Purtroppo, come spesso accade, questi provvedimenti lasciano spazio ad interpretazioni, secondo consolidata quanto deprecabile abitudine dei legislatori Italici.
Una cosa che pare chiara è che l'obiettivo primario è di avere in giro il minor numero di persone possibili.
Senza impiccare chi esce e senza glorificare chi invece non lo fa direi che sommando tutte le variabili, decreto o non decreto sarebbe meglio non uscire in biciletta.
Tra l'altro stamattina mi è arrivato l'invito in tal senso della FCI, penso sia arrivato a tutti i tesserati.
Addentrandosi un poco nei meandri che sono riusciti a creare in due pagine di decreto ad oggi si richiede di spostarsi solo per casi di comprovata necessità. A tale scopo viene predisposta anche una autocertificazione nella quale si dichiara cosa si sta facendo fuori da casa.
Mi sembra pacifcio quindi che se esco in biciletta dovrei avere il famoso modulo con me o, eventualmente, compilarlo in caso sia fermato da agenti di qualsiasi natura.
In tale fattispecie, cosa potrei scrivere di valido alla voce dove indicare il comprovato motivo che mi rende necessario uscire?
Nei decreti c'è scritto che rimane consentita l'attività fisica all'aria aperta, non si entra nel merito di quale sport sia permesso e quale no. Si deve però ritenere che qualunque sia il caso la pratica di tale attività non può contravvenire al presupposto cardine della norma la quale vieta ogni spostamento non necessario. Ne consegue che l'attività fisica permessa non può essere quella che preveda come componente essenziale appunto uno spostamento significativo, anzi nel ciclismo l'attività stessa è esclusivamente consistente in uno spostamento.
Un contributo significativo a questa interpretazione viene dato dalla ulteriore specificazione che gli allenamenti sono consentiti ai soli atleti professionisti o di rilevanza nazionale.
Ora lo so che la maggior parte di quelli che scrivono nel Forum ritengono di appartenere quanto meno alla seconda categoria indicata, ma non sarà facile dimostrare nei fatti tale appartenenza a chi ci ferma per i controlli.
La storia di nel Comune si e fuori Comune no, penso sia un, come al solito, maldestro tentativo di dare un senso al termine "territori" che vaga per i decreti fin dall'inizio. Se devo consentire gli spostamenti per accedere ai servizi essenziali come acquistare da mangiare ma ho necessità che gli spostamenti stessi siano il più limitati possibile devo gioco forza considerare un territorio all'interno del quale sia possibile trovare i suddetti servizi, quindi il Comune. La soluzione è però poco adatta a tutte le realtà, perché se a Milano o a Roma nel Comune posso trovare e/o incorrere mille volte in ogni cosa, ci sono moltissimi Comuni dove non c'è praticamente niente, né Poste, né Banche, nessun supermercato, spesso solo uno spaccio dove c'è veramente pochissimo, (almeno uno - ma forse più di uno - di quelli che confinano con il mio sono così ad esempio…).
Quindi forse sarà possibile attraverso ricorsi che sfruttano i meandri appellarsi alle sanzioni in cui eventualmente si incorre ma che queste possano essere comminate penso sia più che possibile.
Circa gli aspetti più legati alla sensibilità del singolo per il fatto "tanto esco da solo, non incontro nessuno e non contamino e non vengo contaminato" la cosa, al di là delle interpretazioni della norma è plausibile, resta, come mi pare scritto già mille volte, il fatto che il rischio di trovarsi ad impegnare inopportunamente ospedali anche se limitato sia concreto.
Bisogna riflettere anche sul fatto che trovandosi molti di noi in condizioni di avere più tempo disponibile rispetto al solito se tutti facessero il ragionamento del "tanto esco da solo" ci sarebbero in giro un numero enorme di solitari i quali fatalmente sarebbero molto meno solitari di quello che vorrebbero. Basandosi la possibilità di incidente sulla numerosità dei candidati all'evento va da se che il rischio di andare al PS aumenta con l'aumentare del numero degli uscenti da soli.
Negli ultimi tempi, mesi, ma anche ultimi giorni, mi trovo mio malgrado a frequentare gli ospedali per altre ragioni, anche se mi trovo in un'area dove (ancora?) non ci sono criticità da virus anche i reparti non coinvolti direttamente con la virologia sono in condizioni diverse dal solito appesantiti dalle procedure di accesso e gestione dei pazienti e sono ormai quasi ovunque caratterizzati dall'aver avuto transiti di contagiati, per cui i sanitari stessi sono in tanti casi in isolamento o contagiati a loro volta.
Correre il rischio di andare ad infilarsi in un ginepraio del genere per voler fare a tutti i costi un allenamento in biciletta non so se valga il prezzo potenziale.
In ultimo, i ciclisti appartenenti alle Forze dell'Ordine che si trovano nei vari gruppi WA cui ho accesso sono concordi sulla storia del Comune quindi ai fini pratici si vede che queste sono le direttive che ricevono, chi no può proprio fare a meno di andare ad allenarsi tenga presenta almeno questo.
In bocca al lupo a tutti, penso che ci troviamo ad affrontare una prova dura che è ancora lontana dall'essere superata.