Doping: chi vuol parlare?

bdiegoz

Purple Mod
4 Novembre 2007
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Vendrame non aveva torto nell'affermare che la squadra giovanile migliore da allenare è fatta di orfani.
Spesso i genitori sono convinti di avere il pargolo nuovo campione del mondo, e agiscono di conseguenza; per poi scaricare a terzi la loro parte di responsabilità quando le cose vanno male
 

Zugnajima#11

Strat Twelve in Pit Lane
14 Giugno 2010
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@andrea vicenza : i casi sono 2.
1) I ragazzi non dicono nulla ai genitori, assecondando il clima omertoso che regna nelle squadre.
2) I genitori dei ragazzi sanno tutto e concorrono al favoreggiamento della cosa, con la prospettiva del "successo" del proprio figliolo.


famoso era (purtoppo non lo trovo) il video della ragazzina (nuotatrice) a cui ossigenavano il sangue (insomma, tipo autotrasfusione da lei ad un macchinario e rientro).
terribile era che nello studio di questo "medico", con la ragazzina c'erano i genitori!!!
credo non serva aggiungere altro:-(
 

FrecciaAzzurra

Gregario
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la Pina

Zugnajima#11

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sesamo

Novellino
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trek madone ssl leopard
L?incredibile Tuft
di Marco Pastonesi
Tour de France, classifica finale, primo Svein Tuft. Cominciando dal fondo. Ma questo è solo un dettaglio. A 4 ore, 27 minuti e 55 secondi da Chris Froome. Che a una media di circa 40 chilometri all?ora, significa la bellezza di quasi 180 chilometri di distanza. Insomma, quando Froome ha tagliato il traguardo dei Campi Elisi sorridente, abbracciato ai suoi compagni di squadra, era come se Tuft dovesse ancora affrontare la salita di Semnoz, quella finale, ma della tappa del giorno prima.

Tuft è canadese, ha 36 anni, e in questo Tour ha stabilito un record ancora prima di cominciare a pedalare: il più vecchio esordiente, almeno della storia moderna. Se l?olandese Laurens Ten Dam è il più hippy, Svein Tuft è il corridore più selvaggio. A 15 anni ha mollato la scuola. Poco dopo ha cominciato a girare, lui e il suo cane Bear (che è un po? come un orso che si chiama Dog: ma gli orsi, a parte Yoghi, hanno nomi?), a dormire sotto le stelle, prima a piedi, poi in bici. Una mountain bike da 40 dollari. E siccome suo padre, norvegese, faceva il boscaiolo, sulla mountain bike Svein caricava solo un telo, una coperta di lana e un?ascia, mentre il cane Bear si arrangiava da solo, senza bagagli al seguito. Una volta il tandem si è spinto fino in Alaska: Tuft, sceso dalla bici, è salito sulle montagne. E anche Bear.

Si racconta che, durante il viaggio in Alaska, bagnato fradicio e con la tosse, Tuft entrò in una baracca disabitata. Lì trovò fornello, cibo e letto, e si fermò quattro giorni prima di tornare al mondo. Più o meno come il film ?Into the wild?. Solo che stavolta c?è il lieto fine.

Perché il lieto fine è la bicicletta. Per la precisione, quella da corsa. Tuft ha cominciato a lavorare in un negozio di biciclette. Aiutante meccanico. Anche garzone. E come garzone era il più forte: con la mountain bike riusciva a trascinare un pesante rimorchio. Tant?è che, quando saliva su una bici da corsa, non sentiva la catena, cioè non sentiva la fatica.

A 22 anni Svein ha cominciato a correre in bici. Era più orso di Bear: nei modi, nella tecnica, anche ? raccontano i compagni ? nell?odore. Una prima esperienza con la Broadmark Capital, poi uno stage con la statunitense Mercury, infine il primo contratto da professionista contratto con la Prime Alliance. Un anno, trascorso tutto l?inverno tra sci e snowboard, era così fuori allenamento che decise di percorrere a febbraio, con freddo e pioggia, la Highway 101 da Vancouver al sud della California, più di duemila chilometri, per raggiungere il raduno della squadra, solo con l?attrezzatura da campeggio, un sacco di patate e il solito Bear, bevendo dai ruscelli e cucinando con un fornelletto da campo.

Otto volte campione nazionale a cronometro, campione nazionale su strada nel 2011, vincitore del Giro di Cuba nel 2007 e del Tour of Beauce nel 2008, medaglia d?argento ai Mondiali crono nel 2008, vincitore nella cronosquadre al Tour 2013. E primo al Tour 2013. Cominciando dal fondo. Ma questo è solo un dettaglio.
 

xtrncpb

via col vento
8 Gennaio 2011
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la mia e basta
Non è che nella MTB i professionisti vadano a pane e acqua, intendiamoci.
Qualche caso di doping si è verificato anche in quell'ambiente.
Però la MTB vive con il 10-15% max dei soldi che circolano nell'ambiente professionistico su strada.
C'è meno competizione perchè ci sono meno atleti potenzialmente in grado di vincere.
Basta quindi avere doti naturali, una buonissima preparazione atletica, unita a qualche "aiutino" entro i limiti prescritti dal regolamento anti-doping, per poter pensare di arrivare in un top-team mondiale Cross Country.
Vedasi per esempio Marco Aurelio Fontana.

Anche tra gli amatori MTB c'è qualcuno che "gioca sporco". Ogni tanto - ma molto raramente, perchè i controlli antidoping nella MTB amatoriale sono quasi del tutto assenti - qualche "pesciolino" finisce nella rete antidoping. Ma è un fenomeno di dimensioni molto inferiori rispetto a quanto accade nelle granfondo amatoriali su strada, che hanno mlota più partecipazione e indotto.
 

utah

Maglia Amarillo
18 Dicembre 2006
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Non è che nella MTB i professionisti vadano a pane e acqua, intendiamoci.
Qualche caso di doping si è verificato anche in quell'ambiente.
Però la MTB vive con il 10-15% max dei soldi che circolano nell'ambiente professionistico su strada.
C'è meno competizione perchè ci sono meno atleti potenzialmente in grado di vincere.
Basta quindi avere doti naturali, una buonissima preparazione atletica, unita a qualche "aiutino" entro i limiti prescritti dal regolamento anti-doping, per poter pensare di arrivare in un top-team mondiale Cross Country.
Vedasi per esempio Marco Aurelio Fontana.

Anche tra gli amatori MTB c'è qualcuno che "gioca sporco". Ogni tanto - ma molto raramente, perchè i controlli antidoping nella MTB amatoriale sono quasi del tutto assenti - qualche "pesciolino" finisce nella rete antidoping. Ma è un fenomeno di dimensioni molto inferiori rispetto a quanto accade nelle granfondo amatoriali su strada, che hanno mlota più partecipazione e indotto.


Quella che ambiente MTB è pulito rispetto alla BDC è una una panzana che neppure caccamo ci crede!!

Semplicemente non ci sono i controlli!!
 

ANTOXR

Pedivella
24 Maggio 2013
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BIANCHI
Una mia curiosità più indietro negli anni su Eddy Merckx,colui che tutto ha vinto:
1)Ai suoi tempi quali sostanze dopanti esistevano?
2)Si può considerare un corridore che ha corso a pane e acqua?;nonzo%
O è stato un Lance Armstrong "fortunato"?
 

xtrncpb

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la mia e basta
Quella che ambiente MTB è pulito rispetto alla BDC è una una panzana che neppure caccamo ci crede!!

Semplicemente non ci sono i controlli!!
Se leggi ciò che ho scritto, fa riferimento alla MTB dei professionisti, coloro che gareggiano in Coppa del Mondo XC.
Lì i controlli ci sono eccome, puntuali a ogni gara, sotto la supervisione dell'UCI.
Se invece guardi le granfondo amatoriali, sempre nel mio scritto troverai che i controlli sono rarissimi.

Una mia curiosità più indietro negli anni su Eddy Merckx,colui che tutto ha vinto:
1)Ai suoi tempi quali sostanze dopanti esistevano?
2)Si può considerare un corridore che ha corso a pane e acqua?;nonzo%
O è stato un Lance Armstrong "fortunato"?
Ai tempi di Merckx si viaggiava con stimolanti, con e altre sostanze per non sentire la fatica.
Tutta roba lontana anni luce da ciò che arrivò in seguito... e anche a quei tempi i controlli antidoping erano ovviamente impotenti...

se non erro Merckx è stato fermato per doping (al giro?),se tanto mi da tanto.

...anche in un Giro di Lombardia.
Merckx fu trovato positivo 3 volte ai controlli antidoping.
- Al Giro d'Italia 1969, dove gli vennero riscontrate tracce di uno stimolante (Reactivan). Fu espulso dal Giro di quell'anno.
- Al Giro di Lombardia 1973, con tracce di "Mucantil" (un anti-ossidante metabolico). Anche qui venne squalificato.
- Alla Freccia Vallone 1977, anche qui ci fu di mezzo uno stimolante, lo "Stimul", sulla cui base vennero poi chimicamente sviluppate le anfetamine degli anni a seguire.
 

Krono

Pignone
22 Marzo 2011
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si
E qualche "stregone" inizia già dai G5 a somministrare stimolanti e neurotrasmettitori... :angrymod:
Tutte cose non vietate, ma assolutamente deprecabili a livello giovanile.

Ultimamente si sta cercando di insegnare ai giovani l'etica "No Doping". Se gli atleti rifiutano di doparsi, questa piaga pian piano andrà svanendo.
Purtroppo non è affatto facile, come invece tu hai dimostrato, rifiutare carriera e soldi pur di mantenere un codice etico immacolato.
Le sirene della ribalta sono sempre assordanti, cantano melodie che trasportano nell'oblio...
E il doping, in tal modo, prospera.

L'anno scorso, mentre ero in giro in bici, incontrai un ragazzo della mia età o poco più, scambiandoci reciprocamente i complimenti per le rispettive bici, lodandone le qualità (lui aveva una Wilier Granturismo, io una Cannondale Super Six EVO Hi-Mod).
Mi diceva che ogni tanto usciva in bici con suo figlio, ormai 22enne. Da giovanissimo G1 e oltre (ES-AL) vinse 137 gare. Praticamente quasi tutte quelle a cui prendeva parte. Gran talento, entrato anche nel giro della Nazionale Juniores.
Passato Junior, il DS e il preparatore gli dissero che aveva un gran motore, ma che a quei livelli serviva la "benzina super".
Appese la bici al chiodo, proseguì gli studi di geometra e aprì un'attività in proprio.
Ora utilizza la bici solo per svago.
Salve e complimenti per il commento.
Nel 2009 un mio amico (veramente, veramente bravissimo-issimo) emigrò in Toscana, per essere ingaggiato in una squadra ciclistica, anche perchè da noi non c'è quasi nulla.
Tornò dopo un anno, deluso, nervoso, intrattabile e l'unica cosa che riuscimmo a cavargli fu: "dopo quello che ho visto, dopo quello che mi hanno proposto, dopo quanto m'è costato adattarmi e rinunciare alle prescrizioni, dopo le umiliazioni per il rifiuto, dopo esser stato cacciato fuori (come un cane dalla chiesa), non ne posso più e dico basta. Se decidessi di farmi un giretto, la bici già ce l'ho. Non credo mi servirà più".
Infatti è andata proprio così. Non lo sentiamo da quattro anni ed in gruppo riflettiamo perennemente su quelle sue parole: tutte generiche, nessun riferimento in particolare, ma tutto stramaledettamente chiaro!!!!
 

sergino

Pedivella
16 Gennaio 2013
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Apolide
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Certamente
...Cominciando dal fondo. Ma questo è solo un dettaglio....

Grazie Sesamo (per esserti aperto a noi!). Davvero complimenti per questo contributo. Nell'assordante cacofonia di "Barabba, Barabba", il tuo semplice copy & paste e' una vera nota musicale. La storia che riporti ci aiuta a ricordare che, se il ciclismo ci paice e se ci interessa la sua diffusione, e' sufficiente praticarlo. Testa in spalla e kit riparazioni in saccoccia. Magari un telefonino.
 
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sesamo

Novellino
18 Maggio 2011
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Grazie Sesamo (per esserti aperto a noi!). Davvero complimenti per questo contributo. Nell'assordante cacofonia di "Barabba, Barabba", il tuo semplice copy & paste e' una vera nota musicale. La storia che riporti ci aiuta a ricordare che, se il ciclismo ci paice e se ci interessa la sua diffusione, e' sufficiente praticarlo. Testa in spalla e kit riparazioni in saccoccia. Magari un telefonino.

Spero tu non sia stato l'unico a leggere tutto l'articolo.. :ola:
 

sergino

Pedivella
16 Gennaio 2013
339
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Apolide
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Certamente
Uno e' sempre e comunque un valore maggiore di zero. Comunque. Anche in Italia professionisti che si dedicano con passione e successo al mestiere del pedalare ce ne sono. L'esempio sicuramente piu' noto e' Marco Pinotti.
 

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