Marco Pantani

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skylite

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Beh diciamo che Pantani era sicuramente un corridore che l attenzione se la cercava con certe dichiarazioni, a volte parlando di se stesso in terza persona, portando la bandana in gruppo anche partendo in fuga inutilmente solo per farsi vedere o per provarci.
Sicuramente non era un corridore "timido" che voleva fare sua corsa e basta, gli piaceva stare nel centro dell attenzione e gli piaceva essere il personaggio. Se dai il tuo contributo per diventare un personaggio famoso devi anche vivere con le conseguenze. Ma ci sono tanti esempi che con questo non riescono a convivere.
Nella vita tutti subiscono qualche torto e ingiustizia, quello che non sopporto sono le persone che fanno le vittime che danno la colpa ad altro invece di prendersi le sue responsibilitá.

Delle storie inventate o non inventate delle scomesse del complotto contro di lui e tutte queste, secondo me, cavolate, non voglio nemmeno discutere perche é una discussione inutile.


Era sicuramente un personaggio ma nel gruppo. Che poi il giornalismo moderno costruisca a doc un sacco di ******* è vero anche quello ma uno che può fare contro ste cose. Tu non col tuo ragionamento, non fai altro che cavalcare il Beckham della situazione fichissimo e che vende il matrimonio e poi sentenzi in negativo x Pantani o quelli come lui. Certo che lui ha sbagliato a non reagire, ci mancherebbe, ma allora se tu incontri sulla tua strada uno in difficoltà o che non è come te che fai, lo pesti sotto i piedi?! Quello che gli si è scatenato contro a livello mediatico non era assolutamente proporzionale a ciò di cui lui era stato accusato, questo x quel che riguarda il suo mestiere di sportivo,in più aggiungi il continuo accostamento sprezzante Pantani=drogato (cosa che hai fatto mlt volentieri anche tu) e il gioco è fatto. Ora il fatto che facesse uso di droghe è vero ma ti faccio una semplice domanda: tutto questo era ci serviva? Ora che tutti sappiamo questi succulenti particolari siamo più realizzati? Troppo comodo parlare cosi sulla vita degli altri, poi x carità pensala come vuoi ma andare cosi a senso unico vuol dire non essere minimamente interessati al sapere quanto piuttosto al voler giudicare uno che è ovvio che non ti piaceva.
 
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skylite

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Chiedo scusa, nel precedente messaggio ho fatto qualche errore grammaticale dovuto alla fretta!
 

ElMic

Apprendista Cronoman
3 Luglio 2008
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Era sicuramente un personaggio ma nel gruppo. Che poi il giornalismo moderno costruisca a doc un sacco di ******* è vero anche quello ma uno che può fare contro ste cose. Tu non col tuo ragionamento, non fai altro che cavalcare il Beckham della situazione fichissimo e che vende il matrimonio e poi sentenzi in negativo x Pantani o quelli come lui. Certo che lui ha sbagliato a non reagire, ci mancherebbe, ma allora se tu incontri sulla tua strada uno in difficoltà o che non è come te che fai, lo pesti sotto i piedi?! Quello che gli si è scatenato contro a livello mediatico non era assolutamente proporzionale a ciò di cui lui era stato accusato, questo x quel che riguarda il suo mestiere di sportivo,in più aggiungi il continuo accostamento sprezzante Pantani=drogato (cosa che hai fatto mlt volentieri anche tu) e il gioco è fatto. Ora il fatto che facesse uso di droghe è vero ma ti faccio una semplice domanda: tutto questo era ci serviva? Ora che tutti sappiamo questi succulenti particolari siamo più realizzati? Troppo comodo parlare cosi sulla vita degli altri, poi x carità pensala come vuoi ma andare cosi a senso unico vuol dire non essere minimamente interessati al sapere quanto piuttosto al voler giudicare uno che è ovvio che non ti piaceva.
Se scrivono di un incidente stradale con due morti sono più realizzato? Se beccano un altro corridore dopato che non aveva vinto nulla, se mettono in galera un altro Fuentes sono piú realizzato? Mi serve sapere dettagli su chi era il cliente da vari medici noti per doping? Serviva raccontarci il caso Boonen e suo consumo di cocaina? Ovviamente non siamo piu realizzati e non serve a nulla sapere certe cose e non serve molto scrivere di certe cose ma il lavoro dei giornalisti dei giornali é quello, e a tanti interessa sapere queste cose. I giornalisti ci raccontano storie private dei campioni, sia nel buono che nel male. Non possiamo leggere attentamente e divertiti se un corridore ci svela il segreto di come si allena cosa fa nel tempo libero che macchina guida ecc. per poi puntare il dito sui giornali e giornalisti se scrivono male o qualcoa di negativo di un corridore.
Del resto mi accusi che uso l accostamento Pantani = drogato volentieri...allora scusami la domanda: uno che muore per un overdose di cocaina secondo te non é un drogato?
 
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skylite

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Se scrivono di un incidente stradale con due morti sono più realizzato? Se beccano un altro corridore dopato che non aveva vinto nulla, se mettono in galera un altro Fuentes sono piú realizzato? Mi serve sapere dettagli su chi era il cliente da vari medici noti per doping? Serviva raccontarci il caso Boonen e suo consumo di cocaina? Ovviamente non siamo piu realizzati e non serve a nulla sapere certe cose e non serve molto scrivere di certe cose ma il lavoro dei giornalisti dei giornali é quello, e a tanti interessa sapere queste cose. I giornalisti ci raccontano storie private dei campioni, sia nel buono che nel male. Non possiamo leggere attentamente e divertiti se un corridore ci svela il segreto di come si allena cosa fa nel tempo libero che macchina guida ecc. per poi puntare il dito sui giornali e giornalisti se scrivono male o qualcoa di negativo di un corridore.
Del resto mi accusi che uso l accostamento Pantani = drogato volentieri...allora scusami la domanda: uno che muore per un overdose di cocaina secondo te non é un drogato?


Domanda ovviamente banale... chi potrebbe dire il contrario!?
Ora chiaramente scrivi che non ti senti più realizzato a sapere certe cose e che neanche te ne frega però sei stato proprio tu ad esordire con la frase: "e sei anni fa' si faceva l'ennesima r..." dimostrandoti molto più interessato alla sua vicenda di droga che a quella di Madonna di Campiglio. Se il tuo unico pensiero su Pantani è: "è un drogato", bene... ora sei contento?! Mi sembri anche tu come tanti giornalisti che sputano le loro sentenze incuranti delle conseguenze e se nessuno replica sono pure convinti di aver ragione! Tra l'altro poi io ti avevo criticato più per la forma che per il contenuto (è ovvio che non posso cambiare il tuo pensiero) in quanto con parole meno offensive avresti potuto esprimere ugualmente il tuo concetto. Se poi il tuo messaggio è stato cancellato evidentemente non ero il solo a pensarla così...
Hai fatto poi una serie di esempi abb estremi ma non devi convincermi di nulla, alcune delle cose che hai scritto saranno pure vere ma io di certo non le impugno solo per scrivere che uno è un drogato (i tuoi mess alla fine quasi sempre li andavano)...
Se non ti interessa la persona almeno per un po' di buon gusto.
 

ElMic

Apprendista Cronoman
3 Luglio 2008
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Domanda ovviamente banale... chi potrebbe dire il contrario!?
Ora chiaramente scrivi che non ti senti più realizzato a sapere certe cose e che neanche te ne frega però sei stato proprio tu ad esordire con la frase: "e sei anni fa' si faceva l'ennesima r..." dimostrandoti molto più interessato alla sua vicenda di droga che a quella di Madonna di Campiglio. Se il tuo unico pensiero su Pantani è: "è un drogato", bene... ora sei contento?! Mi sembri anche tu come tanti giornalisti che sputano le loro sentenze incuranti delle conseguenze e se nessuno replica sono pure convinti di aver ragione! Tra l'altro poi io ti avevo criticato più per la forma che per il contenuto (è ovvio che non posso cambiare il tuo pensiero) in quanto con parole meno offensive avresti potuto esprimere ugualmente il tuo concetto. Se poi il tuo messaggio è stato cancellato evidentemente non ero il solo a pensarla così...
Hai fatto poi una serie di esempi abb estremi ma non devi convincermi di nulla, alcune delle cose che hai scritto saranno pure vere ma io di certo non le impugno solo per scrivere che uno è un drogato (i tuoi mess alla fine quasi sempre li andavano)...
Se non ti interessa la persona almeno per un po' di buon gusto.
Capisci male se credi che mi sentivo piu realizzato leggendo delle storie di Pantani. Non é che mi interessa solo quel lato del personaggio, ma lo ritengo molto importante come le sue vittorie e tutto il resto che ha fatto.
Alla vicenda di Madonna di Campiglio non sono interessato perché secondo me non ce una vicenda. Marco Pantani é stato trovato con il valore di ematocrito troppo alto ed é stato sospeso e fermato. Tutto qua! Non mi metto a credere o a leggere sospetti, speculazioni, complotti che sono stati inventati o detti per fare soldi, per ripulire l immagine, per fare una vittima o per dare la colpa ad altro. Quasi dietro ogni vicenda di doping ormai ce una teoria di complotto. Percio non mi interessano quelle cose. Io mi tengo ai fatti e basta.
Evidentemente mio primo messaggio era ironico e scherzoso ma su certe cose non si puo scherzare a come sembra. Sopratutto se il scherzo corrisponde alla realtá. Cmq lo ritengo sbagliato cancellare.
Non sono qua per convincerti figuriamoci, ognuno ha la sua opinione e siamo qua per discutere, e finora mi sembra che abbiamo avuto una discussione abb. accettabile.
 

alcatraz2

Pedivella
25 Luglio 2007
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marecchia valley
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ognuno e' libero di penare quello che vuole!!!!!
per me, Pantani rimane un grande ciclista, ha emozionato miglioni di telespettatori durante le sue imprese.

resterà per sempre nel mio ciore-friends

straquoto con te.

p.S:
Pat Riley, coach dei Miami Heat di NBA, ogni tanto cita un vecchio detto indiano che dice: "Non puoi permetterti di giudicare nessuno fino a quando non hai camminato nelle sue scarpe"...

Traduzione: viste da fuori le situazioni sono tutte ben delineate. Viste da dentro sono piene di sfumature anche sottili
 
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skylite

Guest
Capisci male se credi che mi sentivo piu realizzato leggendo delle storie di Pantani. Non é che mi interessa solo quel lato del personaggio, ma lo ritengo molto importante come le sue vittorie e tutto il resto che ha fatto.
Alla vicenda di Madonna di Campiglio non sono interessato perché secondo me non ce una vicenda. Marco Pantani é stato trovato con il valore di ematocrito troppo alto ed é stato sospeso e fermato. Tutto qua! Non mi metto a credere o a leggere sospetti, speculazioni, complotti che sono stati inventati o detti per fare soldi, per ripulire l immagine, per fare una vittima o per dare la colpa ad altro. Quasi dietro ogni vicenda di doping ormai ce una teoria di complotto. Percio non mi interessano quelle cose. Io mi tengo ai fatti e basta.
Evidentemente mio primo messaggio era ironico e scherzoso ma su certe cose non si puo scherzare a come sembra. Sopratutto se il scherzo corrisponde alla realtá. Cmq lo ritengo sbagliato cancellare.
Non sono qua per convincerti figuriamoci, ognuno ha la sua opinione e siamo qua per discutere, e finora mi sembra che abbiamo avuto una discussione abb. accettabile.


Vero, in teoria è sbagliato cancellare i messaggi, in pratica penso che essendoci mlt persone che leggono (alcune delle quali potrebbero sentirsi indirettamente offese da alcune frasi), talvolta è l'unico sistema x evitare fraintendimenti spiacevoli. Come ti dicevo a me non sono solo piaciute alcune parole ma al di la di queste la discussione è accettabilissima e su diverse cose che hai scritto sono anche d'accordo.
 

loiety

Apprendista Scalatore
8 Agosto 2007
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Secondo me i morti andrebbero lasciati in pace nel bene e nel male di quello che è stata la loro vita.gandalf
Vedere che nelle news (novità) questo è ancora l'argomento più dibatutto mi mette infinita tristezza. Magari bisognerebbe chiedere al webmaster di mettere una sezione "storia" dove si parla di pantani, gimondi, adorni, bartali, girardengo, etc ...
Però io i morti li lascerei in pace. Ho purtroppo qualche amico che ha avuto una morte precoce; ogni tanto ci penso, ma non ne parlo mai. Anche Pantani meriterebbe lo stesso.
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
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Romagna
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pantanipirate.gif


“Pantani Forever”, Vi informa che su Pantani Channel-“Web Television”, sono in onda i video:

Presentazione “Isola del Pirata”
(Intervento di Sergio Piumetto)

L’Isola del Pirata al Giro d’Italia 2008
(Excursus su una grande avventura)

Cerimonia – Il ricordo di quel giorno
(Interventi di Paolo Pantani, Jean Noel Chalvin, Marc Dode, Maurizio Ricci, musiche di Fabio Nobile)

La gara – Marco Pantani Memorial Cycling
(Les 2 Alpes 23-24 agosto 2008)

Le traduzioni in lingua francese ed inglese, saranno disponibili dal 21 settembre prossimo venturo.

Anticipiamo inoltre che “l’Isola del Pirata” sarà presente sul circuito iridato di Varese, per l’intera settimana dei Campionati Mondiali di ciclismo. Nell’occasione produrremo video e servizi sulla manifestazione. Al termine di questo importante appuntamento, il periodo di rodaggio della Web Television, potrà considerarsi finito e …arriveranno tante sorprese….

Sulle altre novità, seguiranno specifiche informative…

Con cordialità.

p. Ufficio Stampa
Pantani Forever
M.R.
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
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Tanto per curiosità che tempo ha fatto chi ha vinto la cronoscalata a les 2alpes? e che tempo aveva fatto Marco nel '98

MARCO PANTANI CHALLENGE
Les 2 Alpes (Fr) 23 agosto 2008

Lunghezza cronoscalata: 9 km
Dislivello: 610 metri (1039-1649)

Record di scalata:
Marco Pantani, il 27/07/1998, con 21’ netti (Vam 1743).

Résultats Officiels

1° Ougier Nicolas (M 1973) in 25:24.85 (Vam 1440)
2° Gallego Michael (M 1978) in 25:31.33
3° Gueraud Patrick (M 1971) in 25:58.42
4° Rajat Christophe (M 1974) in 26:00.57
5° Giraud David (M 1989) in 26:13.38
6° Chavet-Bellot Patrick (M 1964) in 26:20.09
7° Sine Nicolas (M 1977) in 26:49.60
8° Lerat Michel (M 1954) in 27:41.07
9° Bossan Baptistin (M 1989) in 27:49.65
10° Callovini Alberto (M 1970) in 27:51.57

Note.
Come tutti ricorderanno, il record di Marco Pantani, si consumò su una pioggia battente con temperatura molto bassa per la stagione, al termine di una tappa che aveva già contemplato, prima dell’ascesa a Les 2 Alpes, la Croix de Fer (2067), il Télégraphe (1566) e il Galibier (2645).


Le condizioni atmosferiche e la temperatura di sabato 23 agosto 2008 erano ideali.


In un colloquio che ebbi con Marco a fine settembre del 1998, mi disse che la salita di Les 2 Alpes, per quanto bella, consentiva molti momenti di respiro, quel giorno però resi pressoché impossibili dalle condizioni atmosferiche. “Le gocce d’acqua – affermò – così fredde, sembravano chiodi quando ti arrivavano sulla faccia, sulle gambe e sulle braccia. Per fortuna, che ci avevo fatto il callo…”

M.R.
 

stefmad

Pignone
25 Maggio 2004
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Morlupo provincia di Roma
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Forse qualcuno lo ha già scritto ma voglio ripeterlo...
nei punti vendita Mercatone per l'aniversario della doppietta Giro Tour del 1998 regalano con l'aquisto di mobili (ma a me anche senza aquisto) uno splendido volumetto con le foto della storica impresa in formato 25x25 cm
Molto bello andate a prenderlo se potete.......
 

Allegati

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"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
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Una scuola di ciclismo, intitolata a Pantani, in Croazia.

Domani, 10 settembre , alle ore 11, presso lo Spazio Pantani di Cesenatico, in via Cecchini 2, la Fondazione Marco Pantani Onlus, terrà una Conferenza Stampa, per illustrare il proprio progetto di apertura di una scuola di ciclismo per giovanissimi, a Vinkovci, in Croazia. La scuola, intitolata a Marco Pantani, potrà contare su tutto il materiale necessario (biciclette, abbigliamento ecc.), offerto dalla stessa Fondazione, nonché sui consigli e le impostazioni delle attività, proposte da Pino Roncucci, direttore sportivo del Pirata quando militava fra i dilettanti. All’uopo, lo stesso Roncucci, unitamente a Tonina Belletti, mamma di Marco, a Patrizia Spadaccini della “Pantani Corse” (direttore sportivo e guida di atleti diversamente abili, nonché pluri-titolata internazionale fra gli atleti master), partiranno giovedì, 11 settembre, per la Croazia, dove si tratterranno quattro giorni.

Ufficio Stampa
Fondazione Marco Pantani Onlus
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
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.... da un Comunicato Stampa della Pantani Forever

[FONT=&quot]In seguito ai nostri ripetuti solleciti,
ad oggi il Comitato Organizzatore dei Mondiali di Ciclismo che si disputeranno a Varese la prossima settimana, non ha ancora definito una propria posizione ufficiale a riguardo della presenza dell'Isola del Pirata all'interno della prestigiosa manifestazione.
Con la presente,
nella veste Ufficiale di Chief Operations Officer della Pantani Forever (Società che tra le altre cose produce L'Isola del Pirata), decido in maniera definitiva ed insindacabile di ritirare la nostra richiesta.
Marco Pantani, tutti i suoi tifosi e tutte quelle persone che oggi si impegnano in maniera assoluta e professionale nel ridare GIUSTA DIGNITA' AD UN UOMO AMATO IN TUTTO IL MONDO, non devono mai essere motivo di immotivati imbarazzi ma solo e sempre di incommensurabile orgoglio.
Come semplice appassionato di ciclismo, auguro tutto il bene possibile alla imminente rassegna iridata.
Da Uomo di mondo invece non mi rimane altro che un’ennesima prova che alimenta in modo inequivocabile il mio atroce dubbio: Marco forse era nato solo nella nazione sbagliata....

Addi, venerdì 19 settembre 2008

In Fede

sergio+metto [/FONT]
 

ftoffe

Apprendista Velocista
16 Agosto 2008
1.640
0
Ostia
www.acotras.it
Ormai Pantani ha scolpito una traccia indelebile nei nostri cuori , oggi tutti noi proviamo ad imitarlo nelle sue imprese ......ma invano , non arrivremo mai........lui era un campione e solo a nominarlo anche se non ho avuto mai la fortuna di conoscerlo mi manca molto. AUGURI MARCO PER SEMPRE UNICO !!!!!!!!!!!
 

"Morris"

Novellino
19 Febbraio 2008
71
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Adrian Penagos: dal Messico, per riportare a Marco, quella che fu una sua bicicletta.

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Adrian Penagos e la bicicletta Carrera che fu di Marco Pantani

Una storia che commuove, particolare, significativa e, per chi è più sensibile, da “fraterni abbracci”.
Il protagonista è un signore messicano di 36 anni, Adrian Penagos, di Cordoba. Un appassionato di ciclismo da sempre, tanto pedalatore, quanto attento osservatore del non sempre felice cammino di questo sport. Una passione che l’ha spinto ulteriormente, aldilà delle esigenze di vita, ad imparare quell’italiano che oggi parla meglio di tanti figli, anche titolati, del cosiddetto “Bel Paese”.
Nella prima mattinata di giovedì 18 settembre, dopo un lungo viaggio, Adrian ha finalmente raggiunto l’aeroporto di Firenze, dove lo aspettava Thomas Casali, Direttore dello “Spazio Pantani”, portando con sé un prezioso valigione: per lui innanzitutto, ma anche per tutti coloro che continueranno ad amare immutati quel ragazzo venuto dal mare per impreziosire i monti. Sì, con l’incredibile Penagos, all’interno di quel contenitore, è giunta in Italia la bicicletta “Carrera”, che Marco Pantani, il non ancora Pirata, usò nella sua prima stagione professionistica e con la quale vinse il Giro d’Italia Baby del 1992.
La storia di Adrian e di questa sua donazione al museo di Marco, esce dalle sue parole con l’emozione di chi, prima di tutto, sa far parlare il cuore. Lo si sente dalla sua voce, lo si vede dai suoi sguardi che paion cercare il suo-nostro campione e da quegli occhi cosparsi dalla patina lucida che precede le lacrime.
E’ lui a raccontarla, così bene, da spingerci ad un mero atto di trascrizione.
“Nel gennaio del 1994 – esordisce - la “Ruta del Mexico” fece tappa vicino a casa mia. Avevo allora ventidue anni, ed ero un amatore ciclistico nel senso più ampio: gestivo infatti un negozio di biciclette che portava il nome di “Bici Tress”, dal cognome di mia madre, di lontane origini bellunesi. Grazie a queste congiunzioni, mi potevo permettere di pedalare su una bici col telaio in carbonio. Certo, il carbonio di quei tempi, che non aveva le qualità di quello di oggi, ed io lo trovavo troppo “morbido” per le mie caratteristiche. Decisi così di cambiare la bici e di ritornare all’acciaio leggero, che era ancora il metallo leader delle biciclette del periodo. L’occasione di contattare, proprio dalla carovana, una delle diverse squadre europee partecipanti alla “Ruta”, mi parve opportuna, anche perché il mese di gennaio era per loro non solo stagione di preparazione, ma anche di rinnovo di materiali. Mi avvicinai alla Carrera e vidi che uno dei corridori, proprio quel Pantani che si era messo in luce in quei giorni con lunghe fughe, aveva una taglia molto simile alla mia e pensai immediatamente alla sua bicicletta, come quella eventualmente da comprare, se il team l’avesse posta in vendita. Avvicinai uno dei direttori sportivi, dopo aver scritto su un foglietto la mia richiesta, perché allora non parlavo italiano. Costui mi rispose che erano disponibili a cedermi lo strumento di Marco, ma solo a fine “Ruta”. La domenica di chiusura della manifestazione, raggiunsi Città del Messico, ed ottenni quanto era nelle mie speranze. Qualche mese dopo, Pantani esplose, divenendo il corridore che emozionava tutti, anche noi messicani ed io, pedalando su quella bici su cui era pure impresso il suo nome, mi trovai a rispondere a decine e decine di domande circa il passato di quel mezzo e se era veramente stato di Marco. Quella bicicletta, fu la mia compagna di pedalate fino al 1996, quando l’idolo Pantani stava lottando per recuperare dall’incidente della Milano Torino. Non l’avrei mai abbandonata, ma era nel frattempo divenuta troppa la paura di vedermela rubata, così decisi di tenerla come un pegno di famiglia, a casa mia. Per le mie uscite passai ad una bici in titanio, metallo di grande valore commerciale, comunque ridicolo al cospetto di una bici, pur di vecchio acciaio, su cui aveva corso Marco Pantani. Quello strumento era divenuto una parte di me: nelle gioie quanto nei dolori e nelle tristezze della vita di chi l’aveva portato ad essere un esemplare raro e leggendario. Ogni giorno mi soffermavo davanti a quella Carrera, come fosse un altare. Tanto più dopo la morte di un campione inimitabile, che dovrebbe essere l’orgoglio di voi italiani. Nel tempo però, ho iniziato a pormi la domanda: è giusto che solo io possa vedere e toccare quella bicicletta? Oppure ancora, vista la tragica fine di Marco: è il miglior modo di essere in pace con se stessi, tenersi stretti in casa propria, un segmento della vita di un campione che era di tutti? Le mie risposte si sono progressivamente avviate al “no”, soprattutto quando in Cesenatico s’è aperto il Museo Pantani. Ed è per questo che sono giunto qui. Già, per donare la bicicletta di Marco alla sua casa, al suo spirito e per tutti coloro che gli vorranno sempre bene. Il sottoscritto, ha già avuto la fortuna di accarezzare quel pezzo di vita di un campione così grande, per ben 14 anni. Probabilmente, col tempo, mi crescerà la nostalgia, ma so che ho compiuto l’azione più giusta. E mi basta”.
Adrian Penagos, un uomo di cuore, pochi avrebbero fatto ciò che ha fatto lui. Un campione anch’egli, nel suo genere. Soprattutto, una persona che per amore verso un mito che non ha confini nazionali, è venuto qua, a Cesenatico, a prendersi il premio a cui tanto ambiva: abbracciare i genitori del campione venuto dal mare per echeggiare sui monti la sua poesia incancellabile.


Morris
 
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