Per quanto mi riguarda (ripeto per quanto mi riguarda) rimpiango i tempi in cui incrociavo biciclette costruite dalle sapienti mani di artigiani che lavoravano con grandissima passione, titolari di aziende che avevano un'anima (peraltro quasi tutte italiane).
Vero, negli anni tutte queste aziende italiane si sono praticamente sgretolate, ma la colpa è solo loro, che non sono state capaci di rinnovarsi, magari mantenendo una loro identità.
Le poche che sono sopravvissute, Colnago,
Pinarello e poche altre, hanno pensato che bastava delocalizzare e tutto si risolveva, gravissimo errore....... e infatti ora i loro proprietari sono dei fondi d'investimento........
E comunque anche negli anni ruggenti, che per l'acciaio significa 60-70-80, teniamo sempre in considerazione che le bici marchiate non uscivano tutte dalla stessa
officina piena di poesia ecc...
Infatti come primo effetto del boom delle bici italiane nel mondo c'è stato l'avvento del terzismo, la stessa bici che fosse Pinarello, De Rosa, Colnago ecc.... poteva arrivare da un'officina che l'ha saldata in Liguria, in Veneto, in Lazio, ecc....
E poi, grazie a Colnago, venne inventato il carosello, che a tutti gli effetti rendeva la produzione industriale senza alcun scampo.