Buongiorno a tutti. Confermo tutte le testimonianze.
Io, dopo essere stato visitato da sei cardiologi, compreso un reparto di elettrofisiologia ospedaliero non ho ancora risolto il problema perchè le crisi a 230 battiti non mi sono MAI venute durante le innumerevoli prove e test che ho fatto. Al contrario, risulta che ho un cuore perfettamente sano (coronografia, test elettrofisiologici, ECG, holter, etc. etc)
Premetto che nessun cardiologo ha creduto alla veridicità dei dati del mio cardio. Tutti hanno detto che si tratta di interferenze magnetiche ma la cosa non è vera perchè il cuore mentre è veloce lo percepisco bene (credo sia una sua parte, sicuramente non tutto il cuore).
La mia prima crisi è durata 15 minuti a 230 battiti e poi inspiegabilmente e all'improvviso è tornato tutto a 70 battiti. Le successive sono durate molto meno, ma comunque parliamo di qualche minuto.
Siccome registro le uscite con il
Garmin da almeno dieci anni ho potuto incrociare i dati e giungere a qualche considerazione.
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Caffè, stress, gel energetici (per me sono una bomba) e/o proteine in polvere (idem come i gel) e qualche altro componente sono sempre stati presenti nel giorno in cui ho avuto le crisi.
- Le crisi si sono presentate dopo un'accelerata improvvisa seguita da un forte rallentamento e infine una nuova accelerata.
Nel web (quello statunitense, in italiano non c'è pressoché nulla) ho trovato rimedi che funzionano benissimo per arrestare la durata della crisi, ovvero:
- tappare il naso e tentare di soffiare (come quando di compensa sott'acqua)
- Mantenere la calma e non farsi prendere dall'agitazione, che scaricherebbe altra adrenalina e prolungherebbe la condizione di crisi
- non smettere di fare movimento, quindi continuare a pedalare o camminare
- respirare ad ampi polmoni
Come letteratura ho trovato un unico studio statunitense (The Haywire Heart_ How too much exercise can kill you, and what you can do to protect your heart) acquistabile su Amazon. L'unico documento scientifico che esista al riguardo, oltretutto accolto anche da qualche università. Scritto da un ex atleta. Dice cose molto interessanti e ognuno ci si rispecchia un po'.
In pratica parte dal fatto che il cuore dei ciclisti è uno dei cuori più sottoposti a sforzi costanti e intensi. E' progettato per avere dei picchi, ma non per le condizioni richieste dal ciclismo. I ciclisti che maggiormente soffrono di problemi sono quelli dilettanti. A differenza di un pro che dà molto per qualche anno e poi smette, i dilettanti pedalano a ritmi elevati per tutta una vita e questo sta provocando un aumento generalizzato delle problematiche a livello mondiale, soprattutto da quando la bicicletta come sport è esplosa. Da quì inizia lo studio. Devo dire che i rimedi sopra menzionati trovano riscontro anche nel documento.
Scusate il lungo post ma penso che chi segue l'argomento potrà magari trarne qualche input utile.