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Fare Fondo

canserbero

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Cito questo per comodità e perché vorrei chiarire un dubbio , ma la mia volontà è risponder anche al messaggio precedente che hai postato. Non capisco se ciò che intendi è fare tre giorni di fila in cui ogni è da 2h circa invece che fare un giorno da 6h.


Diciamo che il quello che sto facendo non è la più consueta programmazione in cui c’è il periodo di base, poi preparazione specifica e picco: io punto a creare la maggior base possibile portando contemporaneamente avanti lavori di carattere generale, quindi non è che c’è, almeno non necessariamente, il rischio di arrivare ad un punto di stagnazione come ci sarebbe se si protraesse tropo a lungo il periodo di base in una programmazione “tradizionale”.


Innanzitutto complimenti che per fare fondo ti fai dei begli allenamenti da quasi 7h

Per il problema del surriscaldamento, può sembrare strano, ma prova ad allenarti senza maglietta, alla cipollini per intenderci
Diciamo che poi dovrei girare col bastone per tenerLe lontane e poter fare l’allenamento, altroché soste dovute ai semafori e altro


Quella che ho riportato era una seduta di richiamo, le settimane “monstre” sono ormai passate. L’idea è di fare il richiamo una volta ogni una o due settimane perché le trovo molto utili per lavorare su aspetti legati all’efficienza (metabolica e meccanica). La progressione principale che sto attuando ora è sul volume, ormai direi che sono arrivato credo al massimo di dove posso arrivare, ora si tratta di consolidare e di certo, avendone la possibilità, il lungo
Ho lavorato molto in questo senso, già da primavera, ma i risultati sono stati un po’ altalenanti e al momento inconcludenti. Ho fatto più cicli di costruzione, seguiti dal mantenimento e per lo più indoor. La cosa non è così semplice come la di fa passare in genere, a mio avviso, perché stando a quelli di Core si dovrebbe stare 1h a temperatura. Ma per arrivare a temperatura in ambiente indoor ci vuole tempo (sopratutto in inverno/primavera) e cautela altrimenti c’è il rischio concreto di trovarsi con potenza in Z2 bassa ed FC a ridosso della Z4 e la temperatura del core che non è nemmeno nel range corretto: una situazione da evitare. Outdoor la cosa potrebbe essere altrettanto problematica, e per motivi diversi, perché si fa proprio fatica (a meno di non spingere e/o di avere una salita LUNGA) ad andare in temperatura per il raffreddamento dato dal vento. Questi sono solo alcuni esempi delle difficoltà concrete a cui dover far fronte e che complicano ulteriormente la programmazione a breve e medio termine. Per finire, come se non bastasse, se le sedute di heat training vengono fatte indoor allora poi c’è da considerare il transfer all’esterno, che non necessariamente è immediato visto che le condizioni non sono le stesse (prima tra tutte la mancanza dell’esposizione diretta al sole).
Insomma, avevo grandi aspettative di poter usare lo heat training anche in inverno in maniera strategica, ma al momento non ho ancora le idee chiare su come implementare un protocollo che, almeno, non mi faccia perdere tempo :)
 

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Pedivella
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Si, fare 2/3 giorni a fila lo stesso volume o qualcosa in più, invece che farlo in un singolo giorno; in modo da poter recuperare meglio ed eventualmente inserire più qualità.
 
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Misuri in qualche modo la temperatura corporea (magari con il sensore commercialmente disponibile)?
Vero che manca la componente irraggiamento, ma si tratta più di ottenere alcuni adattamenti utili, non necessariamente replicare in tutto e per tutto la situazione effettiva.
Comunque sei già un "utente evoluto" sul tema (e torno, per curiosità, alla domanda fatta prima) :)

(Poi siamo d'accordo che la resa nella situazione effettiva sia anche sempre una questione di tolleranza / abitudine: non è strano che atleti di livello superiore riescono a tollerare più a lungo temperature corporee più elevate, in parte anche per merito della superiore possibilità e/o capacità di esporsi. Sicuramente, come ogni altro aspetto, va "forzata" con criterio e in modo controllato).
 
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fabiopon

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È già difficile fare un buon Z2 in inverno se non hai pianure o falsopiani a portata di mano, figuriamoci col caldo d'estate!
Io manco di provo...
 

fabiopon

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Da ignorante: sono salite che vanno sopra i 2000mt di altitudine, non dovrebbero "non essere" considerate ai fini dell'allenamento appunto per la notevole parte sopra i 2000?
Ad esempio nel Lombarda la parte dopo il santuario.

ps-fatta la Vinadio Vinadio a giugno, bellissime salite!
 
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Sicuramente oltre i 2000m c'è da considerare il sistematico calo di potenza
 

canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Si, fare 2/3 giorni a fila lo stesso volume o qualcosa in più, invece che farlo in un singolo giorno; in modo da poter recuperare meglio ed eventualmente inserire più qualità.
È da un po’ di tempo che il microciclo è di tipo 3-1-2-1 (gli “1” sono i giorni di scarico) quindi le sedute più lunghe sono tendenzialmente quelle successive al giorno di scarico e sono anche quelle che hanno qualità. Nella sessioni successive a quella lunga/qualità aggiusto il tiro dell’intensità e/o lunghezza con l’intento di arrivare al monte Kj settimanale e di non finirmi
Comunque, tornado al tuo primo intervento il lungo lo reputo utile nel lungo periodo per lavorare in termini di efficienza (meccanica e non). Poi quanto lungo dipende sempre dagli obiettivi (e ovviamente dal tempo a disposizione), ma restando in eventi ampiamente aerobici, allora non li trovo necessariamente una perdita di tempo; il tuo ragionamento fila, ma è più indirizzato, almeno per come la vedo io, ad una ricerca dell’ottimizzazione.

Misuri in qualche modo la temperatura corporea (magari con il sensore commercialmente disponibile)?
Sì certo ho il sensore, altrimenti sarebbe equivalente a dire parole al vento, visto la soggettività che c’è nella percezione del caldo (e che non necessariamente coincide con una temperatura interna alta).
sono completamente d’accordo con quanto evidenziato. Al momento la frustrazione maggiore è avere la sensazione di non avere una strategia decente ed integrabile nel piano di allenamento per avere degli adattamenti utili; magari gli adattamenti ci sono stati è un possibile problema è che disattendono le mie aspettative.

Come considerazione generale, quella di integrare lo heat training nel piano di allenamento - da si poi più o meno priorità a seconda delle necessità - prende le mosse dal più basilare dei principi dell’allenamento: costruire e mantenere. La tendenza attuale sembra invece essere quella di costruire quando si avvicina o c’è la necessità, mantenere quel poco che basta e poi abbandonare del tutto; e questo viola quel principio esposto sopra che dovrebbe essere fondamentale.
 
22 Marzo 2007
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human-powered
Sì certo ho il sensore, altrimenti sarebbe equivalente a dire parole al vento, visto la soggettività che c’è nella percezione del caldo (e che non necessariamente coincide con una temperatura interna alta).
Ti ringrazio per la risposta :) E' certamente un riferimento in più, pur con i suoi limiti (stando alla letteratura). Comunque mi incuriosisce, ma per ora ho solo letto il leggibile.
Durante la sessione con deriva cardiaca significativa che hai allegato lo utilizzavi?
Hai monitorato l'evoluzione di qualche indice per evidenziare la progressione dei possibili adattamenti?
Non tutti correggono i singoli fattori limitanti con la stessa rapidità o con la stessa dose di stimolo. Idem per il mantenimento. Adattiamo le tendenze alle necessità piuttosto che le necessità alle tendenze :)
 

canserbero

Fremen
17 Settembre 2017
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Consapevole che al momento non è che si può pretendere chissà che ma, visto che le alternative sono i termometri rettali e le e-pillole (entrambi con alcuni limiti che ora non sto qui ad elencare), mi accontento di avere un riferimento oggettivo, con la speranza che la misurazione sia coerente nel tempo.

Utilizzavo il sensore nell’uscita di cui si discuteva, per me è essenziale come un PM. Allego uno screenshot da Garmin in cui sovrappongo la temperatura esterna (rilevata dal Garmin edge) e la temperatura del core. Purtroppo non riesco a mettere nello stesso grafico altre quantità, al più potete avere un quadro più completo tenendo sotto occhio il grafico temperatura ed fc che ho postato ieri è che ripropongo qui. Nella sostanza si vede che le aperte iniziali (erano da 2’) son state irrilevanti per l’innalzamento significativo della temperatura, quel che più ha contribuito è stato il passare del tempo e l’arrivo del sole. Si vede anche abbastanza bene verso la quinta ora come ci sia un drop della temperatura in concomitanza della breve (4’ circa) sosta al bar, la cosiddetta sosta pre-delirio in cui ho preso al volo una brioche e coca perché iniziavo a sentire fame. Come si vede il beneficio della sosta è durato poco (come accennavo ieri: una volta passato un certo limite poi è difficile stabilizzare l’intero sistema). Infine, tenete conto che ho toccato i 39 gradi e che in inverno un lungo sui rulli porta al più la temperatura - almeno la mia - a 38.1/38.2 verso la fine della seduta (e con intensità del 5-10% maggiore).





Hai monitorato l'evoluzione di qualche indice per evidenziare la progressione dei possibili adattamenti?
Si dovrebbe rifare il ramp test, ma onestamente non mi va molto di investire tempo ed energie in quello, quel che a me interessa è vedere un miglioramento in esterna. Di sicuro rispetto a primavera un miglioramento c’è, solo che nei pensieri edificanti che faccio durante i lunghi ho realizzato che di fatto, per come si suggerisce di allenarsi per gestire il caldo, lo stimolo che si da al corpo è per lo più quello di avere piena efficienza nel meccanismo di raffreddamento. Questo ovviamente non è poco, resta il fatto che è anche importante passare del tempo a temperature elevate e, da un certo punto di vista, il lungo mi pare che possa aiutare in questa direzione. È evidente però che così facendo si fa un compromesso tra la ricerca di un adattamento al caldo e la qualità del fondo
Non tutti correggono i singoli fattori limitanti con la stessa rapidità o con la stessa dose di stimolo. Idem per il mantenimento. Adattiamo le tendenze alle necessità piuttosto che le necessità alle tendenze :)
Non fa una piega, solo che questo modo di agire mi sembra altamente inefficiente: nessuno si sognerebbe, per esempio, di fare le ripetute a soglia un mese all’anno e poi riprendere l’anno successivo (e spero che, oltretutto, non si abbia la pretesa che così facendo si possa pure migliorare in quell’aspetto). E il messaggio semplice che si fa passare sulla base degli studi degli effetti dello heat training è che tanto bastano 14 giorni per avere degli adattamenti utili (per lo più aumentare il tasso di sudorazione e forse abbassare un po’ la temperatura basale), ma la storia a mio avviso è più complessa di così, come cercavo di spiegare sopra.

Che poi questa del caldo sembra una menata pazzesca e/o un marginal gain, ma penso che non sia difficile vedere che i margini che si possono ottenere lavorando su questo aspetto sarebbero tangibili in termini di minuti su prestazioni secche con durata di almeno 30’ o gran fondo e simili.
 
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22 Marzo 2007
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Certo, non era assolutamente una critica in senso assoluto (ogni strumento ha limiti ed approssimazioni)
Grazie, interessante vedere una in funzione dell'altra.
Infine, tenete conto che ho toccato i 39 gradi e che in inverno un lungo sui rulli porta al più la temperatura - almeno la mia - a 38.1/38.2 verso la fine della seduta (e con intensità del 5-10% maggiore).
Magari qualche sessione parzialmente senza ventilazione forzata? (ovviamente è solo un'idea di massima, bisogna poi vedere come inserirla)
Pensavo anche solo a: evoluzione di inizio ed entità della deriva di temperatura in una porzione standard ad un ritmo costante (ambito moderato "alto" o heavy intensity "basso") significativo per i tuoi obiettivi, tenendo conto dello stress termico esterno. Migliorano? Si Stabilizzano? Questi trend riescono a consigliarmi un possibile intervento per modificarli?
In effetti senza misurare si fanno supposizioni (non necessariamente sempre giuste a sufficienza). Diciamo che puoi comunque ragionare anche sui parametri di risposta a parità di condizioni di esposizione (con meno informazioni, ovvio).
In situazioni ambientali particolari il ritmo sostenibile è limitato dal calore dissipabile, quindi la questione è MOLTO rilevante :) Il vantaggio è che anche un guadagno generale di fitness tendenzialmente opera a favore.
 

canserbero

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Magari qualche sessione parzialmente senza ventilazione forzata? (ovviamente è solo un'idea di massima, bisogna poi vedere come inserirla)
Solitamente si fanno sessioni indoor senza ventilazione forzata ed eventualmente ben coperti se fa freddo. In questi mesi, sopratutto da primavera in poi, ho avuto modo di cogliere l’estrema variabilità dell’andamento delle sessioni di questo tipo. Ora mi sono attrezzato con un igrometro per tenere traccia delle condizioni reali della stanza e avere così idea di cosa succedere e di come sviluppare un protocollo che possa essere sostenibile nel tenpo

Sì, questo si potrebbe fare. Diciamo che quest’anno sono rimasto ad un livello abbastanza elementare ed esplorativo ed il problema maggiore è stato adattarmi alla stagione calda (che poi, fortunatamente, non è stata caldissima come lo scorso anno). Spero di poter fare dei progressi quest’inverno e di poter così fare qualcosa di più evoluto, come da te indicato, il prossimo anno.

In situazioni ambientali particolari il ritmo sostenibile è limitato dal calore dissipabile, quindi la questione è MOLTO rilevante :) Il vantaggio è che anche un guadagno generale di fitness tendenzialmente opera a favore.
E probabilmente anche riuscire ad avere meno grasso sottocutaneo potrebbe aiutare, mi informerò
 
22 Marzo 2007
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Solitamente si fanno sessioni indoor senza ventilazione forzata ed eventualmente ben coperti se fa freddo.
Pensavo a "forzare" un po' la temperatura corporea verso quella raggiunta outdoor.
Credo sia una idea valida: l'umidità modifica certamente le cose sia livello di percezione (e quindi di comfort termoigrometrico), sia proprio a livello di condizioni di evaporazione (e relativa asportazione di calore). Buona sperimentazione :)
 

canserbero

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Pensavo a "forzare" un po' la temperatura corporea verso quella raggiunta outdoor.
Ah ok, ora mi è più chiaro. Diciamo che il tema ricorrente, almeno per me, è quello di trovare il modo più efficace di raggiungere l’obiettivo in modo tale da non minare l’impostazione generale del programma di allenamento. Al momento la relazione stimolo-risposta non è sistematica e sto cercando di fare sessioni in ambiente controllato in modo tale da mettere assieme i pezzi.

Credo sia una idea valida: l'umidità modifica certamente le cose sia livello di percezione (e quindi di comfort termoigrometrico), sia proprio a livello di condizioni di evaporazione (e relativa asportazione di calore). Buona sperimentazione :)
 

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ieri ho rispolverato i rulli e come solito ho il problema dei bpm alti...

alcuni giorni fa uscita su strada di Z2b (58% ftp) con 2h a 21° e 118 bpm medi...ieri sui rulli (in cantina, quindi più umido, con finestra, che però non fa entrare troppa aria, al mio fianco aperta e ventilatore frontale) stessa intensità per 90' a 24° ma alla fine 128 bpm medi...

dite che aggiungere un ventilatore laterale o posteriore possa essere utile...? altri suggerimenti...? ho provato anche a bere più del solito (750ml contro i 500 che bevo di solito) e fresco (borraccia termica) ma non mi sembra che sia cambiato molto...
 

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Umido=peggiore sudorazione più 24° che non sono la temperatura ideale per fare rulli

Su di me il surriscaldamento sarebbe certo senza ventilazione, vero che l'intensità è bassa ma uso comune un ventilatore anche in allenamenti simili e i rulli li uso sempre a temperature più basse
 

canserbero

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Condizioni dell’uscita in esterna: temperatura inferiore e ventilazione naturale.
Condizioni dell’allenamento indoor: temperatura superiore ed assenza di ventilazione (a cui si aggiunge, probabilmente, umidità superiore rispetto all’uscita in esterna).

Il ventilatore è necessario se vuoi avere delle condizioni più vicine all’uscita in esterna.

Il ventilatore è sempre necessario, anche in inverno, se si vogliono replicare, approssimativamente, le condizioni esterne.
 
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Pedivella
14 Maggio 2020
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Probabilmente ti manca l' adattamento al calore e umidità, ieri l'altro ho fatto 1'15 di rulli senza ventilatore al 55%ftp con 26 gradi e la FC media era di 112bpm.
La sudorazione era intensa indice che riuscivo a smaltire il calore piuttosto bene.
 

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il ventilatore lo avevo, posizionato davanti con aria che sentivo arrivare dalle cosce in su fino alle spalle circa, mi chiedevo se aggiungerne uno (laterale o posteriore) potesse aiutare dato che comunque quando ho finito la maglia che avevo addosso era appena umida davanti ma spolta dietro...

anche la mia sudorazione era abbastanza intensa ma non esagerata...sicuramente un pò di adattamento aiuterebbe ma 10 bpm di differenza non mi sembrano pochi...
 

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