La bici non e' ne' meglio ne' peggio di tante altre discipline in quanto a pericoli.
Dicono che il traffico uccide, ed e' vero, quindi sarebbe meglio evitarlo.
In alta montagna il traffico non s'e' mai visto, eppure la gente s'ammazza lo stesso, forse piu' che in bici. Non e' che voglia esser fatalista e dire che se deve succedere succede, vorrei solo che ognuno si sentisse libero di seguire le sue passioni, di viverle e -perche' no- di cambiarle quando sente che e' il momento, tenendo conto si' dei pericoli ma senza farsene ossessionare, perche' se no non si smette solo di divertirsi, ma anche di vivere.
Il discorso "se deve succedere succede" non ha molto senso. Innanzitutto perché dovremmo spiegare cosa significa che qualcosa "deve" succedere, ma non vorrei entrare in considerazioni filosofico/religiose. Mi limito invece a riportare un bell'articolo della FIAB (16 pagine di analisi su statistiche del 2000):
http://www.fiab-onlus.it/download/sicurez.pdf
dal quale mi permetto d'estrarre una conclusione particolarmente importante:
"Limmagine che ne esce è quella di una
altissima pericolosità soprattutto per il ciclista che
resta purtroppo nascosta nella non trasparenza dei
dati nazionali, che raramente forniscono informazioni
suddivise per tipo di utenza."
Inoltre, sfruttando come fonte la ASAPS (Asscoazione Amici e Sostenitori della Polizia Stradale), riposto un dato piuttosto impressionante (da un articolo on-line di Giovanni Carzana):
Gli incidenti in bicicletta costituisco un problema con cui gli organi competenti è necessario che facciano i conti. L'allarme viene dall'Asaps (Asscoazione Amici e Sostenitori della Polizia Stradale). Nel 2005 sono morte 352 persone che si trovavano in sella a una bicicletta, e 14.535 sono rimaste ferite. Si tratta di dati allarmanti, anche in considerazione del fatto che le vittime degli incidenti sono in preoccupante aumento rispetto alle stagioni precedenti.
In assoluto il numero di decessi è minore rispetto a quelli causate dagli incidenti in cui sono coinvolte auto o moto. Ma tenendo presente la diffusione della bicicletta sulle strade italiane, sicuramente minore rispetto alla maggior parte degli altri veicoli, il dato è quanto mai preoccupante.
Mediamente muore un ciclista al giorno. Ciò vuol dire che ogni anno perde la vita un numero di persone equivalente a quelle che partecipano al Giro d'Italia e al Tour de France.
Questo il commento dell'Asaps ai dati relativi agli incidenti in bicletta: "la percentuale dei ciclisti fra le vittime della strada è passata dal 5,3% del 2004 al 6,9% nel 2007. Quella dei feriti è passata dal 3,7 al 4,5%. E l'analisi dei dati non è meno preoccupante perché si scopre che i bambini da 0-14 anni che hanno perso la vita con la bici nel 2007 sono stati 12 (11 maschi e 1 femmina). Due nella fascia fino a 5 anni (di cui uno trasportato), 1 in quella che va da 6 a 9. Nell'età da 10 a 14 anni si conta il numero più alto in assoluto con 9 morti, mentre le vittime fra gli over 65 sono 170 (141 maschi e 29 femmine), pari al 48%".
Non ho sottomano le statistiche relative agli incidenti occorsi a corridori, nuotatori, sollevatori di pesi, giocatori di calcio, basket, pallavolo, pallanuoto, saltatori in alto, lanciatori del peso e... insomma ci siamo capiti
Ci sono sport con intrinseche maggiori probabilità d'incidente e tali per cui, quando l'incidente occorre, le conseguenze attese sono percentualmente più gravi che in altre attività.
Detto questo siamo certo liberi di sceglierci i pericoli che vogliamo correre ed in quale misura correrli, ma affidare il tutto al fato mi pare un poco irrazionale
