ha regione
@Ser pecora quando fa riferimento alle prestazioni che sono "esagerate" da questi ultimi 4-5 anni.
Ma non dico nemmeno che siano esagerate, faccio solo la constatazione che ad un certo punto è cambiato
tutto dalla sera alla mattina:
-modo di correre
-età dei corridori
-medie orarie (figlie del modo di correre, anche)
-struttura del ciclismo, con il fenomeno delle devo, e conseguenze a vari livelli
E sottolineo tutto, nel senso che nel 2018 il Tour lo ha vinto Thomas a 32 anni, l'anno prima Froome sempre a 32 anni, dal 2019 in poi lo hanno vinto Bernal a 22 anni, quindi Pogacar a 21, con poi i soli intermezzi di Vingo a 26 e 27 anni.
Cioè, dal 2019 tutto l'ambiente si è reindirizzato verso corridori sempre più giovani, ed al contempo è cambiato anche modo di correre (fine dello scattino all'ultimo km, ma fughe sempre più lunghe), corridori a 360° invece dei classici corridori da GT che nelle classiche non la muovevano, e caccia al sempre più giovane (Ayuso ha appena compiuto 22 anni e se ne ne fanno già bilanci sulla carriera).
Non sto implicando per forza il doping, ma ad oggi non riesco a capire cosa sia successo tra il 2018 ed il 2019....perché oltretutto non è stata una squadra che ha settato il trend (tipo la Sky 10 anni prima coi cronoman convertiti a Gt), ma tutto l'ambiente che ha pigiato un interruttore.
Dimenticavo:
sempre dal 2019 in poi la generazione dei 30enni è praticamente sparita: Aru, Pinot, Quintana, Dumoulin, Kittel, Uran, Bardet & c. sono quasi spariti a livello di risultati, se non spariti del tutto, nel senso di appeso la bici al chiodo.