Marco Pantani

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lupo solitario

Ammiraglia
3 Febbraio 2008
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Quelle che testo.
[quote="Morris";1272386]Adrian Penagos: dal Messico, per riportare a Marco, quella che fu una sua bicicletta.

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Adrian Penagos e la bicicletta Carrera che fu di Marco Pantani

Una storia che commuove, particolare, significativa e, per chi è più sensibile, da “fraterni abbracci”.
Il protagonista è un signore messicano di 36 anni, Adrian Penagos, di Cordoba. Un appassionato di ciclismo da sempre, tanto pedalatore, quanto attento osservatore del non sempre felice cammino di questo sport. Una passione che l’ha spinto ulteriormente, aldilà delle esigenze di vita, ad imparare quell’italiano che oggi parla meglio di tanti figli, anche titolati, del cosiddetto “Bel Paese”.
Nella prima mattinata di giovedì 18 settembre, dopo un lungo viaggio, Adrian ha finalmente raggiunto l’aeroporto di Firenze, dove lo aspettava Thomas Casali, Direttore dello “Spazio Pantani”, portando con sé un prezioso valigione: per lui innanzitutto, ma anche per tutti coloro che continueranno ad amare immutati quel ragazzo venuto dal mare per impreziosire i monti. Sì, con l’incredibile Penagos, all’interno di quel contenitore, è giunta in Italia la bicicletta “Carrera”, che Marco Pantani, il non ancora Pirata, usò nella sua prima stagione professionistica e con la quale vinse il Giro d’Italia Baby del 1992.
La storia di Adrian e di questa sua donazione al museo di Marco, esce dalle sue parole con l’emozione di chi, prima di tutto, sa far parlare il cuore. Lo si sente dalla sua voce, lo si vede dai suoi sguardi che paion cercare il suo-nostro campione e da quegli occhi cosparsi dalla patina lucida che precede le lacrime.
E’ lui a raccontarla, così bene, da spingerci ad un mero atto di trascrizione.
“Nel gennaio del 1994 – esordisce - la “Ruta del Mexico” fece tappa vicino a casa mia. Avevo allora ventidue anni, ed ero un amatore ciclistico nel senso più ampio: gestivo infatti un negozio di biciclette che portava il nome di “Bici Tress”, dal cognome di mia madre, di lontane origini bellunesi. Grazie a queste congiunzioni, mi potevo permettere di pedalare su una bici col telaio in carbonio. Certo, il carbonio di quei tempi, che non aveva le qualità di quello di oggi, ed io lo trovavo troppo “morbido” per le mie caratteristiche. Decisi così di cambiare la bici e di ritornare all’acciaio leggero, che era ancora il metallo leader delle biciclette del periodo. L’occasione di contattare, proprio dalla carovana, una delle diverse squadre europee partecipanti alla “Ruta”, mi parve opportuna, anche perché il mese di gennaio era per loro non solo stagione di preparazione, ma anche di rinnovo di materiali. Mi avvicinai alla Carrera e vidi che uno dei corridori, proprio quel Pantani che si era messo in luce in quei giorni con lunghe fughe, aveva una taglia molto simile alla mia e pensai immediatamente alla sua bicicletta, come quella eventualmente da comprare, se il team l’avesse posta in vendita. Avvicinai uno dei direttori sportivi, dopo aver scritto su un foglietto la mia richiesta, perché allora non parlavo italiano. Costui mi rispose che erano disponibili a cedermi lo strumento di Marco, ma solo a fine “Ruta”. La domenica di chiusura della manifestazione, raggiunsi Città del Messico, ed ottenni quanto era nelle mie speranze. Qualche mese dopo, Pantani esplose, divenendo il corridore che emozionava tutti, anche noi messicani ed io, pedalando su quella bici su cui era pure impresso il suo nome, mi trovai a rispondere a decine e decine di domande circa il passato di quel mezzo e se era veramente stato di Marco. Quella bicicletta, fu la mia compagna di pedalate fino al 1996, quando l’idolo Pantani stava lottando per recuperare dall’incidente della Milano Torino. Non l’avrei mai abbandonata, ma era nel frattempo divenuta troppa la paura di vedermela rubata, così decisi di tenerla come un pegno di famiglia, a casa mia. Per le mie uscite passai ad una bici in titanio, metallo di grande valore commerciale, comunque ridicolo al cospetto di una bici, pur di vecchio acciaio, su cui aveva corso Marco Pantani. Quello strumento era divenuto una parte di me: nelle gioie quanto nei dolori e nelle tristezze della vita di chi l’aveva portato ad essere un esemplare raro e leggendario. Ogni giorno mi soffermavo davanti a quella Carrera, come fosse un altare. Tanto più dopo la morte di un campione inimitabile, che dovrebbe essere l’orgoglio di voi italiani. Nel tempo però, ho iniziato a pormi la domanda: è giusto che solo io possa vedere e toccare quella bicicletta? Oppure ancora, vista la tragica fine di Marco: è il miglior modo di essere in pace con se stessi, tenersi stretti in casa propria, un segmento della vita di un campione che era di tutti? Le mie risposte si sono progressivamente avviate al “no”, soprattutto quando in Cesenatico s’è aperto il Museo Pantani. Ed è per questo che sono giunto qui. Già, per donare la bicicletta di Marco alla sua casa, al suo spirito e per tutti coloro che gli vorranno sempre bene. Il sottoscritto, ha già avuto la fortuna di accarezzare quel pezzo di vita di un campione così grande, per ben 14 anni. Probabilmente, col tempo, mi crescerà la nostalgia, ma so che ho compiuto l’azione più giusta. E mi basta”.
Adrian Penagos, un uomo di cuore, pochi avrebbero fatto ciò che ha fatto lui. Un campione anch’egli, nel suo genere. Soprattutto, una persona che per amore verso un mito che non ha confini nazionali, è venuto qua, a Cesenatico, a prendersi il premio a cui tanto ambiva: abbracciare i genitori del campione venuto dal mare per echeggiare sui monti la sua poesia incancellabile.


Morris
[/quote]

Bel gesto Marco lo meritava
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
71
1
Romagna
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Cari amici, nei link che seguono, un grande giornale italiano parla di noi, del nostro lavoro per ridare piena dignità all’indimenticabile ed immenso Marco Pantani.
Un sentito “grazie” a Xavier Jacobelli, direttore del giornale “Quotidiano.net” e vero amico di Marco.
Jacobelli, non dimentichiamolo, è stato l’unico direttore che ha sempre difeso “Il Pirata”, fin da Madonna di Campiglio, ed oggi ci onora con la sua iscrizione a Pantani Channel e la sua disponibilità.
Un “grazie” anche a Filippo Graziosi, autore dell’intervista a Sergio Piumetto, nostro Chief Operations Officer.

Arrivederci!

Ecco i link

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport

[FONT=&quot]http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport/2008/10/24/128035-nata_associazione_pantani_forever.shtml


[/FONT]p. Ufficio Stampa, Ricerche e Studi
Pantani Forever
Maurizio (Morris) Ricci
 
S

stefanofiorucci

Guest
[quote="Morris";1330828]Cari amici, nei link che seguono, un grande giornale italiano parla di noi, del nostro lavoro per ridare piena dignità all’indimenticabile ed immenso Marco Pantani.
Un sentito “grazie” a Xavier Jacobelli, direttore del giornale “Quotidiano.net” e vero amico di Marco.
Jacobelli, non dimentichiamolo, è stato l’unico direttore che ha sempre difeso “Il Pirata”, fin da Madonna di Campiglio, ed oggi ci onora con la sua iscrizione a Pantani Channel e la sua disponibilità.
Un “grazie” anche a Filippo Graziosi, autore dell’intervista a Sergio Piumetto, nostro Chief Operations Officer.

Arrivederci!

Ecco i link

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport

[FONT=&quot]http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport/2008/10/24/128035-nata_associazione_pantani_forever.shtml


[/FONT]p. Ufficio Stampa, Ricerche e Studi
Pantani Forever
Maurizio (Morris) Ricci[/quote]

Complimenti a voi. State facendo un lavoro eccelso.

http://www.pantanichannel.it/
 

chicco82

Apprendista Passista
25 Giugno 2005
816
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WWW.CERRANOOUTDOOR
La morte del Pirata mi ha lasciato un senso di colpa , perchè alla fine un po tutti noi siamo stati colpevoli morali nella morte del Romagnolo.Portato all'apice dell'adorazione dai tifosi e da semplici amanti dello sport , dopo Madonna di Campiglio attaccato da tutti per tutto, e la sua fragilità di uomo ha detto basta.
Marco mi manchi...
 

bt2007

Pignone
2 Giugno 2008
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Sud
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Bici
Specy
[quote="Morris";1330828]Cari amici, nei link che seguono, un grande giornale italiano parla di noi, del nostro lavoro per ridare piena dignità all’indimenticabile ed immenso Marco Pantani.
Un sentito “grazie” a Xavier Jacobelli, direttore del giornale “Quotidiano.net” e vero amico di Marco.
Jacobelli, non dimentichiamolo, è stato l’unico direttore che ha sempre difeso “Il Pirata”, fin da Madonna di Campiglio, ed oggi ci onora con la sua iscrizione a Pantani Channel e la sua disponibilità.
Un “grazie” anche a Filippo Graziosi, autore dell’intervista a Sergio Piumetto, nostro Chief Operations Officer.

Arrivederci!

Ecco i link

http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport

[FONT=&quot]http://quotidianonet.ilsole24ore.com/sport/2008/10/24/128035-nata_associazione_pantani_forever.shtml[/FONT]


p. Ufficio Stampa, Ricerche e Studi
Pantani Forever
Maurizio (Morris) Ricci[/quote]


Bravi, ottimo lavoro.
p.s.: ad agosto sono stato al museo Pantani, .....bellissimo.
Gente cordiale e gentile o-o
 

Kestrel

Apprendista Velocista
23 Agosto 2004
1.381
32
Ancona
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Bici
Focus Cayo Evo - Sram Force
che bella la storia di quel messicano...
mi ha lasciato un po'... così...
la Ruta de Mexico 1994
non centra niente, ma 10 anni prima giocando al computer, uno di quelli che andavano allora
uno ZX Spectrum 48k (meno diffuso ma degno concorrente del Commodore) giocavo al Decathlon e a fine gioco mi piaceva mettere come nome accanto al punteggio la siglia MEX
che era la sigla della nazione messicana, così perché mi piaceva... e da allora divenne una specie di mio nomignolo con cui mi facevo chiamare anche dagli amici e compagni di scuola... 10 anni dopo in quel di giugno 1994, il giorno del mio compleanno il 4 giugno
Pantani vince la sua prima tappa al Giro, e già comincia a interessarmi questo corridorino sbucato dal nulla, io che ancora tenevo per Bugno, e poi il giorno dopo il 5 giugno, quella che solo 5 anni dopo sarà una data tragica per lui e per TUTTO lo sport, che segnerà l'inizio della sua fine e del mio entusiasmo per lo sport dei professionisti, ebbene solo il giorno dopo concede il bis vincendo il mitico tappone dell'Aprica dopo aver staccato tutti sul Mortirolo e aver acceso gli entusiasmi di tutti gli appassionati di ciclismo e non solo, anche di altri sport, e poi anche di gente che del ciclismo o di altri sport non gliene poteva fregare di meno, ma che grazie a lui si avvicinò invece a questo mondo in qualche modo...
Una tappa corsa dal pelatino di Cesenatico ad appena 27,2 km/h una media che sembra ridicola al cospetto di quelle che si fanno ora anche nei tapponi alpini più impegnativi, una media che non basterebbe nemmeno a vincere le Gran Fondo attuali e nemmeno avvicinarsi ai migliori... ma almeno una media umana come tutta questa fantastica-tragica vicenda
Ed io che pensavo in quel di giugno 1994 di aver trovato il corridore per cui tifare per i prossimi 10 anni almeno... e invece dopo soli 5 anni questa favola andò in frantumi, anche se qualche altra bella impresa riuscì a compiere dopo quel maledetto giorno di Madonna di Campiglio del giugno 1999...
Il Giro d'Italia 1999 tra l'altro ebbe una tappa a cronometro che partiva ESATTAMENTE davanti all'uscio di casa mia, non più di 10 metri, anche se io vidi il passaggio dei corridori per lo più lungo il percorso al bivio del Poggio per Camerano (AN), e quando arrivò Pantani mi infiammai a vederlo passare come una scheggia su uno strappo al 5-6%, ma inspiegabilmente venni colto anche da un qualche terribile presentimento, che mi sembrava tutto troppo bello per essere vero vedere un così grande campione trionfare per la seconda volta di seguito al Giro e poterlo ammirare in corsa così da vicino anche se per pochi fugaci istanti... l'attimo fuggente di una vita troppo breve, ma così terribilmente intrigante e sconvolgente... Avevo pure scommesso 100 mila lire sulla sua vittoria finale al Giro quando ancora veniva dato 1 a 2 sicuro di poter raddoppiare la somma investita qualche settimana dopo... mai l'avessi fatto, quel pugno insanguinato di Marco che aveva fracassato un vetro della camera d'albergo pose fine a tutti i miei sogni, le mie speranze...
14 febbraio 2004 fine della sua vita, ma NON della sua STORIA, perché Marco è storia e in essa rimarrà, non solo dello sport, ma anche della cultura italiana in qualche modo...
Qualche mese dopo, a novembre, se ne andò anche la mia adorata nonnina centenaria, ed io scrissi una lettera per Marco su foglio giallo, il colore del Tour, e la "imbucai" sul petto ormai pietrificato di mia nonna prima che chiudessero la bara, sperò che lassù sia riuscita a fargliela leggere...
Altra curiosità... qualche giorno dopo quel tragico giorno di San Valentino 2004, i genitori di Marco tornarono col traghetto dalla Grecia ed approdarono al porto della mia città di Ancona per poi dirigersi a Cesenatico, ebbene stranamente ancora quell'inverno non c'era stata nebbia nella mia città, ma quella mattina come d'incanto proprio all'arrivo dei genitori di Pantani una coltre fumosa di vapore avvolse il porto per poi diradarsi come d'incanto quando se ne allontanarono... e anche le settimane successive di nebbia non ve ne fu più traccia in zona...
Quante strane coincidenze, e la storia commovente di quel MEXicano...
 

Kestrel

Apprendista Velocista
23 Agosto 2004
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Bici
Focus Cayo Evo - Sram Force
dimenticavo... del 1994 è anche la bici per me più bella che abbia cavalcato
quella a cui sono rimasto più affezionato, quella con cui ci ho fatto più km...
una mitica Kestrel 200 SCI (da cui il mio nick) tutta rossa in carbonio
104 mila km percorsi in 7 anni e mezzo su strade anche disastrate
senza rompersi e secondo me poteva farne molti altri ancora...

e secondo me poteva vincerne altri di Giri o Tour se non ci fosse stato quel maledetto giorno della... Madonna di Campiglio :roll: :cry:
 
M

mazzoblu

Guest
a distanza di tempo e non più a "botta calda" ragionando meglio su quanto successo mi convinco sempre più che quello che è successo a Marco nel '99 non è stato giusto.

E' stato fermato come se ci fosse stato un complotto di qualcuno.

dal carcere c'è stato qualcuno che disse di non scommettere su Pantani per quel giro!

e' stato prima esaltato e poi bombardato dai giornalisti ed etichettato da quel momento come dopato. In realtà ha avuto l'ematocrito leggermente più alto del limite una volta (e poi anche dimostrato che non era così) e non è mai stato beccato con epo o sostanze dopanti a nessun controllo.
altri corridori come sappiamo tutti in tempi anche recenti sono stati veramente beccati positivi ma non è mai stato fatto tanto clamore così.

poi Marco l'ha presa male, è andato in crisi ed è successo quello che è successo putroppo.

quello che è successo a Marco non è giusto.

Sono orgoglioso di essere nato nella terra del Pirata.

Qualche tempo fa ho fatto una visita a Cesenatico allo spazio Pantani: bellissimo.
un'altra cosa che mi ha colpito e che non sapevo è stato vedere i quadri dipinti da Marco,
Sono veramente molto belli. Non sapevo che avesse anche la passione della pittura.
Chi dipinge dei quadri così può essere solo una persona molto sensibile e buona di animo in fondo al cuore.

se venite a Cesenatico una visita allo spazio Pantani di fianco alla stazione fatela non ve ne pentirete.

incontrai Marco due volte per strada nei miei allenamenti: una volta a Longiano quando ero junores di 2° anno: ero assieme ad un mio compagno di squadra gli stammo un po' dietro ma non volemmo disturbarlo era molto concentrato.
la seconda che lo incontrai per strada fu quando ero dilettante di primo anno nell'estate '97; venne assieme a Siboni e ad un altro suo compagno di squadra al ritrovo mattutino dei dilettanti. Fecero un bel pezzo di strada con noi e poi proseguirono per un giro ancora più lungo del nostro.

Quel giorno non lo dimenticherò mai.

Sapevo che Marco quando si allenava preferiva uscire in orari dove ci fosse poca gente, cercava di evitare stormi di tifosi.
Siboni ogni tanto veniva con noi dilettanti, quasi sicuramente quella volta fu Marcello Siboni che disse a Marco dove e quando ci trovavamo la mattina e così venne anche Marco.

Oggi il mio vecchio direttore sportivo di Forlì non ha più i dilettanti ma allena i bambini della Pantani corse.

in visita al museo ho comprato la divisa estiva della Mercatone del giro '98 che cercavo da tempo; contento due volte perchè i ricavati vanno in beneficenza alla fondazione.

Allo spazio Pantani c'era anche la mamma di Marco, io no ho avuto il coraggio di dirle niente, di cose gliene dicono sempre tante e tante e mi sono bloccato.
con la maglia in mano le ho detto solo che la indosserò alla prossima granfondo Pantanissima e lei mi ha sorriso.
E' stato come vedere il sorriso di Marco.


queste righe le avrei volute scrivere nel forum del sito della fondazione ma recentemente è stato sospeso per colpa di qualcuno che ha usato brutte parole su Marco e che secondo me si dovrebbe vergognare.

Grande Pirata uno dei Simboli del ciclismo
sarai ricordato sempre.
 

Corsaro88

Pignone
2 Novembre 2008
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a distanza di tempo e non più a "botta calda" ragionando meglio su quanto successo mi convinco sempre più che quello che è successo a Marco nel '99 non è stato giusto.

E' stato fermato come se ci fosse stato un complotto di qualcuno.

dal carcere c'è stato qualcuno che disse di non scommettere su Pantani per quel giro!

e' stato prima esaltato e poi bombardato dai giornalisti ed etichettato da quel momento come dopato. In realtà ha avuto l'ematocrito leggermente più alto del limite una volta (e poi anche dimostrato che non era così) e non è mai stato beccato con epo o sostanze dopanti a nessun controllo.
altri corridori come sappiamo tutti in tempi anche recenti sono stati veramente beccati positivi ma non è mai stato fatto tanto clamore così.

poi Marco l'ha presa male, è andato in crisi ed è successo quello che è successo putroppo.

quello che è successo a Marco non è giusto.

Sono orgoglioso di essere nato nella terra del Pirata.

Qualche tempo fa ho fatto una visita a Cesenatico allo spazio Pantani: bellissimo.
un'altra cosa che mi ha colpito e che non sapevo è stato vedere i quadri dipinti da Marco,
Sono veramente molto belli. Non sapevo che avesse anche la passione della pittura.
Chi dipinge dei quadri così può essere solo una persona molto sensibile e buona di animo in fondo al cuore.

se venite a Cesenatico una visita allo spazio Pantani di fianco alla stazione fatela non ve ne pentirete.

incontrai Marco due volte per strada nei miei allenamenti: una volta a Longiano quando ero junores di 2° anno: ero assieme ad un mio compagno di squadra gli stammo un po' dietro ma non volemmo disturbarlo era molto concentrato.
la seconda che lo incontrai per strada fu quando ero dilettante di primo anno nell'estate '97; venne assieme a Siboni e ad un altro suo compagno di squadra al ritrovo mattutino dei dilettanti. Fecero un bel pezzo di strada con noi e poi proseguirono per un giro ancora più lungo del nostro.

Quel giorno non lo dimenticherò mai.

Sapevo che Marco quando si allenava preferiva uscire in orari dove ci fosse poca gente, cercava di evitare stormi di tifosi.
Siboni ogni tanto veniva con noi dilettanti, quasi sicuramente quella volta fu Marcello Siboni che disse a Marco dove e quando ci trovavamo la mattina e così venne anche Marco.

Oggi il mio vecchio direttore sportivo di Forlì non ha più i dilettanti ma allena i bambini della Pantani corse.

in visita al museo ho comprato la divisa estiva della Mercatone del giro '98 che cercavo da tempo; contento due volte perchè i ricavati vanno in beneficenza alla fondazione.

Allo spazio Pantani c'era anche la mamma di Marco, io no ho avuto il coraggio di dirle niente, di cose gliene dicono sempre tante e tante e mi sono bloccato.
con la maglia in mano le ho detto solo che la indosserò alla prossima granfondo Pantanissima e lei mi ha sorriso.
E' stato come vedere il sorriso di Marco.


queste righe le avrei volute scrivere nel forum del sito della fondazione ma recentemente è stato sospeso per colpa di qualcuno che ha usato brutte parole su Marco e che secondo me si dovrebbe vergognare.

Grande Pirata uno dei Simboli del ciclismo
sarai ricordato sempre.
dovrebbero esistere più persone al mondo che la pensano come te sono pienamente d'accordo.
anche se non ho conosciuto marco di persona ogni volta che vedevo una gara dove c'era lui e la salita bhe era una grande emozioni, quello che posso dire e che non esiste più nessun corridore come marco pantani il pirata.
 

Marcopedala

Pignone
17 Luglio 2007
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Montemerlo
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...ogni volta che guardo le sue imprese ogni volta che lo vedo aggredire quelle salite mi prende l'irrefrenabile desiderio di salire in bici e pedalare senza meta senza un dove ma seguo il cuore di un tifoso....grazie marco
 
M

mazzoblu

Guest
dovrebbero esistere più persone al mondo che la pensano come te sono pienamente d'accordo.
anche se non ho conosciuto marco di persona ogni volta che vedevo una gara dove c'era lui e la salita bhe era una grande emozioni, quello che posso dire e che non esiste più nessun corridore come marco pantani il pirata.




grazie.

ricordando Marco ho trovato una foto sul sito di Cicli Venturi di Cesena.

correva l'anno 1997 il team presentato dove fu invitato Marco era la "Soldati-Alexander" una ex squadra della mia zona.

di fianco a Marco a destra c'è il mio amico Massimo: abbiamo corso in squadra assieme nei Juniores, dietro a Marco sempre a destra c'è un altro mio amico il mitico "Buldro" anche con lui ho corso nei Junires e poi ci siamo ritrovati ancora assieme in squadra nel successivo 1998.

tra l'altro nella Soldatì militò anche un certo Marco Fabbri (uno dei più forti granfondisti di oggi) poi videro che aveva talento e andò a correre nella "Reda Baggioni" squadra molto forte allora nei dielettanti, dove c'erano anche Emanuele Negrini, Eliseo Dal Re, Eddy Serri e altri corridori molto forti.

vedre questa foto è per me come sfogliare l'album dei ricordi.

Mitico Pirata

mitico sempre
 

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