Non lo sapevo, quindi la regola è valida a patto di definire quanto alta è la cadenza (>90?)A i record dell'ora sono stati TUTTI espressi a cadenza di poco superiori alle 100 rpm (solo due casi inferiori a questo riferimento).
Dipende cosa si intende per "alte", e comunque è un processo ben evidente in una situazioni di velocità costante (tipiche di una cronometro o di un'azione su salita costante, l'esempio che fai sulla MTB è meno calzante visto che in quel caso un'azione a più alta velocità di cadenza è funzionale a coprire un più ampio -ben più alto- spettro di coppie torcenti da applicare in funzione del percorso, cambi pendenze, rilanci da velocità ridotte, ecc ecc).
Perfetto, mi serviva allora conoscere le condizioni della prova (v. costante)
Come riportato dallo studio sopra linkato ma, spesso (ma non necessariamente sempre, vd soggettività) dall'esperienza diretta, atleti che esprimono una maggior potenza relativa tendono ad erogare questa potenza a cadenze più vicine al valore teorico ottimale e soprattutto con uno scarto ridotto (= stessa applicazione picco e arco di forza) tra azione in pianura e salita.
Il tutto presuppone un'elevata efficienza aerobica, fattore spesso limitante nel gesto/intensità sostenibili da atleti non d'elite.
Perfetto, ora è tutto chiaro. Nella mia mente collegavo l'aumento di cadenza&potenza non all'intero sforzo di una prova lunga e con v. costante, ma piuttosto ad "un'accelerata" o variazione di ritmo breve (per questo avevo fatto l'esempio della mtb)