Non so come stiamo le cose all'UCI, in una vincenda in cui dopo i gravissimi fatti giudiziari e pressioni mostruose, ne è uscito un "telefono azzurro", rispetto a comportamenti che tuttavia restano sotto la resposabilità di chi vi concorre attivamente. Team e atleti in primis. L'UCI sarebbe responsabile di un regolamento del doping inadeguato, cosa che invece non è alla base del disagio che sta attraversando i migliori atleti al mondo, sulla carta in circolazione. Se un giocatore commette un fallo in un campo di calcio, ne è colpevole. L'arbitro che lo deve sanzionare è eventualmente colpevole della propria omissione laddove se ne manifestano le condizioni e nel doping la questione è difficile e controversa. I fatti non li conosco che per quanto ne riferisce la stampa. I vertici UCI sono eventualmente colpevoli di lasciare corruzione nella direzione di gara, cosa che non sono assolutamente in grado di dire, anche se le proporzioni del fenomeno e le caratteristiche dell'azione giudiziaria non lo fanno escludere di sicuro. Al momento credo che la pericolosità penale del doping e la discussione che ne è derivata, mettano tutti sull'attenti e molto più prudenti a cercare vantaggi illegali. Questi falli di mano è meglio evitarli. Se per lo shock derivante da troppe delusioni qualcuno avesse la tentazione di riprendere come prima appena girato l'angolo, gli faccio presente che le proporzioni di questa giustizia sono a dir poco catastrofiche e non ha più nessun senso rischiare. Non volano delle squalifiche future o singole gare, volano i tour de France. Fermarsi, riflettere e prenderne atto.