Ieri sera sono stato sveglio fino a tardi per leggere interamente questa interessantissima discussione. Mi sono ritrovato in tantissime emozioni/situazioni da voi descritte.
Stasera ho deciso di condividere la mia storia ed il mio pensiero.
Con la mia prima bdc e per circa 10 anni sono andato quasi sempre da solo, più che altro perché non conoscevo nessun altro coetaneo (23enni) con la stessa passione se non un mio amico ma fortemente in sovrappeso che raramente si univa a me per brevi giretti.
La bici per me era quindi strettamente solitaria, e con chilometraggi modesti (max90 km) ma prevalentemente in salita (certo averle vicino a casa aiuta...)
Nel 2011 la svolta, conosco un ragazzo iscritto ad una società, facciamo qualche giro insieme e mi convince ad iscrivermi con loro e provare qualche medio fondo.
La prima mi piace tantissimo, alla seconda caduta in un gruppetto, scafoide e semilunare destri fratturati: 60 giorni di gesso.
Giusto il tempo per ordinare e far arrivare la bici nuova
Nel frattempo capisco che nei miei giri ero sempre andato a tutta, praticamente ero sempre in soglia in salita!
Da allora ho fatto una ventina di GF, qualche cronoscalata/cronosalite un paio di randonee altrettante cicloturistiche (tra cui Milano-Sanremo) un o due raduni della squadra all'anno e parecchi giri con uno/due massimo tre compagni.
Più o meno mi è piaciuto tutto quello che ho fatto, la competizione delle gare la trovo molto stimolante, la complicità delle uscite coi compagni ha il suo fascino, ma non c'è niente da fare quando esco da solo è speciale, c'è quel pizzico di fascino in più, quel senso di avventura che ti rapisce per ore, la mente finalmente libera, lo ritengo impareggiabile.
Rispetto a 14 anni fa i km nelle mie corde sono aumentati parecchio, infatti questa estate mi sono regalato il primo 200 (Km) in solitaria (4400D+) nelle mie valli e in vacanza un magnifico giretto di 170km dal mare (La Ciotat) al mitico Mont Ventoux!
Ritengo anche io che andare da soli sia intrinsecamente meno pericoloso, le mie statistiche parlano chiaro, in solitaria sono caduto solo una volta in mezzo ad una cittadina a 3km da casa su un dosso ai 10 all'ora....
Credo anche che per allenamenti specifici sia indispensabile essere soli è che il vento in faccia non sia così deleterio e poi concedetemi questo: il sogno di ogni ciclista è essere da solo in fuga ed arrivare a braccia alzate sotto il traguardo! (Mica pedalare bello coperto in un gruppone)
Infine, vergognandomi un po', Vi confido che a volte in salita, rigorosamente solo con la mia bici e pedalando a tutta, nella mia testa risuonano le parole:
« Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi »: da brividi...