Però forse il punto che ha fatto scoppiare il bubbone è un altro; cioè il fatto che il verbale del consiglio riporti, nero su bianco, che il consiglio stesso avesse deliberato questo pagamento di 106 milioni.
La Gimondi si è rifiutata di firmare questo verbale perche sostiene che durante questo consiglio non si sia mai affrontato l'argomento relativo e che lo stesso sia stato aggiunto al verbale a consiglio terminato senza averne dibattuto.
Questo "modus operandi" sembra sia un "modus operandi" non nuovo nelle Ammistrazioni presiedute da Dagnoni.
Qualche giorno fa l'ex vicepresidente della FCI Lombardia,di quando questa era presieduta da Dagnoni,ha scritto un intervento sul sito tuttobiciwe b.it dicendo che stessa cosa già era accaduta in federazione Lombardia ,venivano inseriti nel verbali dei consigli punti relativi ad argomenti mai dibattuti, modalità di redazione dei verbali che ha portato alle dimissioni di questo vicepresidente.
Questo fatto è di una certa rilevanza e gravità,a mio avviso.
Prima che fosse eletto a presidente FCI io non avevo la benchè minima idea di chi fosse Dagnoni.
In questo anno e mezzo di sua presidenza abbiamo assistito a riunioni del consiglio federale nella sala riunioni della sua azienda privata, alla gestione "pagliaccesca" del commissario tecnico Davide Cassani, a dichiarazioni dello stesso riguardo il ciclismo femminile veramente poco ascoltabili,agli accrediti per il campionato europeo 2022 che comprendevano parenti dello stesso che giustica la cosa dicendo "è stato uno sbaglio" ed a questo pasticcio delle provvigioni.
Ora non ho ne la cultura ne la conoscenza ne le informazioni per dare un giudizio ponderato e serio,per quel che potrebbe comunque servire, ma Dagnoni sembra tutto tranne che una persona seria e specchiata.