purtroppo non è solo pinarello ad essere calata sulle strade le stesse bianchi e colnago che tu citi a cui aggiungerei de rosa ecc sono decisamente meno rispetto ad un pò di anni fà, la risposta, a mio parere, non è da ricercare nelle "onde o asimmetrie varie" ma nel marketing dei marchi di ultima generazione (cervelo, bmc, specy, canyon ecc ecc) che pur senza un consistente backgroung, a furia di investimenti nel mondo dei pro, hanno conquistato fette di mercato importanti a scapito di aziende come pinarello.Volevo portare una mia impressione, per capire se oltre ad essere un'impressione reale che vale nella mia zona (Liguria-Piemonte), questa vale anche nel resto del territorio, ed è questa: fino ai primi anni 2000 vedevo in giro una percentuale di bici Pinarello, rispetto al totale delle bici circolanti, molto maggiore di quelle che vedo ora.
Io stesso ho posseduto sia una Galileo che una Prince, e gareggiai anni con una Montello SLX (a dir poco fantastica); beh, posso parlare solamente bene di quest'azienda, sotto tutti i punti di vista, relativamente ai prodotti che ho posseduto.
Ma, c'è un ma, io penso che da quando l'azienda ha inserito "l'onda" nel carro e nella forcella abbia perso un sacco di clienti, progressivamente, ma inesorabilmente.
Altrimenti non mi spiego perché continuo a vedere Colnago, Bianchi e altre bici italiane, magari con share di mercato ridotte rispetto a quando erano leader, ma comunque continuo a vederne un buon numero, mentre invece di Pine per strada ne vedo sempre meno.
Dalle mie parti questa non è un'impressione, tanto è vero che sono dinuiti anche i punti vendita che distribuiscono queste bici sul territorio, rispetto a 10-15 anni fa.
credo , comunque, che i recenti successi del "commissario basettoni" & c daranno nuova linfa al marchio trevigiano