Concordo in pieno amico mioGrande giornata di bici
Prossime uscite? Io sono precettato sino a domenica
Anche per me ieri giro in Lunigiana, quello che avevo scritto più su... Giornata assolutamente NO, ma ormai c'ero e mica potevo tonare indietro... Già sul lagastrello mi sono accorto di non stare bene, poi sul Ticchiano grande crisi nonostante fosse il più breve!
Poca lucidità e per sbaglio faccio un pezzo di salita per Lagdei invece che il Cirone... Cirone fra l'altro veramente bello selveggio, peccato per la discesa molto sporca.
Infine la Cisa via Molinello... pensavo fosse più ombrosa! Invece quasi sempre al sole e con buone pendenze... Gambe veramente disastrata, salivo di testa e basta... Poi in cima meritata Coca-cola e discesa verso Aulla con vento contro...
Alla fine 147 km e 6 ore di pedalata... Posti veramente belli e giro che merita davvero, magari in condizioni fisiche migliori!
Racconto della giornata con foto: [url]http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest¬e_id=412717246761[/URL]
E qui senza foto, solo il testo...
Non cè niente da fare, te ne accorgi subito. Forse sarebbe meglio non avere questo indicatore dei rapporti sul filo del cambio. Una cosa è vedere, una cosa è sperare. Provo a sperare che la meccanica sbagli, ma tutto svanisce nel 39x23 che sto facendo girare. Mi rimane ancora il 25, non ci sono problemi, anzi, inrealtà si. La strada non sale più del 6%.
La firma sulla crisi è sempre ben precisa e pulita nel chiarore delle buone intenzioni. Anche i momenti sono sempre ben precisi, perchès e fossi a casa girerei alla svelta verso una più che giusta doccia, ma così non è.
Aulla è umida e nebbiosa, tipico delle valli. Mancano 5 minuti alle 8 e è piuttosto fresco, sono pronto e mi faccio un bagno di temperature accettabili partendo alla volta del mio giro. Finisco presto per farne un altro di bagno, quello di afa che fa appiccare qualsiasi cosa. Ho la sensazione che anche le ruote siano appiccicate al rugoso asfalto verso Licciana Nardi. Il falsopiano è veramente leggero, da 53, ma non riesco a spingerlo. Ahia, primo segnaccio.
Il Passo del Lagastrello è il primo ostacolo della giornata, sicuramente il più difficile, data al lunghezza e le pendenze sempre molto morbide che a me, siceramente, dopo un po mi fanno lessare considerevolmente. La prima parte va su a falsopiani molto leggeri, poi dopo il paesino di Tavarnelle la strada si mette in proprio dallantropizzazione e iniziano 11 km di solitudine. È la solitudine che dovrebbe far pensare, riflettere, godere di quel che passa e di quel che è passato.
La mia, invece, è la solitudine di chi sa che sarà una giornata dura. Non è giornata, la Cisa col cavolo che dopo la faccio. Cirone e poi ritorno alla macchina. Intanto però conto i km che mancano, il bello è che li conosco solo indicativamente. Il tracciato della strada non da segni si riferimento e non capisco dove sia il passo. A un certo punto tutto sia apre e vengo investito da odore di bestiame, dal sole e dalal vista sui tornanti aperti che ho appena affrontato. Bene, non dovrebbe mancare molto, la vegetazione è cambiata e i 1200 m del passo non sono sicuramente troppo lontani.
Infatti è così, rispetto ai miei calcoli arriva con un km di anticipo, e per le mie condizioni è oro colato. Maledetta salita. Però bella questa salita, se solo fossi più lucido
Mi metto lo smanicato e mi lacio in discesa verso Monchio delle Corti. O almeno così avrei voluto fare. Stò imparando che in emilia il concetto di discesa è molto relativo. Si scende, felici, ma si smette presto nella maggior parte delle volte. Stramaledettissime contropendenze in mezzo alle discese, questi ingegneri non sono sicuramente dei ciclisti.
Non mi faccio ammaliare dai richiami dei plurimi cartelli del Passo della Colla, un acchiappa citrulli mica da poco. 1466 m e strada che diventa sterrata. Avrebbe significato salire e poi tornare indietro, buttando via energie preziose. Tiè, gli dico, conosco il fatto mio.
Il fatto mio è il Passo di Ticchiano, non indicato dai cartelli, che per essere raggiunto richiede lapporto delle mie facoltà di orientamento. Cartine dietro non ne ho, come dice Greta te ci godi quando non conosci la strada e ti perdi.
Imbocco la via giusta però, ma con la gamba sbagliata. 6 km di salita che non passano mai, la crisi mi passa dentro come linutile crostatina biologica che mi sono mangiato. Sudo freddo, ho caldo, i pignoni sono finiti e controllo continuamente le ruote pensando di aver forato. Sono integrissime però, vecchie Ultegra del 97, rumorose come non mai, scandiscono i rintocchi delle mie difficoltà. In fondo però sono solo 6 km, e finiscono in una maniera o nellaltra. Cè soddisfazione quando vedo il cartello del passo, di più quando vedo che se lavesis fatto dalla parte opposta mi sarebeb toccato sopportare pendenze a due cifre.
Discesa infinita. Falsipiani, risalite, e Corniglio arriva dopo uninfinità. Meglio tardi che mai, ma cès empre tempo per rimandare ancora linizio della salita vera e propria. Coem una maledizione, la strada che porta a Bosco di Corniglio è una successione interminabile di mangia e bevi. Già, meglio mangiare e bere poco ma spesso, sennò va a finire che mi devo far venire a prendere.
Arrivo a Bosco, cartelli stradali poco chiari, lucidità sotto i tacchi e a sbagliare strada si fa presto. Salgo verso Lagdei, ma non lo sapevo, non lo volevo, non era nei miei piani. La strana senzazione però cè e dopo un paio di km abbondanti di salita trovo un signore e a lui domando s eper Pontremoli va bene.
No che non va bene, deve tornare giù, primo bivio a sinistra e poi ancora a sinistra. Dietrofront, seguo le indizazioni e mi trovo sulla starda del Cirone. Antipasto di dolci pendenze suguito da un primo km di amarissima strada troppo faticosa per le mie possibilità. Ma è bene così, perlomenos u queste pendenze, nonostante la crisi, me la cavo e di testa non abbandono. E poi questo passo è veramente bello. Selvaggio, fra pascoli e roccie, sole che picchia su questa lingua di strada che forse anche lei si chiede la sua utilità. Chissà se riesce a darsi una risposta. Io ci provo, ma il non trovare nemmeno una macchina in tutta la salita mi fa arrendere.
Sono, questi, passi abbandonati alla malattia di scalatori col vizio del collezionismo.
E menomale ci siamo noi, a conquistare vette come questa, passo del Cirone, m 1255 sul livello del mare. E adesso via verso la macchina! Per oggi può bastare, per fare la Cisa altre occasioni non mancheranno.
In discesa, così come le altre di giornata, cè poco da godere. Strade sempre sporche e più di tanto non si può azzardare. Nelle condizioni mentali attuali poi Rimane comunque una discesa infinita, curav dopo curva, limpressione è di scendere verso linfinito. E questo infinito non è un mare dove affogar il pensier mio e il mio sguardo lultimo orizzonte inizia a includere
In fondo sono qui, poi mi tocca tornare no, sono cotto, non è giornata, esagerare non serve tanti pensieri vo comparando, e la decisione, manco a dirlo, è quella che mi porta a girare a destra al bivio di Molinello. Si fa anche la Cisa, versante secondario, quello impegnativo.
Pare che sia tutta in boco, allombra, e visto che fa caldo mi dovrei salvare almeno da quello. Più i metri passano però, e più questaspettativa diventa illusione. Tornante dopo tornante mi arrendo ai raggi perpendicolari di mezzogiorno passato. Non cè un cane, ma la colonna sonora si. Tappeto musicale dei tir in transito sulla più comoda autostrada A15 della Cisa. Con quella sicuramente avrei fatto prima, testa di rapa. La vedo scorrere fra le valli, prima in alto e poi in basso, romantica a modo suo.
Le gambe mi fanno un male assurdo, non mi era mai successo così. Il prezzo dellesagerazione. A salvarmi nientaltro che le pendenze non facile. Controsenso assurdo, ma per me è così. Nonostante tutto, ogni volta che mi fermo (metaforicamente) a pensarci, mi ritrovo a spingere al massimo. È la testa, la motivazione che vien fuori, quella capacità di soffrire e sconfiggere le sensazioni che da tempo mancava. Sono distrutto e mi stò distruggendo ancora, ma mi piace, adesso.
Così quando arriva il bivio che mi riporta sulla statale, a circa un km dal passo, sento già la mia vittoria in pugno.
La strada rossa sulla cartina diventa il mio tappeto rosso verso laltare del sacrificio e della soddisfazione. Passo della Cisa, m 1041 slm. Mi merito una Cocacola, la compro e la bevo. E poi giù, prima 18 km di discesa dolce, larga, mai troppo veloce verso Pontremoli. E poi ultimi 22 km, falsopiano in leggera discesa verso Aulla. Manco a dirlo, vento contro veramente consistente e il falsopiano spesso si interrompe con delle dolci, più o meno lunghe, contropendenze.
Fra mettere il 39 e salvare la gamba già morta, e il continuare a infierire sui due cadaveri con il 53, scelgo la seconda opzione. Ne nasce una cronometro individuale attorno ai 40 di media. La coca cola è spaventosa.
Così quando arrivo alla macchina mi rendo conto che i dolori avvertiti alle gambe durante la pedalata, non sono niente a confronto di quelli che ho a camminare. Amen.
Mangio, mi lavo, mi cambio, mi metto in viaggio. Mi fermo a Marina di Massa. Un bagno rigenerante e una bella dormita sulla sdraio male non ci stanno.
Che dire??? Intanto Complimenti per la tenacia e determinazione,non è facile tovarle in ragazzi molto giovani come te
Sei stato a Campo Cecina???
Ciao Massimoancora una volta grazie ai miei "trainatori" per avermi aspettato!
Oltre al fatto che già il mio passo è comunque considerevolmente inferiore ai compagni di uscita (in rigoroso ordine alfabetico) Arcasimone,Alessandr,Saurox,al contrario dei miei chili che sono considerevolmente superiori,ieri ho fatto l'errore di mangiare subito prima di uscire,e mi sono servite le prime due ore solo per digerire,con conseguente penosa salita verso Collesino.
Poi mi sono ripreso,ed anche se in ogni caso andavo molto di meno lo stesso,almeno non ho sofferto effetti collaterali oltre al mal di gambe per stare a ruota dei 3 sopracitati compagni di avventura...
...non vi nascondo che non ho pianto per aver terminato il giro programmato anzitempo,altrimenti non so come sarei arrivato a casa,vuol dire che la prossima volta faremo il resto e vi farò scoprire ulteriori fontanelle!
Grazie ancora!!
Sai che è sempre un piacere rivederti e pedalare con te
Dobbiamo assolutamente scoprire altre fontanelle prima che ghiaccino
grz a tutti voi ................. SERVAREL la tua maestria nella conoscenza dei luoghi è invidiabile ................ è bello incontrare nuova gente con una passione sfrenata x questo bellissimo modo di vivere la vita e la bici (definirlo sport mi pare molto ma molto riduttivo)
spero presto di poter essere nuovamente del gruppo
oh ............... ad ottobre tutti al trittico !!!!!
grz
grz tante
Grazie a te Alessandro
A ottobre cercherò di esserci al Trittico
Molto Presto Massimoalmeno come Cicerone non resto indietro...
volendo fare giri non circolari,ma alla conoscenza dei luoghi verso destinazioni "vai e torni",la Lunigiana ne offre molti altri...quando volete!
Sempre con calma eh?
allenarsi è fatica ............... se può diventare piacevole, con luoghi e persone fantastiche .......................
sei il capo dei CICERONI (a livorno ti direbbero: "a te il TOM TOM ti fa una sega !!!!")