Tutto il mio rispetto per la sincerità (1^ frase) e ragionevolezza (la 2^). Quello che a molti sfugge, comunque, è che siamo tutti sia automobilisti e ciclisti nello stesso tempo (molti utenti hanno già riportato questo concetto, eh?, sto inventando l'acqua calda), quindi abbiamo il privilegio di godere delle prospettive di entrambi i ruoli.
A me è sempre così chiaro capire perchè un ciclista si inalbera, o per il vaffa... di un automobilista diretto ad un ciclista.
Il problema è irrisolvibile quando si vede il mondo da un unica prospettiva, perchè chi guida solo l'auto non capirà mai certe dinamiche che governano la guida di una bici (pur rispettando il codice della strada): il comportamento di un ciclista che procede a zig-zag per evitare i crateri /tombini sul lato destro della carreggiata, risulta incomprensibile all'automobilista che non è mai stato ciclista, che, scandalizzato, all'istante reagisce fulminando il ciclista con il clakson (che fa saltare il ciclista mezzo metro dalla sella per lo spavento, rischiando peraltro di perdere il controllo della bici, reagendo automaticamente con un altrettanto sonoro vaffa...).
Per un ciclista può essere utile, ma non salvavita (vedi l'incidente mortale di giovedì scorso presso il confine Rn-RSM), vedere quanto capita alle sue spalle, con uno specchietto o con il sensore (tipo
Garmin) delle auto in avvicinamento, o girando lo sguardo alle sue spalle ogni 3x2, e agire di conseguenza. Con l'accortezza di non sbandare torcendo il collo, e di non perdere l'attenzione guardando il ciclocomputer o lo specchietto.
La prudenza comunque non sempre basta, come tu stesso sostieni. Avviene sempre tutto per caso...