È esattamente quello che intendevo, e seguo molto quell'argomento (che credo dipendano non tanto dal totale di KJ generico, ma dal KJ totale fratto FTP, dato che più uno ha watt, meno ci mette ad accumulare KJ, 2000KJ per una pertica di due metri con 400W di FTP sono poca cosa, mentre per uno stambecco di un metro e sessanta per 250W di FTP sono un'altra), e credo che siano molto utili, dovrebbero permettere di andare a esaurire/lavorare parti del muscolo che normalmente è molto arduo scalfire (alta intensità dopo elevati carichi a bassa intensità).
Personalmente parto dal considerare (basandomi su come risponde il mio fisico quando sono in forma, sicuramente quelli forti necessiteranno di carichi superiori) un lavoro fatto da stanco quando i totali KJ corrispondono a 3 ore di sweet spot alta (solo per il calcolo, che sarebbe all'incirca ftp*0.88*3.6*3), per poi ottenere quel valore in qualsivoglia zona di lavoro, idealmente a basse-moderate intensità (prediligo il classico, Z2a in pianura, Z3a in salita, coasting prossimo a zero per quanto permetta il traffico e le discese), per poi eseguire lavori "di qualità" (con quello che resta nelle gambe) da questo punto in poi. Ma non è semplice, già solo l'equilibrare l'alimentazione è un problema, e se non si tiene un'occhio ad andare abbastanza agili è facile anche farsi male.
Andando più nello specifico, prendendo dei valori esempio per spiegarmi meglio (prossimi a quelli che ho notato), tra top di forma da fresco + tapering e periodo di massimo carico da stanco precedente al tapering (fresco CP20 ~340W, dopo ~3000Kj CP20 ~300W), ha senso, esclusivamente nei periodi di massimo carico (settimane da 1000-1200 TSS), una volta raggiunto l'overload del carico (dove l'allenamento dei giorni precedenti non viene mai recuperato e la stanchezza è in continua crescita, con performance in continuo declino) calcolare l'intensità degli intervalli e la loro durata partendo dai valori dopo i 3000Kj, o conviene calcolarli sempre dai valori da fresco?
Semplifico il quesito, portandolo all'atto pratico.
Se alla seconda-terza settimana da 1000+ TSS, anche dopo una sola ora di allenamento in Z2a, eseguo un test CP20 ed il risultato è prossimo a quello che ho dopo un'uscita di 3000KJ, è ragionevole calcolare l'intensità dell'intervallo basandomi su una percentuale del CP20>3000KJ (quindi ~300W, ), o mi devo comunque impuntare sul valore del CP20=fresco (quindi 340W)? Meglio fare entrambi?
Cosi a sensazione mi sembra proprio di essere in una zona di potenza sbagliata a lavorare da stanco ai watt che posso fare da fresco, non ho ancora abbastanza campioni per valutare cosa è meglio o peggio, ma indubbiamente, a mio parere, a livello di RPE, calcolare quelle intensità da stanchi è ben più "facile", mentre è quasi del tutto impossibile fare intervalli di lunghezza appropriata se tengo come riferimento la CP20 da fresco.
Su questo stavo ragionando, estremizzando il discorso, mi sembra quasi che sarebbe, forse, una cosa corretta valutare la CP dinamicamente, non solo per la prestazione in competizione (che può non interessare ad alcuni, tipo me), ma come metodologia di allenamento, una volta ottenuto un proprio "fatigue profile" attendibile e sufficientemente ripetibile, e creandosi tabelle più accurate da eseguire in determinati momenti.
(esempio, un intervallo "over-under" 95-105% dell'FTP@3000KJ, dove quel FTP@3000KJ non è il proprio FTP da fresco, ma appunto il valore ottenuto in un test CP40-50' effettuato precedentemente dopo le 3000KJ)
(esempio 2, stessa cosa per W', ma è ancora più complicato)
Nulla vieta il fare tutto a sensazione, ma per chi si diverte con i numeri come me è interessante ragionarci/capirci.
Bene o male è l'evoluzione, o per meglio dire il punto attuale del ragionamento del mio metodo di allenamento che ho/sto sperimentando su di me, nei periodi estivi/finestagione, negli ultimi 2 anni, ma non ho ancora la più pallida idea di quanto sia ottimale non avendo l'esperienza ed un campione sufficiente di numeri per fare comparazioni.