Secondo me state confondendo due cose diverse.
Una è la questione del genere: se una persona biologicamente uomo si identifica come donna, può competere con le donne? La risposta è no in quasi tutti gli sport (incluso ciclismo) ed i paesi, ma con eccezioni famose (per alcune federazioni basta fare una cura ormonale). La questione è culturale non fisiologica, siamo noi a decidere in quali categorie dividere le competizioni, e credo che sostanzialmente nessuno pensi seriamente di dividerle in base a come ci si identifica.
Una questione ben diversa e complessa è quella del sesso, perché la realtà non è plasmata dal linguaggio e quindi non basta avere due parole per dividere l'umanità in due. E siccome basta una persona per ogni sport per rovinarne la competizione, le regole devono essere precisissime altrimenti ci si approfitta delle falle (ci sono federazioni che lavorano molto in questo senso, come il Kenya nel t&f).
Fino al 92 si testavano i cromosomi delle atlete in particolare per le Olimpiadi. Partecipi con le donne solo se hai XX. Ma questo metodo si è ampiamente mostrato inadeguato nonostante il CIO lo abbia difeso a lungo per la sua semplicità. Per esempio di fatto ci sono uomini XX (sindrome de la Chapelle) che hanno due cromosomi XX ma sono uomini a tutti gli effetti, ed una infinità di altri condizioni legate alla genetica o allo sviluppo. Sono stati gli stessi genetisti a criticare il CIO per difendere un criterio totalmente ambiguo che avrebbe potuto rovinare lo sport (immaginate gli sprint femminili nell' atletica con tutti XX male). La normativa al momento è molto complessa, con livelli di testosterone limite diversi a seconda delle discipline (per cui alcuni sono uomini per i 400m ma donne negli 800m), e tutta una pletora di condizioni genetiche che vengono assegnate ad una o l'altra categoria (pure a seconda della disciplina). Di fatto è evidente che dividere perfettamente in due non è possibile. Tanto più che anche la definizione di mutazione genetica non è ovvia, non è che c'è un dna di riferimento, ognuno è diverso ed ha geni diversi rispetto agli altri.
Quindi per rispondere a quanti sopra: no, non basta testare i cromosomi. No, non basta dire che si tratta di una piccola percentuale se poi fanno filotto di tutte le medaglie olimpiche. Bisogna accettare questa complessità, e sperare che lo sport femminile riesca a darsi regole chiare e semplici, ma non è ovvio.