Molti dicevano che con questo ciclismo moderno (come se le cose fossero cambiate in maniera sostanziale dai tempi di Pantani e Indurain) era ormai impossibile fare distacchi, attaccare da lontano era un'utopia....quando si chiedeva il perchè, sempre risposte generiche. Semplicemente perchè questi ciclisti non sono eccelsi, devono fare i conti con la loro forza e il loro livello e inoltre sempre più paura di saltare, paura che non porta da nessuna parte.
Oggi, Andy Schleck con un'azione di forza abbastanza ben programmata dalla squadra (peccato aver perso Posthuma così), ha dato con questo attacco un senso ad un Tour bloccato, per la seconda volta, per la paura di Contador. Lo spagnolo che, con le difficoltà del Giro che comunque contano [la doppietta è roba per campioni, non per uno dei più forti del momento], alla prima tappa di salita fatta veramente a passo elevato è crollato. Anche a Luz Ardiden si tirò abbastanza, pur solo nella salita finale con un Tourmalet non a ritmi folli, e qualcosa cedette. Non c'entrano gli infortuni, anche Cassani che ogni volta ne trova una per difenderlo dovrebbe capirlo: Contador anche con gli attacchi nelle due tappe precedenti, tappe non dure dove non si rischiava di pagare, ha cercato di spaventare gli avversari ma gli è andata male, ne ha trovato uno che si è meritato alla grande questa vittoria.
Scatto secco, a 60 km dall'arrivo: rischio di saltare? Pazienza, di un altro podio al Tour non me ne faccio niente. Evans va sorpassato, Voeckler vediamo. E intanto il giovane lussemburghese ha guadagnato minuti e minuti, dopo un pò ha dovuto condurre il piccolo gruppetto tutto da solo scremandolo man mano con una progressione vera, il vero attacco del Tour de France. Non poteva essersi smarrito così, Schleck: non era arrivato al top all'inizio ma in questo Tour era giusto così. Io lo dissi, che si sarebbe fatto trovare pronto alle Alpi, e così è stato. Grande azione, grande vittoria e ad un tanto così dalla maglia gialla anche se non pensi che ora sia tutto finito.
Contador invece ha finito per pagare andando un pò in calando: finora ha giocato il ruolo di favorito, ha cercato di preoccupare gli avversari (pur senza fare vere differenze) qualora la strada glielo permettesse ma alla fine quando smettono i giochi di sguardi e di parole, che piacciono poco ai telespettatori, e iniziano i veri giochi, gli attacchi, gli inseguimenti e il ritmo forsennato, ha ceduto. Sconfitta su questa salita non dura, con pendenze impegnative solo nel km finale ma comunque regolare.
Cadel Evans, così come gli altri big, hanno comunque fatto male i conti: alla fine non avevano più i gregari mentre davanti non avevano nulla da perdere e continuavano a guadagnare. E così Cadel, che ad ogni Tour ne combina una anche quando sembra avere la vittoria in tasca, colpito da una reazione di orgoglio parte, quando di km ne mancano ancora tanti: è un lungo e regolare inseguimento, sempre in testa, che fa molte vittime. Sanchez, forse provato dalla lunga corsa a cui è stato costretto da dopo la cronosquadre, ha mollato. Contador ci ha provato, ma quanto ci dava di spalle, si vedeva dalla televisione che non era il miglior Contador. Questo senza però parlare di problemi al ginocchio o altre cose, che ogni volta che va male si trova sempre una scusa: semplicemente non era al top. Non che fosse al 50%, eh, quando la gara si fa dura non è che ha grossi margini: e quando la corsa diventa dura dall'inizio ha sempre avuto problemi. Lui si è visto sempre e solo su distanze pari o inferiori ai 7 km, quell'attacco ce l'ha. Ma poi? Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Lui proprio non ce l'ha fatta.
Basso ha fatto la sua corsa attendista sperando che qualche big saltasse e così è stato: ha pagato, però sbaglio, Ivan, o volevi lottare per la maglia gialla e come obiettivo minimo il podio? Il podio è ben lontano ed è già molto mantenere questa posizione o arrivare quinto, non proprio quello che ci si poteva aspettare dopo le grandi iniezioni di fiducia (seguite però da un prolungato attendismo in corsa) che volevi dare; Cunego è rimasto lì finchè ha potuto soffrendo veramente tanto e ci è riuscito. Voeckler, che ha interpretato una corsa direi splendida, senza lavorare rischiando poi veramente di saltare nel finale (e così sarebbe successo) ma facendo fare tutto ad Evans e alla Saxo. Erano loro i favoriti, non certo il francese: e allora, che lavorino, tanto lui avrebbe già avuto difficoltà a seguirli fino ai 2650 metri del Galibier. Schleck nel finale ha perso veramente molto, però resta questa grande vittoria che sa un poco di impresa, specialmente perchè negli ultimi anni di queste azioni non ne avevamo più viste e stavamo aspettando qualcuno a riproporcele: quel qualcuno non è stato il tanto elogiato Contador, ma il giovane e comunque fortissimo Andy Schleck. Benissimo, fa bene al ciclismo e finalmente si è vista una tappa di montagna degna di questo nome.
L'altro Schleck, che era probabilmente il migliore del gruppo dietro, ha scattato ai -300 e ha fatto lì la differenza: Voeckler ce l'ha fatta, per soli 15". E' riuscito a trascinarsi in maglia fino alla tappa dell'Alpe d'Huez, ma bravo orgoglio francese, ha compiuto una cosa impensabile per molti ed ha lottato fino alla fine. Piccolo appunto per Zubeldia, che si è riscoperto incredibilmente capitano e non è crollato ma anzi sta chiudendo in crescendo: 14°, non grandi cose, ma per un corridore ormai scomparso tra le tele del gregariato da anni è un'ottima cosa. Più inoltre la soddisfazione di arrivare davanti a Contador e inoltre la correttezza di stare al di fuori di questi giochetti tra corridori della stessa nazionalità che sono stati chiari sin dal Giro. Ma stavolta non è riuscito a salvarsi, il caro Contador...
Ci hanno provato anche altri corridori ormai usciti di classifica da tempo, come Gesink e (finalmente ti rivediamo) Leipheimer: ma oggi la corsa non poteva permettersi arrivi di fughe, oggi si scriveva la storia di questo Tour. Le salite lontane dal traguardo fanno paura se non si ha coraggio, quando c'è la necessità 55 km diventano un grande trampolino di lancio, così come è stato.
Insomma, finalmente ho spento la tv senza quella sensazione un pò di vuoto che mi aveva invaso a Luz Ardiden, meno, e a Plateau de Beille, di più (ma mai come Ax-3 Domaines l'anno scorso): finalmente i corridori hanno fatto quello che dovevano e si è visto il più meritevole di questo Tour, perchè un attacco da 60 km che va in porto con 2' di vantaggio e tanta, tanta fatica, non può che essere elogiato, da qualunque parte tu stia. Ha vinto il più meritevole e forse il più forte del Tour. Ma attenzione che non è finita, e domani Schleck dovrebbe tentare di dare qualcosa a Cadel Evans. Insomma, queste ultime due tappe si proponevano come risolutive e questa lo è stata: ma, fino all'ultimo metro di salita di questo Tour, la corsa si farà al 100% e senza esclusione di colpi. Contador ha mollato, ma non certo per questo la corsa è meno interessante. Domani 110 km, tappa flash e vedremo cosa accadrà.