Migliorare in discesa...

The Condor

Apprendista Velocista
6 Ottobre 2005
1.254
4
62
Pietragrande
digilander.libero.it
Bici
Bianchi 928 l
Chopper ha scritto:
The Condor ha scritto:
Io vado molto forte in salita, in pianura riesco a tenere tranquillamente l'andatura del gruppo, nelle discese tecniche non ho rivali ma nelle lunghe discese dritte faccio molto fatica a tenere il passo degli altri.
Come posso migliorare questa mia carenza?


Piero

quelle con i drittoni da 80 all'ora, dove non si riesce a pedalare?
se già sei bravo a non perdere velocità nelle curve e a seguire le giuste traiettorie, rimane solo una soluzione:

AUMENTA di PESO, vedrai che si va più forte!
:smile:


Mi sa che rimane l'unica soluzione :-)
 

30x26

Apprendista Scalatore
21 Aprile 2004
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239
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The Condor ha scritto:
Io vado molto forte in salita, in pianura riesco a tenere tranquillamente l'andatura del gruppo, nelle discese tecniche non ho rivali ma nelle lunghe discese dritte faccio molto fatica a tenere il passo degli altri.
Come posso migliorare questa mia carenza?
Piero
passando al professionismo? :-)
chi va forte in discesa tecnica tiene tranquillamente la scia in quelle diritte. l'unico impedimento potrebbe essere un rapporto max troppo corto.
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Bici
Colnago V1-r
Io in discesa sfrutto l'esperienza maturata con la moto su strada e su pista.
Non so se è la tecnica giusta ma funziona abbastanza bene sui tratti conosciuti, mai provata su strade incognite perchè ho famiglia a casa.
Comunque faccio così:

Prendo la massima velocità possibile in quel tratto pedalando e rannicchiandomi in posizione aerodinamica, quando sono in prossimità della curva ad una distanza che valuto ad occhio o perchè conosco mi elevo in posizione normale opponendo il torace e la testa al vento e sfruttando il freno aerodinamico del corpo, contemporaneamente freno in staccata e sollevo la pedivella interna alla curva.
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.
Questo assetto mi consente di sfruttare il freno aerodinamico della gamba e di abbassare il baricentro del mezzo.
Faccio la curva in appoggio ed inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore
Così facendo e, se il rapporto inserito prima di staccare è giusto, esco dalla curva in accelerazione.
Tutto quà, se qualcuno più esperto di me può commentare questo metodo forse poco ortodosso, segnalando eventuali errori, mi farebbe un piacere.
 

Volatino

Apprendista Scalatore
22 Febbraio 2005
2.013
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49
finalmente... AP!!!
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Darius ha scritto:
inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore


ocio però che non sei mica in moto, se urti col pedale in terra non fa lui le scintille, ma il tuo culetto.......

io aspetterei un pelino di più a pedalare, è importante ribadirlo, NON PEDALATE con la bici in piega! :prega: :prega: :prega:
 

Vigoturbo

Apprendista Passista
5 Luglio 2005
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Darius ha scritto:
Io in discesa sfrutto l'esperienza maturata con la moto su strada e su pista.
Non so se è la tecnica giusta ma funziona abbastanza bene sui tratti conosciuti, mai provata su strade incognite perchè ho famiglia a casa.
Comunque faccio così:

Prendo la massima velocità possibile in quel tratto pedalando e rannicchiandomi in posizione aerodinamica, quando sono in prossimità della curva ad una distanza che valuto ad occhio o perchè conosco mi elevo in posizione normale opponendo il torace e la testa al vento e sfruttando il freno aerodinamico del corpo, contemporaneamente freno in staccata e sollevo la pedivella interna alla curva.
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.
Questo assetto mi consente di sfruttare il freno aerodinamico della gamba e di abbassare il baricentro del mezzo.
Faccio la curva in appoggio ed inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore
Così facendo e, se il rapporto inserito prima di staccare è giusto, esco dalla curva in accelerazione.
Tutto quà, se qualcuno più esperto di me può commentare questo metodo forse poco ortodosso, segnalando eventuali errori, mi farebbe un piacere.


perfetto :hail: :hail:

io faccio la stessa cosa, almeno ci provo.
 

srinivasa

Scalatore
11 Ottobre 2005
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90
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Via Lattea
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Darius ha scritto:
Io in discesa sfrutto l'esperienza maturata con la moto su strada e su pista.
Non so se è la tecnica giusta ma funziona abbastanza bene sui tratti conosciuti, mai provata su strade incognite perchè ho famiglia a casa.
Comunque faccio così:

Prendo la massima velocità possibile in quel tratto pedalando e rannicchiandomi in posizione aerodinamica, quando sono in prossimità della curva ad una distanza che valuto ad occhio o perchè conosco mi elevo in posizione normale opponendo il torace e la testa al vento e sfruttando il freno aerodinamico del corpo, contemporaneamente freno in staccata e sollevo la pedivella interna alla curva.
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.
Questo assetto mi consente di sfruttare il freno aerodinamico della gamba e di abbassare il baricentro del mezzo.
Faccio la curva in appoggio ed inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore
Così facendo e, se il rapporto inserito prima di staccare è giusto, esco dalla curva in accelerazione.
Tutto quà, se qualcuno più esperto di me può commentare questo metodo forse poco ortodosso, segnalando eventuali errori, mi farebbe un piacere.

Io faccio cosi':... m'attacco ai freni e vado pian pianino... non so voi, ma quando pedalo ho sempre automobili (magari non molte, ma ci sono) in entrambe le direzioni, ergo non ho tutto questo spazio ne' per allargarmi prima della curva (e tagliare successivamente), ne' per "rischiare" un pelo con il pericolo di ritrovarmi largo, i.e. contromano, a meta' traiettoria.

Preferisco andare piu' piano, ma essere un el pi' sicuro... soprattutto in questi giorni in cui la neve che si va sciogliendo ai lati della strada, imbratta il fondo rendendolo parecchio scivoloso :-(
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Bici
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Volatino ha scritto:
Darius ha scritto:
inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore


ocio però che non sei mica in moto, se urti col pedale in terra non fa lui le scintille, ma il tuo culetto.......

io aspetterei un pelino di più a pedalare, è importante ribadirlo, NON PEDALATE con la bici in piega! :prega: :prega: :prega:

Vero, questo è un pericolo da non sottovalutare, mi è capitato in un momento di distrazione andando fortunatamente piano, risultato, un salto sul posteriore che riuscii a recuperare a stento, una bella limatura al pedale e il fondello...sporco di cacca :-)

La ripresa della pedalata la faccio in fase di raddrizzamento, (i due terzi sono indicativi).
Quello che non ho ancora saggiato è il limite di piega, le gomme piccole mi mettono ancora un pò di soggezione, ma mi perfezionerò.

Naturalmente tutto ciò solo su strada perfettamente asciutta, sul bagnato sono un cagasotto o-o

Le curve tagliate le faccio solo se ho una visibilità sufficiente per tutta la traiettoria o nei tornanti dove posso guardare da sopra.
 

Giancarla

Randonneur Hardcore
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Carmagnola (TO)
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srinivasa ha scritto:
Io faccio cosi':... m'attacco ai freni e vado pian pianino... non so voi, ma quando pedalo ho sempre automobili (magari non molte, ma ci sono) in entrambe le direzioni, ergo non ho tutto questo spazio ne' per allargarmi prima della curva (e tagliare successivamente), ne' per "rischiare" un pelo con il pericolo di ritrovarmi largo, i.e. contromano, a meta' traiettoria.

Preferisco andare piu' piano, ma essere un el pi' sicuro... soprattutto in questi giorni in cui la neve che si va sciogliendo ai lati della strada, imbratta il fondo rendendolo parecchio scivoloso :-(

Idem cum patate. Non per scelta, purtroppo, ma per incapacità cronica. Aggiungo che in curva la mia inclinazione è pressoché impercettibile; mi perseguita la sensazione che la bici scivoli via di lato, e non c'è niente da fare! :-(
 

Giancarla

Randonneur Hardcore
18 Aprile 2004
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Carmagnola (TO)
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Domanda SERIA: che voi sappiate, non esiste qualche forma di cura che aiuti a risolvere, o almeno limitare, i problemi di equilibrio? Intendo quello fisico... (a quello psichico ho rinunciato già da secoli :-) ). Qualche medico, tipo psichiatra o simili, che se ne occupi?
Per me, il problema è un grosso limite sia in bici che nella vita di tutti i giorni: anche solo salire in piedi su una sedia o pulire le finestre mi fa tremare le gambe e rischiare di volar giù. Non parliamo, poi, di affacciarsi da un balcone o salire su una scala a pioli. In più, ho l'impressione che la cosa, anziché migliorare, peggiori con il tempo: me ne rendo conto anche perché, ultimamente, non riesco più a mollare i freni anche su discese rettilinee, le uniche dove, bene o male, prima riuscivo a prendere un po' di velocità (e per velocità intendo, al massimo massimo massimo, 50 km/h). :-( :-(

Con la tecnica è inutile, sono anni che provo, ma la paura vince sempre. Temo proprio che il baco stia nella testa. :-( :-( Help!
 

Aqualung

Ammiraglia
21 Aprile 2004
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sì e ci pedalicchio
Darius ha scritto:
Io in discesa sfrutto l'esperienza maturata con la moto su strada e su pista.
Non so se è la tecnica giusta ma funziona abbastanza bene sui tratti conosciuti, mai provata su strade incognite perchè ho famiglia a casa.
Comunque faccio così:

Prendo la massima velocità possibile in quel tratto pedalando e rannicchiandomi in posizione aerodinamica, quando sono in prossimità della curva ad una distanza che valuto ad occhio o perchè conosco mi elevo in posizione normale opponendo il torace e la testa al vento e sfruttando il freno aerodinamico del corpo, contemporaneamente freno in staccata e sollevo la pedivella interna alla curva.
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.
Questo assetto mi consente di sfruttare il freno aerodinamico della gamba e di abbassare il baricentro del mezzo.
Faccio la curva in appoggio ed inizio a pedalare a circa due terzi del percorso per sfruttare l'effetto chiusura traiettoria dato dalla trazione posteriore
Così facendo e, se il rapporto inserito prima di staccare è giusto, esco dalla curva in accelerazione.
Tutto quà, se qualcuno più esperto di me può commentare questo metodo forse poco ortodosso, segnalando eventuali errori, mi farebbe un piacere.

Non è che in accelerazione avverti anche un violento "sbacchettamento" al retrotreno?
 

Chopper

Maglia Gialla
Giancarla ha scritto:
Domanda SERIA: che voi sappiate, non esiste qualche forma di cura che aiuti a risolvere, o almeno limitare, i problemi di equilibrio?

Ci sono esercizi da fare in palestra che aiutano a migliorare l'equilibrio.

Ricerca veloce su google, ho trovato questa pagina: http://www.sportmedicina.com/propriocettivita.htm dagli un'occhiata.

Esercizi di propriocettività sono molto comuno nei centri riabilitativi.
 

Aqualung

Ammiraglia
21 Aprile 2004
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Bici
sì e ci pedalicchio
Chopper ha scritto:
Giancarla ha scritto:
Domanda SERIA: che voi sappiate, non esiste qualche forma di cura che aiuti a risolvere, o almeno limitare, i problemi di equilibrio?

Ci sono esercizi da fare in palestra che aiutano a migliorare l'equilibrio.

Ricerca veloce su google, ho trovato questa pagina: http://www.sportmedicina.com/propriocettivita.htm dagli un'occhiata.

Esercizi di propriocettività sono molto comuno nei centri riabilitativi.

Anche i rulli tradizionali, quelli dove metti la bici sopra e padali "libero", aiutano molto ad aumentare la sensibilità dello stare in equilibrio
 

The Condor

Apprendista Velocista
6 Ottobre 2005
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Bici
Bianchi 928 l
Darius ha scritto:
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.

Su portare o meno il ginocchio interno in fuori ci sono diverse teorie, se a te viene spontaneo fallo pure. Quello che invece non condivido è spostare il peso del corpo all'interno della curva, il corpo deve essere il più possibile perpendicolare al terreno, è la bici che deve piegarsi.

Piero
 

fabulous

Apprendista Scalatore
18 Novembre 2005
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Colnago V3 RS
Giancarla ha scritto:
Domanda SERIA: che voi sappiate, non esiste qualche forma di cura che aiuti a risolvere, o almeno limitare, i problemi di equilibrio? Intendo quello fisico... (a quello psichico ho rinunciato già da secoli :-) ). Qualche medico, tipo psichiatra o simili, che se ne occupi?
Per me, il problema è un grosso limite sia in bici che nella vita di tutti i giorni: anche solo salire in piedi su una sedia o pulire le finestre mi fa tremare le gambe e rischiare di volar giù. Non parliamo, poi, di affacciarsi da un balcone o salire su una scala a pioli. In più, ho l'impressione che la cosa, anziché migliorare, peggiori con il tempo: me ne rendo conto anche perché, ultimamente, non riesco più a mollare i freni anche su discese rettilinee, le uniche dove, bene o male, prima riuscivo a prendere un po' di velocità (e per velocità intendo, al massimo massimo massimo, 50 km/h). :-( :-(

Con la tecnica è inutile, sono anni che provo, ma la paura vince sempre. Temo proprio che il baco stia nella testa. :-( :-( Help!

Succede la stessa cosa anche a me, io ai tempi sono andato da uno dei maggiori specialisti italiani di problemi dell'equilibrio (Il dottor Alpini) che mi ha trovato un lievissimo disturbo, che mi ha detto essere comunque assolutamente trascurabile. In soldoni, mi ha detto che è solo una questione di testa e mi ha consigliato anche un blando ansiolitico prima di uscire in bicicletta (in realtà non ho mai seguito il consiglio).

Quello che noto è che più tempo passo in bici e più miglioro: nella prima ora su ogni discesa tiro i freni a 35 all'ora, dopo 4 ore vado giù anche a 50... Succede anche che a volte sono in giro da solo, soprapensiero, e mi ritrovo in discesa a 45 all'ora senza accorgermene... e se provassimo con una lobotomia ? Dicono che risolve anche i problemi di mal di testa ! :))):
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Bici
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The Condor ha scritto:
Darius ha scritto:
Nel momento in cui imposto la traiettoria tagliando la curva porto il ginocchio interno in fuori e porto il corpo in posizione raccolta e spostato all'interno.

Su portare o meno il ginocchio interno in fuori ci sono diverse teorie, se a te viene spontaneo fallo pure. Quello che invece non condivido è spostare il peso del corpo all'interno della curva, il corpo deve essere il più possibile perpendicolare al terreno, è la bici che deve piegarsi.

Piero

L'uso del corpo per mantenere o modificare l'assetto in curva è una cosa che mi porto pari pari dalla moto e quindi mi viene spontanea.
Che poi sulla bici abbia gli stessi risultati questo onestamente non saprei dirtelo perchè non ho termini di paragone, faccio così e mi trovo bene.
Nel settore motociclistico dove le velocità in curva sono importanti questo metodo è usato da tutti i piloti che addirittura usano il ginocchio in appoggio.
La diatriba tra la scuola italiana stile Agostini che voleva l'assetto composto e quella americana di Kenny Roberts con il ginocchio in fuori e il corpo spostato all'interno della curva non c'è più, oramai il sistema americano è usato da tutti i piloti perchè si è dimostrato il più valido.
Il ginocchio in fuori è una appendice aerodinamica che aiuta a chiudere la traiettoria mentre il corpo rannicchiato portato all'interno, senza però arrivare a spostare il sedere dalla sella, serve ad abbassare il baricentro del mezzo diminuendo la componente di fuga laterale il chè ti permette di essere altrettanto veloce ma con la bici inclinata meno.
E' vero che io non mi scapicollo a 120 Km/h :shock: in discesa ma c'è chi lo fà e sarebbe interessante sapere a che velocità percorre le traiettorie, in questo caso l'assetto e la velocità d'uscita dalla curva fanno la differenza tra un corridore e l'altro.
 

30x26

Apprendista Scalatore
21 Aprile 2004
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Darius ha scritto:
L'uso del corpo per mantenere o modificare l'assetto in curva è una cosa che mi porto pari pari dalla moto e quindi mi viene spontanea.
Il ginocchio in fuori è una appendice aerodinamica che aiuta a chiudere la traiettoria mentre il corpo rannicchiato portato all'interno, senza però arrivare a spostare il sedere dalla sella, serve ad abbassare il baricentro del mezzo diminuendo la componente di fuga laterale il
non sono cose paragonabili. in moto la massa principale e' data dalla moto, ha un senso peggiorare leggermente la posizione del baricentro per potersi "stampellare" col ginocchio. in bici non arriverai mai a mettere il ginocchio ed appena ti sposti trasferisci la maggior parte della massa in posizione sfavorevole....
il ginocchio fuori non abbassa il baricentro, lo sposta solamente lontano dal punto di contatto delle gomme, cioe' lo sposta in posizione sfavorevole.
se ne e' gia' parlato anche in passato, in bici il ginocchio fuori e' teoricamente dannoso; nella pratica causa poche cadute perche' si viaggia sempre molto lontani dal limite.
 

Darius

Scalatore
18 Ottobre 2005
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Colnago V1-r
30x26 ha scritto:
non sono cose paragonabili. in moto la massa principale e' data dalla moto, ha un senso peggiorare leggermente la posizione del baricentro per potersi "stampellare" col ginocchio. in bici non arriverai mai a mettere il ginocchio ed appena ti sposti trasferisci la maggior parte della massa in posizione sfavorevole....
il ginocchio fuori non abbassa il baricentro, lo sposta solamente lontano dal punto di contatto delle gomme, cioe' lo sposta in posizione sfavorevole.
se ne e' gia' parlato anche in passato, in bici il ginocchio fuori e' teoricamente dannoso; nella pratica causa poche cadute perche' si viaggia sempre molto lontani dal limite.

Ma che non siano paragonabili lo so! Infatti l'assetto che descrivo e che pratico non è estremo come quello delle moto, ci mancherebbe.
Io, stando in posizione raccolta in presa "quasi" bassa, sposto solamente il busto in posizione interna ma di poco, tant'è vero che nel precedente post dicevo di non spostare il sedere dalla sella.
Comunque nelle moto il ginocchio ha solo funzione di freno, ad abbassare il baricentro ci pensa il corpo portato in basso con una sola pacca sulla sella.
Se ti fai lo schema (parallelogramma) delle forze in gioco vedrai che la risultante centrifuga è minore con l'assetto descritto e di conseguenza diminuisce l'inclinazione del mezzo a parità di velocità... sempre parlando di moto naturalmente.
 

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