Sabato 13 novembre 2010, presso il Velodromo di Montichiari, si è svolto il tentativo per battere il record dell'ora (miglior performance sull'ora vista la bici da inseguimento e non tradizionale) da parte di Michele Astegiano. L'uomo da battere è Steve Lehman con i suoi 44,54 km, questo signore è stato campione del mondo di inseguimento individuale nel 2002, ha vinto quest'anno i Campionati Panamericani di inseguimento e 500 mt.
Time Trial, ha vinto diverse edizioni dei campionati nazionali su pista sia sui 500 mt che sui 2000 mt inseguimento. Astegiano, lo sfidante, è invece uno che ha registrato record ancora imbattuti sulla distanza, 24 ore, oltre 1000 km, insomma grandi doti di resistenza. Due mondi molto diversi, che in comune hanno solo la parola “record” e niente di più. Astegiano c'è da dire che aveva già tentato una volta questa prova sull'ora, e per lui questa era una seconda sfida. Ho conosciuto Astegiano nel negozio di biciclette di Mario Vaira, un caro amico, che tra le altre cose è stato un campione di ciclismo su strada e su pista, proprio nelle specialità di endurance come l'inseguimento. Astegiano, a chiesto a noi, consigli, a dire il vero credo che lo abbia chiesto a quasi tutti quelli che ha ritenuto competenti in materia. Questo è il suo carattere, è un personaggio particolare veramente originale. E noi da “colleghi” e nel caso di Mario Vaira presidente della società che lo ha tesserato, si siamo resi disponibili ad accompagnarlo il giorno dell'impresa. Devo dire che tutto è stato organizzato alla perfezione, io non ho mai visto nulla di simile nelle gare su pista, e tutto grazie al lavoro di sponsor e di tasca propria (pulman, ristorante, banda, giornalisti, fotografi...) tutto organizzato e pagato agli invitati. Un vero signore, campione di generosità. Mario ed io da tecnici del pedale (lui è meccanico e corridore, io solo il secondo), la prima cosa che abbiamo fatto è controllargli la bici fornita tra l'altro dallo sponsor Boeris. Una bicicletta tradizionale, con telaio in alluminio e
ruote a razze all'anteriore (
Mavic IO) e Mavic Comete al posteriore, lenticolare. Manubrio con le protesi. Trazione: 52x14 con catena da 3/32 per rendere la bici più leggera. Sino a qui nulla di particolare se non che il manubrio da crono era a nostro giudizio troppo alto. Sentendo poi il suo preparatore, Sergio Benzio, avevano già riscontrato questo problema, ma non hanno avuto il tempo per adattare ad una posizione più aerodinamica Michele, lui è abituato a posizioni più comode viste le lunghe percorrenze. Michele si è scaldato a nostro giudizio troppo poco prima della prova, era molto teso, e forse l'eccessivo zelo nell'organizzare l'evento, con le premiazioni degli sponsor e i ringraziamenti vari, lo hanno distolto dal suo obiettivo principale, ovvero battere il record dell'ora. Tra i due atleti però a noi è sembrato subito, sin dall'inizio un divario troppo alto in termini di conoscenza della specialità e retroterra culturale. Non dico che Michele non possa fare questi tentativi in futuro, ma quello che non si improvvisa è la tecnica della pista. Pensate che tra i suoi ondeggiamenti rispetto alla riga nera della corda poteva perdere anche 1 metro ogni giro, ma anche di più e al termine di 163 giri, almeno un 150 metri in più avrebbe potuto fare. Inoltre, aveva indossato un bellissimo casco da crono a goccia, però durante la prova abbassava continuamente la testa rendendo il suo vantaggio aerodinamico addirittura controproducente. Poi la posizione troppo alta. Sommando questi piccoli aspetti tecnici a nostro giudizio un 500 metri in più avrebbe potuto farli. La tabella proposta da Sergio Benzio era tarata sulle sue effettive potenzialità, nessuna illusione, si sapeva da dove partire, e si sapeva dove arrivare. La scelta di non seguire subito la tabella dei 44.54 è stata fatta perchè si voleva fare una buona prova ma senza l'illusione di poter battere l'americano. I quattro chilometri che separano il nostro atleta sono al momento, incolmabili, ma nulla è impossibile, ci devono però essere delle condizioni di partenza diverse da quelle attuali. Michele ha un buon fisico, grande resistenza e giro dopo giro rispetta la tabella, anzi, aumenta. Noi siamo già contenti, sappiamo anche di quanti pochi chilometri ha nelle gambe e quanto tema il velodromo. La mia impressione è che Michele vada ad un ritmo al di sotto delle sue possibilità, o meglio, forse mentalmente è abituato a spingere ad un basso numero di giri, per fare molti chilometri, ma qui è diverso, non si raggiungono di certo le medie orarie dell'inseguimento, ma è pur vero che si tende ad andare un pochino fuori giri. Invece lui sembra che possa girare all'infinito, tant'è vero che gli ultimi giri li affronta ai 44 orari. Dopo una prova del genere è difficile recuperare velocità, cioè aumentare. Nell'insieme è stata una bella prova, vistì tutti gli attenuanti del caso, Astegiano ha ance battuto se stesso di quando era molto più giovane e preparato. Merito dei materiali e merito anche al preparatore. Così Michele ha fatto almeno il record italiano M6 a 58 anni, segnando i 40,788 km. Per chi volesse provare... questo è il suo risultato. Complimenti.
i dati della prova forniti da Associazione Brixa Crono sul sito vignalonga:
http://www.vignalonga.it/modules/mydownloads/visit.php?lid=791