ciao, che tutti i professionisti facciano vita da atleta al 100%...non è sempre vero.
Ci sono, e ci sono sempre stati, atleti che vanno forte e vincono (o forse, meglio dire: vincevano) anche se non nella loro forma (intendo rapporto peso/potenza) migliore. Primo esempio su tutti, Froome, che quando era alla Barloworld era un Bar..ilotto (battuta ovviamente, ma non era sicuramente così in forma come negli anni Sky).Stesso discorso per Bettiol, come riportato sopra (intervista a GVA), ma credo che a pensarci bene molti atleti hanno delle curve di performance che non sono costanti durante la carriera e, spesso, si collegano ad un grande impegno nel mantenere al massimo la concentrazione su tutto (alimentazione, allenamento, vita privata, viaggi, impegni con sponsor ecc.) per alcuni anni, e quindi essere al massimo: quando qualcosa nel meccanismo mentale salta, o si inceppa anche leggermente, si passa ad una performance leggermente più bassa, che può corrispondere al (dico a caso) terzo posto invece che primo. Di certo è un discorso, quello della vittoria quando si è al 99%, che si applica molto più facilemtne alle classiche, ma non possiamo escludere che, in parte, possa (si poteva) applicare alle gare a tappe.
Poi, diciamo che passano molto tempo in altura: Kuss è di Durango (2000 m slm) e vive ad Andorra. Gli altri passano tempo più sul Teide che a correre (ad oggi, ad esempio, Roglic 57 giorni di gara, Landa 79).
In più, c'è sempre da ricordare che questo hotel ha prenotazioni fino a non ricordo che anno (2028 forse?): i suoi simili in altre parti del mondo forse non sono così conosciuti, ma credo che come prenotazioni siano abbastanza full anche loro.
Dopo le parole di Oldani, andiamo a vedere dove si allenano tanti professionisti. Ritrovo al Syncrosfera di Denia, hotel che punta sulla camera ipobarica
bici.pro
Molti dichiarano di essere clienti abituali (VDP, Evenepoel), altri magari non lo dicono ma ci vanno.
Certo, noi abbiamo Livigno, ma devi andare, tornare, allenarti in altura, essere soggetto al tempo in montagna che è molto variabile, oltre al rischio di beccarti freddo anche in estate piena. Puoi salire anche sul ghiacciaio dello Stelvio, come faceva Evans, e forse anche Ganna, ma capite che sono tutte complicazioni che incidono su recupero ed anche tempo e metodi di allenamento.
Grande attenzione anche a tutti i vari fattori esterni che inficiano la prestazione: lo scorso anno Vinge era stato impegnatissimo dopo il Tour con eventi, tv ecc., quest'anno hanno diminuito drasticamente queste cose.
Quindi, credo che alla base di tutto ci sia una organizzazione perfetta, fatta per aumentare il più possibile il recupero dei corridori durante el gare a tappe, per farli allenare nel miglior modo possibile (alimentazione, recupero, viaggi, ecc.): tutto ciò necessità un budget elevato, di atleti super motivati. Il limite, sono proprio gli atleti: quando non saranno "committed" al 101% inizieranno a non essere più la corazzata invincibile di quest'anno.
my 2 cents
ciao