News Lettera aperta dei corridori sulla protesta del Giro

GhidoRen

Apprendista Passista
7 Febbraio 2020
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Per me un amatore che esce col tempo da lupi non è un grande. Se esce perchè trova divertimento a farlo, fa bene, senza essere un grande. Se invece esce per sentirsi eroe, è un fesso. In ogni caso è libero di farlo, ma basta che non venga a dirmi a me "per 4 gocce di pioggia, il ciclismo è sport da duri, di fatica e non siamo fatti di zucchero e bla bla bla". Tu fa come ti pare se ti dà gusto e non venire a dire a me cosa devo fare.

Ma perchè quando scioperano i lavoratori dei mezzi pubblici, o il personale della scuola o qualsiasi altra categoria di lavoratori, qualcuno dice che la cosa danneggia tante persone che lavorano e meritano rispetto? Qualsiasi sciopero si fa per creare disservizi, altrimenti non ti caga nessuno. Facciamo finta che abbiano scioperato.....e la maggior parte di loro gente che lavora via da casa 200 giorni all'anno per un tozzo di pane. Quelli "ricchi" sono pochi.
Non metterla sul personale e non iniziate, prego. L'ho detto e ripeto. Non capisco. Never give up!, ha detto la sua e va bene. Tu ho dici la tua e va bene.
Io la vedo che uno sciopero per un motivo valido è ineccepibile.
Uno sciopero perché fa freddissimo e perché una tappa è lunghissima, non lo trovo un un valido motivo.
Non lo trovo un valido il motivo perché sono situazioni che fanno parte del ciclismo. Avessero fatto uno sciopero perché la stessa tappa si correva mentre era in corso un gelicidio e li volevano far correre ugualmente, figurati se eravamo qua a parlarne.
 

Paolore

via col vento
13 Luglio 2012
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albinea
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Nevi titanio
Non puoi nemmeno pensare di accostare un evento di un giorno con una corsa a tappe di tre settimane.
Nella quale la terza era una delle più dure mai viste nei tempi recenti.
Volete un ciclismo pulito poi vi scandalizzate se i corridori non attaccano, si ritirano fiaccati o ricorrono ad integratori illeciti...
I corridori per altro avevano chiesto l'accorciamento di una tappa INSIGNIFICANTE sotto il profilo dello spettacolo e della classifica. Non hanno protestato il giorno prima per dover scalare e scender lo Stelvio a 3 gradi ma solo per dover INUTILMENTE prendere freddo ed acqua alla vigilia della tappa decisiva. Boh.
Il concetto non è paragonare le due gare ma il rispetto di regole note. Nei gt non è la prima volta che succedono queste cose e mai qualcuno ha scioperato
 
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faberfortunae

Scalatore
30 Settembre 2011
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sempre una in meno...
Il concetto non è paragonare le due gare ma il rispetto di regole note. Nei gt non è la prima volta che succedono queste cose e mai qualcuno ha scioperato
No no, il concetto invece è proprio quello di valutare le condizioni che avevano preceduto la protesta dei corridori che non sono "donnucole", ma gente che è abituata a soffrire. Stiamo parlando di sportivi d'élite che non aprono bocca quando viene loro chiesto di rimontare in bici dopo che aver lasciato brandelli di pelle su asfalto a 50 all'ora. E tu mi fai un ragionamento di rispetto delle regole? Ma non è mica un circo oh! Prova a concedere buona fede agli argomenti di chi ha legittimamente chiesto di poter svolgere il proprio lavoro nel rispetto del pubblico. Stronzate tipo "potevano andare a 30 all'ora al pascolo" lasciamole a quattro fenomeni che commentano il ciclismo senza mai essersi attaccati un numero sulla schiena: proprio il rispetto degli spettatori e dei tifosi impone di garantire uno spettacolo dignitoso. Questi non sono scemi: lo sanno che farsi una girata di scarico di 250 km sotto l'acqua ed al freddo non serve a nulla e deprime qualsiasi spettatore...
 

samuelgol

Flughafenwächter
24 Settembre 2007
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Canyon Ultimate SLX. Nome: Andrea
Non metterla sul personale e non iniziate, prego. L'ho detto e ripeto. Non capisco. Never give up!, ha detto la sua e va bene. Tu ho dici la tua e va bene.
Non la ho messa sul personale. Il "tu" era colloquiale e impersonale, non rivolto specificamente a te.
...........
Io la vedo che uno sciopero per un motivo valido è ineccepibile.
Uno sciopero perché fa freddissimo e perché una tappa è lunghissima, non lo trovo un un valido motivo.
......
Tu non lo trovi un motivo valido, ma tu, non hai mai fatto il ciclista professionista e non ti sei mai trovato ad affrontare le loro problematiche che non sono ovviamente solo e soltanto la tappa pianeggiante di 250 km nella pioggia.
 
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Mardot

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25 Febbraio 2008
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la quasi totalità delle persone che criticano, se vengono due gocce d'acqua stanno, legittimamente, in casa...
mah, i primi ad aver criticato in diretta la decisione sono stati tutti gli ex corridori, a parte Bugno e Salvato che hanno fatto la figura dei babbei

detto questo, non c'è alcun male se uno dal divano critica, tutto ciò che passa in TV può essere criticato, si chiama intrattenimento apposta, e lo sport non fa certo eccezione, in TV; se piove l'amatore che guarda la TV sta legittimamente a casa, sia perché non pedala per lavoro, sia perché ha la libertà di scegliersi quando uscire per divertimento

mentre chi esce sempre, forse, conosce che significa farlo e, magari, non chiede ai professiosti di votarsi al martirio...e capisce perchè un prof si possa lamentare per una tappaccia di 260km messa tra due tappe alpine...
per quanto mi riguarda, è l'esatto contrario, se lo faccio io (e lo faccio, perché mi piace, altrimenti non lo farei, e non mi sento un eroe ma solo uno che ha fatto ciò che gli piace) non trovo alcun motivo sensato che non lo facciano loro, che sono pagati, coccolati dal primo all'ultimo minuto che non stanno in sella, e che se lo sono scelto loro come mestiere, come ripiego possono optare per un altro mestiere, ma anche lì una mattina troveranno un motivo per non andare al lavoro, se il loro modo di pensare è quello, e a quel punto non è detto che te lo possa permettere di fare la voce grossa e puntare i piedi
 
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gibo2007

Apprendista Cronoman
30 Agosto 2015
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mah, i primi ad aver criticato in diretta la decisione sono stati tutti gli ex corridori,
Secondo te le loro dichiarazioni erano sincere? Perché se il mio datore di lavoro è la RAI che mi paga lo stipendio e trasmette la corsa (e tramite i miei diretti riporti prende una posizione), mi guardo bene dal fare dichiarazioni contro l'interesse dell'azienda in diretta.
 

GhidoRen

Apprendista Passista
7 Febbraio 2020
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Non la ho messa sul personale. Il "tu" era colloquiale e impersonale, non rivolto specificamente a te.

Tu non lo trovi un motivo valido, ma tu, non hai mai fatto il ciclista professionista e non ti sei mai trovato ad affrontare le loro problematiche che non sono ovviamente solo e soltanto la tappa pianeggiante di 250 km nella pioggia.
Scusa e grazie per la precisazione del tu, sono stato prevenuto nei tuoi confronti. Scusa ancora.

Per il secondo punto, hai ragione, non sono un ex prof, come la quasi totalità di chi sostiene il contrario del mio punto di vista.
Credo però che loro ( i prof) queste situazioni le sappiamo gestire meglio rispetto a noi.
Però consentimi di dire che i 60 allora per venti km del vincitore della tappa, è stato inutile? Io credo di no, ma il comportamento in generale durante la tappa, l'ha reso tale (anche qui mio parere da sportivo e non da tifoso).
 

gibo2007

Apprendista Cronoman
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Secondo me no. Una tappa annullata per grandine (come al tour 2019), neve o cose simili si. Ma 10 gradi e pioggia in diminuzione durante la tappa non ci sta. I 260 km erano noti da mesi....il covid incide sui contagiati...
Che si sarebbero svegliati per 4 giorni di fila alle 6.30 e del traffico in Valtellina la sera prima non potevano saperlo mesi prima.
 

samuelgol

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per quanto mi riguarda, è l'esatto contrario, se lo faccio io (e lo faccio, perché mi piace, altrimenti non lo farei, e non mi sento un eroe ma solo uno che ha fatto ciò che gli piace) non trovo alcun motivo sensato che non lo facciano loro, che sono pagati, coccolati dal primo all'ultimo minuto che non stanno in sella, e che se lo sono scelto loro come mestiere, come ripiego possono optare per un altro mestiere, ma anche lì una mattina troveranno un motivo per non andare al lavoro, se il loro modo di pensare è quello, e a quel punto non è detto che te lo possa permettere di fare la voce grossa e puntare i piedi
Ciclisti professionisti coccolati dal primo all'ultimo minuto che non stanno in sella? Ma sta fandonia dove la hai sentita? I coccolati sono pochetti e sono belli milionari....e sputano sangue anche loro.
Hanno scelto questo come mestiere, come lo hanno fatto i metalmeccanici, o gli autisti degli autobus, o i professori, o i militari a contatto con l'uranio impoverito, o i dipendenti ILVA ecc. E molti ciclisti prò prendono paga come e meno di queste categorie. E hanno tutto il diritto di protestare, altro che coccolati.
 

Mardot

Velocista
25 Febbraio 2008
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Secondo te le loro dichiarazioni erano sincere? Perché se il mio datore di lavoro è la RAI che mi paga lo stipendio e trasmette la corsa (e tramite i miei diretti riporti prende una posizione), mi guardo bene dal fare dichiarazioni contro l'interesse dell'azienda in diretta.
Volpi non lo paga la RAI ad esempio. Ma sono pronto a credere che chi ha corso in bicicletta non abbia alcun problema a dire che venerdì si poteva correre. Se poi vai ad intervistare gente che ha fatto il Gavio sotto la neve o le Cime di Lavaredo qualche anno fa, ci sta pure che ti insulti.....
 

Mardot

Velocista
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Mia
Ciclisti professionisti coccolati dal primo all'ultimo minuto che non stanno in sella? Ma sta fandonia dove la hai sentita? I coccolati sono pochetti e sono belli milionari.
Non ho detto milionari, ho detto coccolati. Se guardi la loro giornata tipo durante i GT te ne fai un'idea, visto che ormai anche l'ultimo dei gregari pubblica sui social.
Hanno scelto questo come mestiere, come lo hanno fatto i metalmeccanici, o gli autisti degli autobus, o i professori, o i militari a contatto con l'uranio impoverito, o i dipendenti ILVA ecc. E molti ciclisti prò prendono paga come e meno di queste categorie. E hanno tutto il diritto di protestare, altri che coccolati.
Il diritto di protestare ce l'ha chiunque, sempre. Se poi vuoi paragonare uno che sta sul piano di colata dell'AFO5 a Taranto per 240gg/anno con un ciclista professionista, non sarò io a fermarti.
 

Gamba_tri

via col vento
29 Marzo 2005
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Il concetto non è paragonare le due gare ma il rispetto di regole note. Nei gt non è la prima volta che succedono queste cose e mai qualcuno ha scioperato
Gli scioperi nei GT ci sono sempre stati.

Tour 1978

"Il giorno successivo è suddiviso in due semitappe, la prima delle quali viene affrontata con la luna di traverso dal gruppo, che si lamenta per le levatacce alle quali i corridori sono costretti in queste particolari situazioni. Una protesta simile si era avuta anche al Giro d’Italia dell’anno prima, ma poi la rimostranza era rientrata e si era corsa regolarmente la tappa in circuito di Gabicce Mare, vinta da Maertens. Stavolta, invece, i corridori portano avanti il loro “sciopero bianco” fino al traguardo di Valence-d’Agen, arrivandovi in forte ritardo e poi scendendo di bici a 100 metri dalla linea d’arrivo, che varcano a piedi con Hinault in testa, e questo è un segnale dell’autorevolezza che il corridore francese è già riuscito a costruirsi addosso in pochi anni di professionismo. Al contrario, nella semitappa pomeridiana verso Tolosa si ritorna a correre sul serio ed è lo stesso Hinault a tentare la fuga, nonostante il percorso pianeggiante. Arrivato a guadagnare una dozzina di secondi, si fa poi riprendere e quindi si arriva allo sprint con il bis del transalpino Esclassan."


Bernina 1954:

Finalmente arrivò il tappone dolomitico, da San Martino di Castrozza a Bolzano per 152 km. Vinse Coppi per distacco, 1'52" su Astrua e Koblet. Non mancarono i "peana" per l'impresa del Campionissimo e crebbe in maniera smisurata la fiducia in una grande impresa sul Bernina il giorno dopo. In realtà il Giro era finito da un pezzo; Coppi aveva ancora mezz'ora di ritardo da Clerici. L'impresa di Bolzano era stata una vampata d'orgoglio favorita anche dal fatto che ormai Koblet faceva il gregario dell'amico Clerici che, peraltro, si era egregiamente difeso in salita.

Tutti si aspettavano sfracelli dalla tappa del Bernina e sfracelli furono ma …. all'incontrario. I corridori superarono la salita svizzera tutti in gruppo: lo "sciopero del Bernina". Il direttore di corsa, Giuseppe Ambrosini, cercò di richiamare più volte i corridori alla loro dignità. Uno di loro gli rispose: " Noi le vogliamo bene, ma oggi è …. così". Verso la fine della tappa, quando ormai la maglia di Clerici era in cassaforte, scattò Koblet; al suo inseguimento si lanciò solo il vecchio Gino, un po' per dare retta al suo carattere ribelle e un po' per fare una "furbata" che gli avrebbe evitato i fischi del pubblico. Morale: primo Koblet, secondo Bartali a 1'46" poi il gruppo regolato da Renato Ponzini a una manciata di secondi. Il Giro era finito con Clerici in maglia rosa, Koblet a 24', Assirelli a 26', Coppi a 31' e Astrua a 33'.


Solo per citarne due datati.
 
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16 Aprile 2004
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La cosa da capire è che per l'organizzazione si tratta di unire le città di arrivo e partenza che pagano per ospitarli.
Non è che sono pazzi da Rcs e cercano di unire le città più distanti possibili, ma dipende molto dalle richieste che effettivamente hanno.
Quindi, spesso, si tratta di scelte tra: tapponi molto lunghi o trasferimenti molto lunghi. A meno che non gli vada di lusso che 2 città a "media distanza" tra di loro siano interessate, ma spesso non è cosi (soprattutto da Roma in giù), perché l'interesse turistico e di promozione non è della singola città x, ma di tutto il circondario se non della provincia o della regione.
Ergo, è molto difficile organizzare un percorso tenendo conto di tutto: territorio pagante, sponsor, sicurezza, logistica, etc..Tanto per dirne una: gli arrivi in quota sono costosissimi e spesso infattibili per semplice mancanza di spazio per tutti i mezzi al seguito. E sgraditi ai corridori che ci mettono una vita ad andare in hotel.

Quello che poi conta molto è il trend dell'interesse del pubblico. In questi ultimi anni il trend è verso sempre più salita e zero cronometro.
Quindi è ovvio l'interesse da parte di zone di montagna, e dello stesso organizzatore ad infarcire di salita ogni GT, ma in montagna la logistica si complica come noto, sia per le strade sia perché magari il paesino calabrese sulla Sila fa fatica ad accogliere un carrozzone di 1000 persone.

Trovo altresì legittimo che i corridori siano sfiancati dopo n-mila-mila metri di dislivello. Il discorso del "è il loro mestiere" è corretto, ma come si vede c'è anche chi decide COME lo farai questo mestiere. Quanto può essere frustrante per uno fortissimo a cronometro pensare che 15 anni fa poteva vincere n tappe di GT mentre oggi, per esigenze di audience e sponsor, deve limitarsi a tirare il trenino in pianura nelle prime 4h di gara senza copertura tv? O lo sprinter che 20 anni fa poteva vincere 9 tappe nello stesso Giro ed oggi deve inventarsi scalatore (dal punto di vista della preparazione l'esatto opposto) per non finire fuori tempo massimo in tappe con salite per 8h?

Ecco, in sintesi, per me l'organizzatore deve cercare di mantenere un equilibrio in queste cose, mediando tra esigenze di "spettacolo" e le esigenze di uno sport. Quando si insegue troppo la prima alla fine non si sono mai fatti buoni affari nel lungo periodo imho. Perché ad inseguire la deriva del dislivello ad esempio si finisce per stravolgere l'intero sport. Cosa vieta in futuro di mettere tappe di 7000mt? Tanto ci sono gare amatoriali cosi no, quindi chi sono i pro per lamentarsi? O se dovesse arrivare (di nuovo) l'estroverso campione degli sprint tanto amato dal "grande pubblico" quanto sarebbe bello avere 10 tappe piatte come tavole da stiro?
 

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La cosa da capire è che per l'organizzazione si tratta di unire le città di arrivo e partenza che pagano per ospitarli.
Non è che sono pazzi da Rcs e cercano di unire le città più distanti possibili, ma dipende molto dalle richieste che effettivamente hanno.
Quindi, spesso, si tratta di scelte tra: tapponi molto lunghi o trasferimenti molto lunghi. A meno che non gli vada di lusso che 2 città a "media distanza" tra di loro siano interessate, ma spesso non è cosi (soprattutto da Roma in giù), perché l'interesse turistico e di promozione non è della singola città x, ma di tutto il circondario se non della provincia o della regione.
Ergo, è molto difficile organizzare un percorso tenendo conto di tutto: territorio pagante, sponsor, sicurezza, logistica, etc..Tanto per dirne una: gli arrivi in quota sono costosissimi e spesso infattibili per semplice mancanza di spazio per tutti i mezzi al seguito. E sgraditi ai corridori che ci mettono una vita ad andare in hotel.

Quello che poi conta molto è il trend dell'interesse del pubblico. In questi ultimi anni il trend è verso sempre più salita e zero cronometro.
Quindi è ovvio l'interesse da parte di zone di montagna, e dello stesso organizzatore ad infarcire di salita ogni GT, ma in montagna la logistica si complica come noto, sia per le strade sia perché magari il paesino calabrese sulla Sila fa fatica ad accogliere un carrozzone di 1000 persone.

Trovo altresì legittimo che i corridori siano sfiancati dopo n-mila-mila metri di dislivello. Il discorso del "è il loro mestiere" è corretto, ma come si vede c'è anche chi decide COME lo farai questo mestiere. Quanto può essere frustrante per uno fortissimo a cronometro pensare che 15 anni fa poteva vincere n tappe di GT mentre oggi, per esigenze di audience e sponsor, deve limitarsi a tirare il trenino in pianura nelle prime 4h di gara senza copertura tv? O lo sprinter che 20 anni fa poteva vincere 9 tappe nello stesso Giro ed oggi deve inventarsi scalatore (dal punto di vista della preparazione l'esatto opposto) per non finire fuori tempo massimo in tappe con salite per 8h?

Ecco, in sintesi, per me l'organizzatore deve cercare di mantenere un equilibrio in queste cose, mediando tra esigenze di "spettacolo" e le esigenze di uno sport. Quando si insegue troppo la prima alla fine non si sono mai fatti buoni affari nel lungo periodo imho. Perché ad inseguire la deriva del dislivello ad esempio si finisce per stravolgere l'intero sport. Cosa vieta in futuro di mettere tappe di 7000mt? Tanto ci sono gare amatoriali cosi no, quindi chi sono i pro per lamentarsi? O se dovesse arrivare (di nuovo) l'estroverso campione degli sprint tanto amato dal "grande pubblico" quanto sarebbe bello avere 10 tappe piatte come tavole da stiro?
Concordo in pieno. Ma UCI non limita le gare in linea non WT a meno di 250 km? Il chilometraggio si può poi superare nei GT? UCI dovrebbe stabilire un tetto di sforzo, qualcosa tipo i TSS dati da chilometri per dislivello, modulati per blocchi di giorni e sull'intera durata. Si è citata la maratona, a parte essere gara di un giorno e non a tappe, cosa che fa una differenza enorme, ma quella sempre di 42,195 km è, li la rincorsa è a disegnarla in discesa per cercare il record e quelle in salita sono definite extreme. Nel ciclismo su strada non ci sono praticamente paletti.
 

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Bernina 1954:

Finalmente arrivò il tappone dolomitico, da San Martino di Castrozza a Bolzano per 152 km. Vinse Coppi per distacco, 1'52" su Astrua e Koblet. Non mancarono i "peana" per l'impresa del Campionissimo e crebbe in maniera smisurata la fiducia in una grande impresa sul Bernina il giorno dopo. In realtà il Giro era finito da un pezzo; Coppi aveva ancora mezz'ora di ritardo da Clerici. L'impresa di Bolzano era stata una vampata d'orgoglio favorita anche dal fatto che ormai Koblet faceva il gregario dell'amico Clerici che, peraltro, si era egregiamente difeso in salita.

Tutti si aspettavano sfracelli dalla tappa del Bernina e sfracelli furono ma …. all'incontrario. I corridori superarono la salita svizzera tutti in gruppo: lo "sciopero del Bernina". Il direttore di corsa, Giuseppe Ambrosini, cercò di richiamare più volte i corridori alla loro dignità. Uno di loro gli rispose: " Noi le vogliamo bene, ma oggi è …. così". Verso la fine della tappa, quando ormai la maglia di Clerici era in cassaforte, scattò Koblet; al suo inseguimento si lanciò solo il vecchio Gino, un po' per dare retta al suo carattere ribelle e un po' per fare una "furbata" che gli avrebbe evitato i fischi del pubblico. Morale: primo Koblet, secondo Bartali a 1'46" poi il gruppo regolato da Renato Ponzini a una manciata di secondi. Il Giro era finito con Clerici in maglia rosa, Koblet a 24', Assirelli a 26', Coppi a 31' e Astrua a 33'.


Solo per citarne due datati.
Rispondo a te ma anche ad altri. Io non sto a sindacare sulla libertà di sciopero usato per rivendicare diritti o contrastare abusi. Ci mancherebbe. Io, ma non pretendo che tutti la pensino come me, dico che non c erano i presupposti in questo caso. Quindi sono stati sbagliati i motivi e soprattutto i modi. Il paragone migliore è quello dei sedicenni che per saltare il compito in classe dicono che fa freddo per poi magari uscire e passeggiare in centro dove fa ancora più freddo.
 

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Concordo in pieno. Ma UCI non limita le gare in linea non WT a meno di 250 km? Il chilometraggio si può poi superare nei GT? UCI dovrebbe stabilire un tetto di sforzo, qualcosa tipo i TSS dati da chilometri per dislivello, modulati per blocchi di giorni e sull'intera durata. Si è citata la maratona, a parte essere gara di un giorno e non a tappe, cosa che fa una differenza enorme, ma quella sempre di 42,195 km è, li la rincorsa è a disegnarla in discesa per cercare il record e quelle in salita sono definite extreme. Nel ciclismo su strada non ci sono praticamente paletti.

Mi sembra infattibile stabilire un tetto di sforzo su un parametro assolutamente individuale...

Credo che in realtà si farà come si è sempre fatto si dall'alba dei tempi: provando e poi cambiando quando la formula non funziona più.

Credo anche che il pubblico del ciclismo sia molto cambiato ultimamente, con molti più praticanti tra il pubblico. Anche negli anni '80-'90 non c'erano le folle su per Gavia e Mortirolo (col 42 o il 39)...oggi c'è chi ci fa su gli everesting e poi da delle mammolette ai Pro.
Questo sta cambiando le esigenze di "spettacolarità" inevitabilmente. Ecco, ad esempio i Pro per me dovrebbero si essere più "social" sotto questo aspetto ed "educare" il pubblico su certi aspetti.
Qualcuno ad esempio lo ha già detto che queste tappe di salita infinta stanno solo "granfondizzando" il ciclismo pro, rendendolo insipido.
 
23 Ottobre 2015
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Concordo in pieno. Ma UCI non limita le gare in linea non WT a meno di 250 km? Il chilometraggio si può poi superare nei GT? UCI dovrebbe stabilire un tetto di sforzo, qualcosa tipo i TSS dati da chilometri per dislivello, modulati per blocchi di giorni e sull'intera durata. Si è citata la maratona, a parte essere gara di un giorno e non a tappe, cosa che fa una differenza enorme, ma quella sempre di 42,195 km è, li la rincorsa è a disegnarla in discesa per cercare il record e quelle in salita sono definite extreme. Nel ciclismo su strada non ci sono praticamente paletti.
Ci sono dei vincoli che devono essere rispettati nelle gare singole e nei gt: lunghezze, giorni di riposo, etc...

La tappa da 260 li rispettava.
 

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