Marco Pantani

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Lele66

Passista
2 Novembre 2007
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Bici
Emonda slr
Ho letto tutto il post sul mio corridore preferito (anche se in salita avrò sempre bisogno dello skilift) volevo scrivere delle cose di rilievo ma purtroppo non mi esce nulla di più intelligente di quello che ho letto.

Oltre al vuoto per la perdita di un personaggio di un carisma superiore, mi amareggia riscontrare il doppiogiochismo del giornale del vermone di cui sopra....mi ricordo quello che scrisse il giorno dopo Campiglio (che poi erano accuse senza prove o sbaglio).

Pantani è stato l'unico accusato di doping mai provato, e purtroppo nessuno ha pagato per il danno che ha combinato con la sua superficialità siano essi giudici o agenti piuttosto che lungimiranti direttori di giornali sportivi (che tra l'altro organizzano corse importanti).

La tristezza più grossa è per la solitudine in cui Marco è stato relegato.
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
71
1
Romagna
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Gli Interrogativi che Marco ci ha lasciati…..

Madonna di Campiglio 5 giugno 1999.

Il controllo sull’ematocrito di Marco Pantani fu regolare?


Premessa.

Marco si misurò la percentuale corpuscolare del suo sangue, prima del controllo dell’UCI, ed era sempre di almeno due punti inferiore al 50%, previsto come limite. Se fosse stato in malafede, avrebbe potuto usare gli espansori del plasma e, visto il ritardo dei controllori, fare colazione, annullando così, di fatto, il controllo stesso. Dopo la sospensione, nel pomeriggio, in un autorevole laboratorio come quello dell’Ospedale di Imola, si sottopose nuovamente all’esame che confermò le risultanze delle sue verifiche, ed evidenziò una particolarità, che getta ombre sul controllo dell’UCI: a Campiglio, il suo ematocrito era superiore al 50%, l’emoglobina, come poi sarà sancita da successivo regolamento, nei limiti della regolarità e con molta stranezza un numero di piastrine molto basso rispetto alla media riscontrata su Marco nel periodo, entità poi ritornata normale nell’esame di Imola.

Dunque, sul controllo svolto la mattina del 5 giugno, dalla bibliografia riportata in calce, si evince che:

1) Dagli atti del processo di Tione, emerge che l’ispettore UCI preposto al controllo della conformità del prelievo nelle sue varie fasi, sia rimasto nel corridoio, di fronte alla camera di Marco e quindi non l’abbia visto.

2) E’ emerso che il citato ispettore, non sapesse che il regolamento prevedeva la scelta della provetta da parte del ciclista che, nel caso di Marco, quella mattina, non ci fu, perché di provette ne era rimasta una sola.

3) Sempre l’ispettore, non sapeva che lo strumento di prelievo doveva contenere l'anticoagulante, per non comprometterne in maniera definitiva, le risultanze.
4) Il regolamento prevedeva poi, che assistessero al controllo, oltre all'ispettore Uci (nel corridoio), anche il medico della squadra e il Direttore Sportivo che, nel caso di quella mattina, erano rispettivamente: il primo a chiamare un compagno di Pantani (Velo) e il secondo, nel corridoio assieme all’ispettore.


Quindi un controllo senza testimoni e con un passo, raccolto nella bibliografia, che narra di come il medico che aveva prelevato il sangue a Marco, anziché porre la provetta nell’apposita valigetta refrigerata, se la sia messa in tasca, proprio quando il calore rappresenta una delle componenti principali per alterare quel tipo di esame.
Ed in ogni caso, perchè quel distinguo? Era forse un segno di riconoscimento?

Il tutto si andava a collocare in un clima di tensione incredibile, che vedeva Pantani vertice della protesta dei corridori nei confronti del CONI e della FCI, per la campagna “Io non rischio la salute”(contestata e di fatto rifiutata dalle altre Federazioni che all’uopo si erano avvalse di autorevoli consulenti medici), nonché dalle voci da più parti raccolte, di un fermo di Marco e/o di un ritiro della Mercatone Uno il 5 giugno. In questo quadro si innesta la testimonianza di Renato Vallanzasca, che ebbe a dire, nel suo libro “I fiori del male”, quanto prima di quella triste data, in carcere, fosse giunta a lui la “raccomandazione” di scommettere sul Giro d’Italia vinto da un avversario di Marco, perché questi, non avrebbe certamente concluso la corsa.


Il dopo Campiglio e prima della fatale Rimini, ci ha lasciato poi un interrogativo pesante: su Marco si concentrò una persecuzione giudiziaria (spesso senza i presupposti di leggi in vigore all’epoca dei fatti), ed una gogna mediatica, tipici di un capro espiatorio. Per chi, e per quali interessi? Forse, non è poi così difficile capirlo….


Rimini 14 febbraio 2004.


Anche qui, dalla bibliografia posta in calce, si evince che la morte per overdose incidentale, è perlomeno azzardata….
La mattina del 14 febbraio, al Residence “Le Rose” di Rimini, si registrarono tre chiamate di Marco alla reception, affinché si avvisassero i carabinieri, perchè qualcuno lo stava disturbando. Se delirava, come taluni hanno sostenuto, si sarebbe dovuto chiamare il 118 e non aspettare dieci ore prima di entrare nella sua camera e trovarlo cadavere. Per un simile lasso, si viene indagati per omissione di soccorso, cosa non avvenuta.
Sui giacconi.
La testimonianza del tassista che lo portò a Rimini, narra di un Marco avente come unico bagaglio, un marsupio. Alla famiglia di Pantani, sono stati restituiti due giacconi impossibili da contenere in quella mini valigia. Qualcuno li ha portati?
Sul vassoio di cibo cinese.
Dall'autopsia non c'è traccia di residui di questo cibo malvisto da Marco e la cameriera ha affermato che il giorno prima della morte, il vassoio non c'era. Chi ha consumato quel pasto?
Sulla camera.
Non c'è un solo testimone fra quelli che sono entrati nella stanza prima dell'arrivo del medico legale e della polizia (con un ritardo di un'ora dalla chiamata) che la descriva nello stesso modo. Anche sul fatto che ci fossero mobili a ostruire la porta, non c'è accordo. Perchè?
Come si può distruggere una stanza, senza che nessuno vada a bussare e a chiedere cosa sia tutto quel rumore? E come si fa a distruggere una stanza senza portare segni sulle mani?
Come mai non si sa nemmeno l'ora della morte?
Tre medici e tre orari diversi: tra le 12,00 e le 19,00.
Perchè non sono stati visti i filmati delle telecamere dell'albergo? Perché non sono state rilevate le impronte digitali? Perché Marco doveva mangiare la cocaina aiutandosi con il pane, quando in questo modo l'effetto si riduce? Un cocainomane non lo fa. E perché il medico legale doveva portarsi a casa il cuore? Per paura che fosse rubato il cadavere? Se così fosse stato, non era meglio mettere i carabinieri a sorvegliare l'obitorio? Insomma quanto basta per dire che le indagini non sono state perfette come è stato sostenuto (tra l’altro col record di soli 55 giorni…). Se la perfezione lascia interrogativi così grossolani, c’è da chiedersi cosa sia per chi la annuncia come tale…..

Bibliografia:
“Bicisport” numero di giugno 2005 (autore Tony Lo Schiavo)
“Gli ultimi giorni di Marco Pantani” di Philippe Brunel – Rizzoli 2008
“Era mio figlio” di Tonina Pantani con Enzo Vicennati - Mondadori 2008
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
18 Settembre 2004
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Bici
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Che non fosse uno stinco di santo lo do quasi per certo, come do quasi per certo che lo hanno voluto fermare a tutti i costi...questa è un'idea che nessuno mi toglierà....e leggendo le righe qui sopra me ne sono convinto ancora di più.
 

Lele66

Passista
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Bici
Emonda slr
Che non fosse uno stinco di santo potrebbe esserlo come non, a casa mia finchè non viene provata la COLPEVOLEZZA ogni persona è innocente, qui da noi che è un paese sui generis sembra differente la prassi.

Che nessuno abbia mosso un dito o abbia fatto qualcosa per lui è altrettanto assodato, che sia l'idolo incontrastato di quelli che amano questo sport è altrettanto evidente.

Come altrettanto evidente che qualche detrattore deve averlo......i quali ovviamente non hanno neanche rispetto per i morti.
 

Doctor Speck

Ötztalnauta
18 Settembre 2004
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Che non fosse uno stinco di santo potrebbe esserlo come non, a casa mia finchè non viene provata la COLPEVOLEZZA ogni persona è innocente, qui da noi che è un paese sui generis sembra differente la prassi.

Anche a casa mia funziona così, ciò non toglie che è una mia idea e basta, non voglio convincere nessuno nè dire che sia giusto così.
 

jan80

Ammiraglia
3 Marzo 2008
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Colnago
Che non fosse uno stinco di santo lo do quasi per certo, come do quasi per certo che lo hanno voluto fermare a tutti i costi...questa è un'idea che nessuno mi toglierà....e leggendo le righe qui sopra me ne sono convinto ancora di più.
la penso esattamente come te.....continuo a dire...se sei con la coscienza apposto non hai macchinette per il sangue in camera!!!!da qua' si capisce tutto
 

piratadentro

Apprendista Velocista
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la penso esattamente come te.....continuo a dire...se sei con la coscienza apposto non hai macchinette per il sangue in camera!!!!da qua' si capisce tutto

Ok....giusto...ma avrebbe avuto alcuni motivi per rifiutare il controllo...i controllori arrivarono in ritardo, non gli fecero scegliere la provetta...però si sottopose al controllo senza problemi...
Che nn fosse uno stinco di santo....bè...può darsi....al massimo nn era uno stinco di santo in un mondo in cui gli stinchi di santo non esistono....
 

jan80

Ammiraglia
3 Marzo 2008
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Colnago
infatti di certo non era peggio degli altri
resta il fatto che la macchinetta serve se il tuo sederino non e' cosi pulito!!!
Di certo non sono io a criticare il pirata...anzi
 

NAVAHO

Apprendista Velocista
29 Agosto 2008
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Marche
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infatti di certo non era peggio degli altri
resta il fatto che la macchinetta serve se il tuo sederino non e' cosi pulito!!!
Di certo non sono io a criticare il pirata...anzi


La macchinetta serve anche per verificare che i risultati degli esami che ti fanno siano uguali a quelli che ti sei fatto tu....
In quel mondo, c'è da aspettarsi di tutto....
 

rapportoagile

Moderatoren
20 Agosto 2008
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Scapin Dyapason
Durante l'ultima partecipazione di Marco al Giro d'italia, ci fu una cronometro che partiva da Merano e arrivava a Bolzano. C'era anche un salita da affrontare, breve ma con un tratto piuttosto impegnativo. I ciclisti locali la conoscono come la "San Paolo". Ebbene, a distanza di così tanti anni, lungo questa salita si riesce ancora a leggere la sequenza di scritte sull'asfalto: "Pantani, Pantani, Pantani". Ogni anno sono sempre più sbiadite e probabilmente già quest'estate non si vedranno più!
A meno che qualcuno, nottetempo, non pensi di "rinfrescarle"....
 
M

mazzoblu

Guest
ammiravo Pantani prima da quando è morto lo ammiro ancora di più perchè mi sento dentro che la sua tragica fine è legata ad un'ingiustizia.

spero che venga fatta luce su tante cose.

una cosa è certa il Pirata non sarà mai dimenticato e sarà sempre uno dei ciclisti più amati di tutti i tempi.

bellissima l'idea della Fondazione e dello Spazio Pantani a Cesenatico
bellissima la Pantani Corse, anch'io spero che cresca.
al cimitero di Cesenatico dal Pirata ci va sempre tanta tanta gente,
perchè il pirata è rimasto e rimarrà sempre nel cuore di tanti.

quando faccio la salita di Montevecchio ed in cima vedo il suo monumento è come se il Pirata mi avesse preceduto nella scalata e mi avesse aspettato in cima come faceva coi suoi compagni di squadra in allenamento, e mi incita a resistere a farmi forza anche in salita che non è proprio il mio terreno ideale
perchè il nostro è uno sport bellissimo.
 

giordy

Pignone
14 Febbraio 2008
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Valtellina
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Che dire....ciao Marchino, Stefano Garzelli sul suo sito in ricordo scrive: Io voglio ricordare solo il passato insieme, pieno di bellissimi momenti. Di sicuro il suo segno resterà... una vita alla Coppi: grandi imprese, una fine tragica. Marco era il più amato nonostante fosse molto tempo che non vinceva più: da 40 anni si ricorda Coppi, tra 40 anni si parlerà ancora di Marco

E concordo in pieno, come qualcuno ha scritto sopra a me Marco mi aspetta sempre sul mortirolo ...che bell'emozione passare sulle strade che lui ha reso grandi....CIAO MARCO
 
M

mazzoblu

Guest
oggi navigando ho trovato un altro articolo
che conferma le cose postate qua da Morris


16/12/07 Marco Pantani: forse dobbiamo riscrivere la storia
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Marco Pantani arriva all'apice della carriera vincendo nel '98 sia Giro che Tour. Nel '99 vince 4 tappe, si appresta a vincere il giro. Il 4 giugno, la sera, poche ore prima del controllo antidoping, Pantani incontra Candido Cannavò, parlano di progetti di beneficienza. Poi il controllo: prima Pantani, ufficialmente risultato con 52.3, poi Savoldelli, 49.9, e infine Gotti, 49.2.
La mattina dopo è il putiferio: viene data la notizia, c'è grande delusione per il pirata, capace di grandi imprese sempre e comunque. Si vocifera che i ciclisti prendano un prodotto che "scoglie" il sangue rendendolo meno denso, a Pantani quella sera non avrebbe fatto in tempo a fare effetto, tant'è che i valori di ematocrito sono decrescenti. Savoldelli è secondo, ma si rifiuta di indossare la maglia rosa per protesta. La indossa Gotti che poi vince il giro. Pantani diventa il "dopato d'Italia", incombono la depressione e la droga. Muore per suicidio il 14 febbraio 2004 per un'ovredose da cocaina.
Questa è la storia che conosciamo tutti, ma potrebbe non essere la vera storia.

La mamma di Pantani, Tonina, è andata lunedì 10 dicembre alla trasmissione di Rai 2 "Ricomincio da qui" affermando che la storia è diversa, e chiedendo la riapertura del caso.
Ecco alcuni stralci...
Il primo episodio losco avvenne nel '95, quando Pantani si ruppe tibia e perone nello spaventoso incidente: in teoria non avebbe più potuto correre, quindi l'assicurazione doveva versare un premio miliardario. Qualcuno (la mamma e il cugino in trasmissione non specificano chi) cercò di gettare fango sul pirata perchè l'assicurazione non lo pagasse.
Poi c'è la vicenda legata al controllo del 4 giugno (la notizia verrà data il 5 giugno).
La mamma dice che un carcerato (di cui ahimè non ricordo il nome, non trovo su internet i video della puntata) le ha raccontato che nel mondo delle scommesse clandestine si sapeva già che il pirata non dovesse vincere. Dice che gli aveva telefonato un siciliano esortandolo a non puntare su Pantani, perchè non l'avrebbero fatto vincere, ma bensì su Gotti o su Jalabert.
Poi la mamma accusa Cristina, moglie di Marco, che si sarebbe approfittata di lui senza aiutarlo, e la manager (Manuela Ronchi), che l'ha allontanato dalla famiglia e dagli amici d'infanzia per inserirlo in un giro di conoscenze "più adatte a lui". Inoltre la manager appena Marco è morto ha scritto un libro su di lui: "un uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani." La mamma dice che quel libro è pieno di bugie.
Infine c'è il grande giallo legato alla sua morte. Lui era in un albergo a Rimini quel 14 febbraio.
Ricordo che le indagini hanno archiviato il caso per suicidio in 55 giorni (la media italiana è di due anni). Quella mattina, verso le 10:00, Pantani chiama la reception chiedendo di mandare la polizia. E' salita una ragazza, nessuno apre la porta della sua stanza, lei va in quella di fianco, telefona e un uomo le dice che non serve niente. Poi Pantani richiama preoccupato la reception alle 10:30, chiedendo per quale motivo non fosse ancora arrivata la polizia. La ragazza risale e sente bisbigliare. Marco muore alle 11:30. Durante l'autopsia trovano nel suo stomaco una dose di cocaina 6 volte superiore al tollerabile. Inoltre la mamma dice che Marco è pieno di graffi in faccia, due segni triangolari dietro all'orecchio sinistro, graffi sul collo. Nella sua stanza vengono trovate due confezioni di cibo cinese vuote (a Pantani non piaceva il cinese), e nell'autopsia nel tratto digerente non trovano niente se non il pane in cui era contenuta la cocaina.
Il 15 febbraio la stanza viene divelta, distruggono tutto, anche i sanitari del bagno.
Inoltre i dipendenti dell'albergo lo trovano alle 20:00 perchè aprono la porta della sua stanza. Ma il dubbio della mamma è: "perchè hanno aperto la porta dato che quell'hotel non aveva il servizio di ristorazione, quindi Marco non sarebbe dovuto scendere a cena?". In più un medico è stato autorizzato a prelevare un campione del cuore di Pantani. Perchè?
Inoltre, pochi giorni dopo l'uscita della biografia della Ronchi, Pregnolato -massaggiatore e grande amico del pirata- querela Manuela Ronchi e dichiara:
«Aldilà di quello che viene scritto su di me, di cui si sta occupando il mio legale, l'avvocato Federico Cecconi, al quale ho già fatto pervenire le fotocopie dei passi in cui mi sento offeso, credo che la vicenda Pantani sia ben diversa da come viene raccontata in questo libro. L'intenzione era sicuramente quella di raccontare la storia di Marco, ma la realtà è stata tradita. E credo che questo libro non salvi la faccia a Marco. Non voglio aggiungere altro, devo riflettere e voglio consultare il mio legale, con il quale mi incontrerò la prossima settimana. Di sicuro nel cuore ho sensazioni di rabbia e di dolore. Cosa chiedo? Che mi venga riconosciuto un danno morale che darò sicuramente in beneficienza, ma non certo alla Fondazione Marco Pantani diretta da Manuela Ronchi»
Insomma, tani dubbi, tanti interrogativi...Un giornalista francese, Philippe Brunel, ha scritto Vie et Mort de Marco Pantani, in cui confuta la tesi ufficiale e fondamentalmente riapre il caso.

Il problema è: perchè a nessuno dei giornalisti italiani è venuto in mente di indagare a fondo? Pechè tutti sono stati pronti ad affondarlo (in pole position Candido Cannavò, direttore della Gazzetta cioè del main sponsor del Giro), ma nessuno si è posto ulteriori domande? Perchè un giornalista francese? Perchè la magistratura ha archiviato il caso così celermente?
Chissà se un giorno si saprà la verità...
 
M

mazzoblu

Guest
ancora per chi si permette di parlare male sul Pirata riporto qusesto:

QUESTA PERIZIA E’ PER LA VERITA’ DI UN GRANDE ATLETA.
Il 27 luglio 2004, il Prof. Fortuni, che ha eseguito l’autopsia, rilascia le seguenti interviste virgolettate alla Gazzetta dello sport e al Resto del Carlino (unici giornali a pubblicare la notizia che il midollo di Marco era sanissimo):
Dott. Fortuni alla Gazzetta dello Sport

"Non ci sono segni significativi di sostanze dopanti assunte in precedenza. In altre parole possiamo escludere che Pantani abbia assunto Epo in quantità importanti e per un tempo lungo" ha spiegato il medico legale.
- Dal giudice mi era stata posta una domanda precisa. Bisognava analizzare se l’uso continuativo e in dosi massicce di eritropoietina poteva essere stata una causa di morte.
Ci attendevamo di trovare un midollo osseo scassato, ricchissimo di cellule.
Invece non è stato così. Anzi il contrario, il suo midollo osseo era assolutamente normale vuol dire che tutto questo uso di epo, come si è sostenuto, Pantani non l’ha fatto, altrimenti i danni sarebbero stati evidenti.
Potrebbe essere che il midollo osseo si fosse normalizzato? Potrebbe essere che Pantani abbia fatto, in passato, un grande uso di epo e negli ultimi tempi abbia smesso?
No, risponde il medico legale, possiamo paragonare l’epo al fumo, se uno ha fumato molto in passato e poi ha smesso, nel suo corpo restano le tracce. Se uno ha fumato poche sigarette e saltuariamente possono anche non restare tracce.
Fortuni ci tiene a sottolineare una cosa:
QUESTA PERIZIA E’ PER LA VERITA’ DI UN GRANDE ATLETA.
Lo stesso giorno al Resto del carlino: "Francamente sapendo delle sue vicissitudini giudiziarie, delle squalifiche e delle polemiche che lo hanno travolto, non mi aspettavo di trovare quello che invece ho trovato. E cioè il midollo osseo di un atleta che non aveva fatto un uso massiccio né protratto di sostanze dopanti. Perché se così fosse stato, il midollo osseo ne avrebbe portato tracce inequivocabili, alterazioni evidenti. Ma non è così. Pantani era quello che era non perché pompato dalla scienza medica, ma perché era un campione, su questo non ci piove. Era il migliore, e se questo può restituirgli l’onore che lui stesso credeva di aver perduto, sono contento".
BICISPORT AGOSTO 2004
Bicisport agosto 2004.
Il Prof. Fortuni ha anche rilevato che non ci sono segni significativi di abuso di sostanze dopanti come l'epo, che brucia il midollo osseo, assunte in precedenza.
Questo significa cvhe Pantani non ha fatto uso massiccio e costante di epo.
Così come tutti sono stati indotti a pensare nel corso DI UNA PERFIDA CAMPAGNA IMBASTITA CONTRO IL CORRIDORE, ABBANDONATO A SE STESSO DA DIRIGENTI CHE NON SI SONO MAI SENTITI IN DOVERE DI SCENDERE IN CAMPO PER TUTELARE E DIFENDERE UN PREZIOSO PATRIMONIO, UN CAMPIONE.
MA ANCHE UN RAGAZZO VITTIMA DI UN ACCANIMENTO
ACCUSATORIO SPAVENTOSO.La conclusione a cui è giunto il Prof.Fortuni è, dunque, questa: PANTANI NON HA ABUSATO DI EPO.
L'affermazione non risolve nulla, Marco Pantani è morto .
La notizia ha fatto il giro dei giornali e di tutti gli organi di informazione.
CHI PIU' CHI MENO L'HANNO PUBBLICATA NON DANDOLE LO SPAZIO E IL RILIEVO CHE A SUO TEMPO EBBERO GLI INFINITI ASSALTI AL CORRIDORE. QUESTA E' LA REALTA'.
Pantani si è gestito sbagliando spesso atteggiamenti ed ha pagato con la vita il suo modo orgoglioso di affrontare l'ostacolo che gli si era posto sul cammino.
Ha certamente sbagliato come hanno sbagliato e continuano a sbagliare gli atleti di tutti gli sport.
e NON E' RIUSCITO A EVITARE LA CROCE SULLA QUALE,CON ESERCIZIO DI IPOCRISIA SPAVENTOSA, MOLTI LO HANNO INCHIODATO.
E' MORTO.
E ADESSO BICISPORT SI SENTE IN DOVERE DI DARE RILIEVO ALL'INFORMAZIONE FORNITA DAL PROF. FORTUNI.
E' UN PICCOLO FIORE CHE PONIAMO SULLA TOMBA DI MARCO, NEL CIMITERO DEI PESCATORI, A CESENATICO.
 

Kestrel

Apprendista Velocista
23 Agosto 2004
1.381
32
Ancona
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Bici
Focus Cayo Evo - Sram Force
purtroppo l'ultimo articolo conferma quanto temevo...
Pantani non era assolutamente tra i più dopati anzi...
quasi che non ne aveva bisogno in salita!
Era un mostro delle salite, aveva doti naturali spaventose per quel terreno così congeniale...
probabilmente fu "costretto" ad un uso occasionale e mirato dell'EPO in momenti particolari per non farsi avvicinare troppo da chi magari era MOLTO più bombato di lui e lo fregava alla grande nelle cronometro ad esempio
Ma il futuro sarà giudice inesorabile... secondo me diversi atleti professionisti degli ultimi decenni (non parlo solo di ciclismo) avranno problemi di salute anche GRAVI in seguito, dovranno pagare l'uso smodato di queste sostanze che sono FARMACI che DEVONO servire ai MALATI e non a persone SANISSIME nel fisico come gli atleti professionisti, altrimenti non potrebbero competere già in partenza...
 
Stato
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