Premetto che non ho mai parlato di comfort, io gonfio i copertoncini da 28 alle stesse pressioni a cui gonfiavo quelli da 23. Quindi la mia "congettura" parte dal presupposto che la pressione sia la stessa, altrimenti stiamo paragonando mele e pere se parliamo di superficie.
Non ho scritto la dimostrazione matematica, ma la figura non è la base di partenza del mio ragionamento. Il mio ragionamento sta in piedi perché si tratta di fisica, l'immagine serve solo ad aiutare a visualizzare il concetto.
Se la mettiamo giù utilizzando la matematica, il ragionamento è il seguente: per non collassare uno dentro l'altro, pneumatico e asfalto devono contrapporre due forze uguali e opposte.
La forza che l'asfalto esercita sullo pneumatico è uguale in modulo alla forza peso (chiamiamola F1 perchè p servirà per la pressione), ovvero al peso del sistema a cui si contrappone: bici + ciclista. Questo è il terzo principio di Newton.
Allo stesso modo, l'aria contenuta nello pneumatico agisce contro l'asfalto con una forza F2 = p*A, dove p = pressione e A = area su cui agisce questa pressione (ovvero l'impronta dello pneumatico al suolo).
Uguagliando le due forze che agiscono una contro l'altra otteniamo A = F1/p. Questo implica che se il peso e la pressione rimangono gli stessi, anche la superficie di contatto deve per forza rimanere la stessa.
Quindi ad esempio se prendo una bici piu ciclista da 80kg complessivi e considero la forza normale che il suolo deve imprimere (784,8 N), e impongo che p*A = 784,8 N, se ho una pressione di 7 bar ( = 0,7 N/mm2) vuol dire che A = (784,8 /0,7) mm2 = 1121,14 mm2.
A prescindere dalla larghezza dello pneumatico (che non entra mai in gioco), se la pressione è costante allora anche l'impronta è costante.
Se poi ho una superficie più larga su cui distribuire questi 1121 mm2, va da sé che l'impronta non si svilupperà così tanto in lunghezza perchè al punto più largo "ha più spazio".