TOUR OF RHODES - TO BELONG
MAR 19, 2025
Voglio portarvi passo per passo nel mio rientro nel mondo
elite, condividervi i miei dubbi sulla performance e mettere chiarezza anche con me stesso in ogni step del processo, per cui dopo la gara di un giorno del GP Rhodes che come già detto è stata per me un passo avanti mi sono preso qualche giorno per elaborare le riflessioni a freddo e condividere questo post.
LA GARA
La terza corsa del blocco di gare in Grecia è una corsa di quattro tappe, il tour of Rhodes.
Le temperature durante la settimana sono salite ancora e ho provato a fare delle saune in un tentativo disperato di adattarmi, ma come vedrete già dalla prima tappa il caldo influirà in modo inaspettato.
La corsa inizia con un prologo su bici da strada, 6km out and back sul mare in una giornata abbastanza ventosa. Inizialmente ho buone aspettative ma la prestazione mi delude, soprattutto considerando il wattaggio abbastanza decente che si è tramutato in prestazione/velocità mediocri.
Ovviamente la prima “colpa” è attribuita all’essere molto scarso aerodinamicamente, qualità difficile da testare e in cui pensavo di cavarmela bene, ma purtroppo ultimamente molte prove sono a sfavore di questa tesi. Su questo punto ho un progetto in fase di pre-cooking con
Oliver il pazzo, come già anticipato il master di aerodinamica della squadra, ma se mai si svilupperà ve ne parlerò molto più avanti.
Altra possibilità è di essere stato sfortunato con il vento, che sul mare di Rodi cambia continuamente direzione e rende imprevedibile l’effetto sulla performance di ciascuno, ma suona molto come una scusa quindi la lasceremo da parte.
In ogni caso parliamo di differenze entro i 20s con i primi che anche se sufficienti per avere 50 persone davanti non sono troppo importanti ai fini della classifica generale.
La prima tappa in linea è abbastanza dura con due salite abbastanza lunghe.
Decidiamo di evitare forcing sulla prima salita lasciando fare l’Astana che ha la maglia gialla, ma di provare a rendere la corsa dura tirando sulla seconda salita. Tocca a Gine e poi a me provare a fare questo lavoro e nel tratto più duro riesco a spaccare il gruppo facendo rimanere davanti solo 25 fra cui 4 di noi: la situazione perfetta.
Dopo gli ultimi 50km di saliscendi Carol si piazza terzo allo sprint, prende la maglia a punti e ci troviamo con 4 carte per la classifica generale.
Dal punto di vista performance non sono molto soddisfatto: sebbene sensazioni decenti fino alla salita dove abbiamo fatto l’azione, anche oggi nel finale accuso crampi e finisco completamente ricoperto di sale. Devo capirci di più.
Nota tattica: durante prima parte di tappa ero un po’ nervoso pensando al tratto che porta verso la salita decisiva dove avremmo dovuto fare forcing, in quanto più stretto del resto del percorso e un po’ più tecnico. Come vi anticipavo nel post sul GP Rhodes, nei tratti dove tutti vogliono stare davanti per me è quasi impossibile riuscire a tenere la testa del gruppo senza prendere vento, per cui anche in questa tappa non ho certezze di riuscire a trovarmi davanti al momento decisivo.
Per fortuna le altre squadre ci lasciano fare e con una sola mossa riesco ad avanzare e poi non perdere più posizioni fino al momento di fare il mio lavoro in testa.
La seconda tappa è transitoria ma comunque impegnativa, con finale su uno strappo dove 4 dei nostri fanno volata in modo separato per non sacrificare nessuno in classifica generale, io riesco a non perdere secondi senza buttarmi nella volata che era il mio obiettivo di giornata. Anche oggi sensazioni pessime e assurda la quantità di sale perso, segno che non mi sto adattando a sufficienza.
Sento che la durability non è affatto buona dopo le prime ore di tappa inizio a sentire crampi che arrivano e gambe dure come da glicogeno basso, per cui sono abbastanza preoccupato in vista della terza e decisiva giornata.
La terza tappa, la più dura, comincia affrontando dopo 50km una salita a gradoni di circa 12min e poi 70km di vallonato prima dell’ultima salita vera a 40km dalla fine.
La nostra tattica, anche oggi, è di provare a fare corsa dura da subito perché abbiamo visto la maglia gialla parecchio in difficoltà nelle tappe precedenti, per cui idealmente rimanere in un gruppo ristretto nella parte vallonata per poi giocarci la tappa sulla salita finale.
La tattica fila come da programma e per fortuna la corsa è dura da subito con numerosi tentativi di fuga come al solito: quando arriviamo alla prima salita Nico ci dà una mano nel primo pezzo come da programma per poi lasciare me e Gine a spingere nel pezzo finale (4min al 12%) dove la scia conta poco e bisogna rompere il gruppo.
In cima allo strappo, dopo quasi 4min a 470w siamo rimasti in 20 e ci sono 5 dei nostri, la situazione perfetta.
Nei gruppi dietro collaborano in pochi e probabilmente siamo tutti abbastanza finiti quindi il distacco continua a crescere.
Sento che le gambe sono ancora inchiodate, faccio fatica a respirare bene (altro sintomo che guardando indietro collego al caldo quando non adattato) e so che sulla salita finale mi pianterò. Infatti è quello che accade. Proprio quando dovrei attaccare inizio a soffrire e mi stacco, cerco di dare una mano a carol che è andato in difficoltà nel primo pezzo ma poi mi pianto ancora e non riesco a rimanere neanche con lui.
Scollino con circa un minuto sul gruppetto dei primi, ma il problema è che siamo tutti frazionati e in gruppetti diversi. Non ci aspettiamo perchè nella tattica di gara non avevamo previsto la possibilità di essere tutti staccati e alla fine perdiamo tutto: Kasper fa quarto di tappa, Karol perde la top3 in generale, io torno a casa con un misero 17esimo posto in classifica generale e una scottatura abbastanza grande al mio ego da scalatore.
PERFORMANCE
Riflettendoci in post è abbastanza chiaro il fatto che la durability fosse scarsissima, perché mentre nelle prime salite di giornata riuscivo senza problemi a fare dei wattaggi buoni, che infatti erano sempre quelli che riuscivano a fare differenze nel gruppo, verso il finale mi è sempre mancata l’esplosività in primis ma in generale la capacità di ripetere wattaggi decenti. Guardando indietro nel training log tantissime delle sensazioni avute in questi giorni sono state ricorrenti nei periodi di primi caldi, o comunque collegabili a quello.
In tanti mi hanno detto che i demand delle gare con i rilanci ecc sono diversi da quelli di un allenamento con molti kj, e su questo non posso essere più d’accordo, però andando ad analizzare la distribuzione e tempo in zona di diverse granfondo fra cui mondiale di Aalborg ho visto che con più minuti spesi in zone alte e zone di mezzo ho comunque fatto performance migliori nei finali: è per me la conferma che il mio livello in questi giorni di Tour of Rhodes fosse abbastanza scarso e certamente non paragonabile a quello dei miei momenti migliori, direi probabilmente anche per l’adattamento al caldo scarso.
Non capisco ancora il perché io soffra così tanto il caldo rispetto ad altri, il perché sia così tanto ricoperto di sale dopo le tappe. Seppur la concentrazione di sodio è variabile fra individui dovrebbe essere più uno spettro, mentre invece mi sembra di essere quello messo nettamente peggio.
Quel che è certo è che ora cercherò di mantenere gli adattamenti che ho guadagnato in queste tre settimane con un heat training a casa, che mi ritrovo costretto a rivalutare come di estrema importanza almeno per me anche in caso di temperature non estreme ma normali.
TATTICA/TECNICA
Ancora come a santa vall ho notato che la mia difficoltà più grande è tenere le ruote nei tratti di curve veloci senza lasciare spazi, fidarmi al 100% di chi ho davanti e seguire, cosa che mi viene ancora molto difficile, mentre quando sono primo in discesa non ho problemi.
Penso che l’unico modo per migliorare questo aspetto sia gareggiare e abituarsi.
Altro aspetto importante, mantenere la calma e chiudere i buchi in modo regolare senza strappi.
APPARTENERE
La cosa più importante di questi giorni è stata il fatto di sentire finalmente di appartenere a questa categoria, di poter fare una differenza nelle corse e giocarsi le proprie carte. Era una cosa che mi mancava e che ora sicuramente mi darà più motivazione per allenarmi e cercare di chiudere il gap.
Ho chiuso l’ultima tappa con una sensazione di rammarico e frustrazione notevoli per avere mancato una top10 in classifica che mi sembrava possibile, ma già il fatto di essere nella posizione di pensarci alla prima gara può essere visto come una nota positiva. Avanti