di aver seguito con molto interesse lo sviluppo di questo thread, sia nei mesi precedenti alla manifestazione stessa (quando si discuteva di sorteggi, pre-iscrizioni e percorsi) sia nelle settimane successive al suo svolgimento, quando, ahimè neppure per la prima volta, si è cominciato a disquisire di pratiche illecite, risultati sospetti e classifiche da riscrivere. Leggendo e rileggendo le pagine di questa discussione, confesso di provare emozioni piuttosto contrastanti: passo dall’ammirazione (ed anche un po’ sana “invidia”… per chi è riuscito a schierarsi in griglia a Corvara completando una granfondo tra le più affascinanti del panorama internazionale, all’angoscia più profonda per quanto si apprende negli ultimi giorni dal tam-tam mediatico che peraltro da sempre accompagna un evento tanto importante e popolare, successivamente approfondito anche in questo stesso forum. Confesso di fare parte della tipologia di ciclisti “pane-e-salame” o “pane-e-speck”, per usare una fortunata espressione di un forumendolo che mi ha preceduto; non conosco nessuno dei protagonisti delle vicende trattate negli ultimi post, se non per averne letto più volte le imprese compiute attraverso i numeri delle classifiche e le cronache delle gare. Mi viene anche piuttosto difficile, in questa sede, scindere l’indiscutibile valore atletico di queste prestazioni da considerazioni sullo spessore “umano” di questi esempi di alta INciviltà. Da paracarro-cicloturista quale sono, non posso che manifestare tutto il mio sdegno per quanto stà avvenendo, ed ancor più per la mentalità che pare essere anima di “quel” mondo: l’intervento dell’utente @Beppetv è davvero emblematico: mi pare quasi di intravedere un moto di solidarietà verso i sospettati (si è pur sempre tutti innocenti, fino a prova contraria), quando sarebbe magari auspicabile un sentimento di sdegno almeno pari, se non superiore per ovvi motivi “agonistici”, a quello di noi comuni granfondisti della Domenica. Ad inizio stagione, in occasione della Gf Laigueglia, scoppiò un putiferio in seguito alla scoperta di imbrogli e tagli di percorso, e la classifica finale finì per essere riscritta. Ricordo una appassionata campagna di sensibilizzazione portata avanti da @Clodovico anche attraverso le pagine di questo forum: si parlò di mancanza di rispetto verso chi si comporta lealmente, dentro e fuori corsa, ovvero la maggioranza, ovvero tutti noi che amiamo il nostro mondo. Ecco, in queste pagine intravedo nuovamente un sincero, magari a volte un po’ imprudente e “de’panza”, sentimento di disprezzo verso chi si è macchiato di una tale vergogna ed ha aggiunto un ennesimo capitolo ad una campagna di distruzione del nostro mondo, oramai quasi quotidiana. Stavolta la novità pare consistere nel fatto che si sia noi a voler rovinare il ciclismo amatoriale (così, almeno, mi è parso di capire leggendo l’intervento di @Beppetv): riflessione interessante, ed anche inquietante, che svela forse quanto il baricentro del sistema-ciclismo si stia forse spostando: ovvero, da una parte, appunto, il “sistema” propriamente detto, oligarchico e tremendamente ricco; dall’altra invece, il popolo, la maggioranza silenziosa ma anche un po’ incacchiata. Non è questa la sede per discutere dell’esasperazione del mondo-gf (potremmo parlare per settimane di quanto sia ridicolo vedere in televisione una granfondo, ovvero una manifestazione nata come “amatoriale”, dove si vedono cortei di moto, ammiraglie e perfino corridori con le radioline): la mia riflessione nasceva solo dal fatto che, a mio modo di vedere, la mentalità-@Beppetv (non so chi sia, non mi interessa, mi permetto solo di prenderlo ad esempio; lungi da me insultarne la posizione o l’opinione espressa) sia solo una conseguenza della degenerazione in atto. Mi sento molto offeso da tutto questo: ciò che più amo, la bici, ed ancor di più il gusto di fare bici in compagnia, è sempre più a rischio.
Pochi post fa, un utente auspicava la trasformazione della Maratona nel “modello-Pinarello”: bene, in realtà è la Gf Pinarello ad essere per prima tornata alle origini, quando le Gf erano cicloturistiche, senza classifiche. Andrea Pinarello, un signore vero del nostro mondo, aveva capito che la strada da seguire era proprio questa: la riscoperta del ciclismo amatoriale come battito del cuore, e non come beep su un tappetino. In questi giorni così tristi, la sua lezione (come quella di tanti come lui: noi liguri abbiamo recentemente perduto il grande Aldo Musso, Presidente dell’UDACEsavona ed anima del ciclismo amatoriale nella mia regione) và recepita ancora di più; e a @Clodovico e a chi ha le spalle larghe per combattere in questa direzione, dico di continuare, nel nome di chi vive credendo in questi valori ed anche di chi, pur non essendo più con noi, ci lascia il proprio credo nel cuore e nelle gambe. FORZA!
Grazie e scusate lo sfogo
Manu